14. Egoisticamente

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Il mio cuore non riusciva a reggere la situazione un minuto di più. Per fortuna la sua amica la aveva aiutata a cambiarsi e io ero stato costretto ad uscire dal bagno. Avevo la pelle che scottava e la testa che girava fortissimo. Rimasi fuori dalla porta, finché non sentii Ella bussare e vidi Arthemsis seduta per terra con la testa appoggiata al bordo della vasca.

"Non riesco ad alzarla da sola", mi disse mordendosi il labbro.

Annuii e la aiutai a portarla in camera. Non appena la sollevai da terra e A circondò il mio collo con le sue braccia sentii le gambe diventare molli. Non ero pronto per una situazione del genere, credevo che non me ne sarei mai dovuto occupare.

"Perché non hai chiamato Miles?", chiesi all'amica in un sussurro.

Lei guardò Arthemsis e poi spostò di nuovo lo sguardo su di me.

"Non voleva".

Allora le era andata incredibilmente bene, perché Arthemsis neanche doveva saperlo che io abitavo qui, non doveva sapere che fossi a un metro di distanza dal suo appartamento o mi avrebbe odiato.

"Pensavo ci fosse Rowan", disse lei e io annuii.

Non c'era stata sera più sbagliata di quella.

Adagiai Arthemsis sul mio letto e lasciai che fosse la sua amica a rimboccarle le coperte e sistemare il cuscino.

"Sei comoda?", le chiese e lei annuì. Il suo sguardo si posò su di me e fu come se mi avesse visto per la prima volta, ma stavolta nel suo sguardo ci lessi solo dolcezza.

"Mar..."

"Domani mattina starai meglio", la rassicurai facendo un passo verso di lei.

"Resta, pe-per favore", mi chiese.

"Per favore, resta", gli dissi quasi in un sussurro, senza avere il coraggio di guardarla. Ero davvero poco lucido, ma sentii il suo sguardo su di me. Non avevo idea di cosa stesse pensando, ma la sentii fare un sospiro di resa.

Si avvicinò a me lentamente, come se avesse paura potessi aggredirla da un momento all'altro. Non l'avrei mai fatto. Pensare a lei mi faceva sentire un po' più lucido. Mi raggiunse e la seguii con lo sguardo mentre si infilò sotto le lenzuola del mio letto. Sembrava... persa in se stessa, come se restare le contasse uno sforzo infinito.

Feci scivolare il mio corpo vicino al suo. Avevo bisogno di contatto, un contatto con lei mi avrebbe aiutato a non perdere la testa. Come se mi lesse nel pensiero si voltò verso di me, comunque a una certa distanza, e la sua mano mi accarezzò il viso. Mi irrigidii e la sentii trattare il fiato. Le stava facendo male vedermi in quello stato? Si stava comportando in modo troppo strano, o forse ero io troppo ubriaco?

Poco più tardi, con la sua mano che stringeva la mia, mi addormentai e la mia testa cadde in un vortice.

Ritornai alla realtà con gli occhi della sua amica su di me e lessi nel suo sguardo che dovevo mantenere la distanza.

"Ella starà con te, stanotte", le dissi e lei mi ringraziò silenziosamente, spostando la sua attenzione di nuovo su A.

Chiudere la porta con in testa l'immagine di lei stanca e confusa e dannatamente vulnerabile ruppe il silenzio dentro di me.

Chiunque fosse stato non l'avrebbe passata liscia.

Chiamai Miles e non mi interessava se fosse l'ennesimo errore che commettevo, dopo il terzo squillo rispose e diedi sfogo a tutta la rabbia che avevo dentro.

Avevo chiesto il nome del locale in cui erano state alla sua amica mora.

A mia sorpresa, lei era d'accordo con me e non mi fermò quando uscii di casa per raggiungere Miles al bar dove lavorava. A Diego e Rowan, che erano appena rientrati dalla loro corsa avrebbe pensato Ella, spiegando loro tutto mentre Arthemsis dormiva nella mia fottuta camera da letto. La mattina seguente sarebbero stati solo guai per me, ma non era un problema di quella notte e me lo lasciai scivolare addosso.

COME FIOCCHI DI NEVEHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin