"Quando tornerai?", mi chiese Honey.
Scossi la testa. Motivi per tornare ne avevo ben pochi, ma d'altra parte il Portogallo non era decisamente una delle mie mete.
"Non lo so ancora", risposi soltanto.
Avevo chiesto a Lio di chiamare tutti per salutarli prima che partissi. Courtney era ancora furiosa con me, ma mi salutò con il solito affetto e il solito sorriso.
"Ci mancherai, Marcus", mi disse Honey. Dopo di me era lei ad aver sofferto di più la lontananza di Arthemsis, non se lo aspettava e la notizia le aveva spezzato il cuore. Honey c'era sempre stata per lei. Sempre, A le aveva tenuto nascosto tante cose, ma piccoli passi era riuscita a capirla e a starle accanto nonostante tutto. Dopo la morte di Alf, Arthemsis era sparita, non era tornata indietro per salutare, non aveva lasciato biglietti, né niente. Era corsa via da me, da Honey e dalla famiglia che aveva.
"Ci vediamo presto", dissi e lasciai che il profumo dolce di Honey mi avvolgesse. Lei era migliore di me, a differenza mia non aveva tagliato tutti fuori. Usciva regolarmente con Courtney, ogni tanto con Ryan e raccontava sempre tutto a Lio. Lei lo aveva accettato.
"È stato un bell'ultimo pomeriggio", commentò Lio. La stavano mettendo giù troppo dura contando che tra una settimana sarei tornato.
"D'accordo, ora andate", dissi poi e li cacciai via dal mio salotto. Avevo avuto la brillante idea di invitarli a casa mia, avevamo cenato con una pizza e con uno stupido film che aveva annoiato tutti, ma adesso era ora di andare, domani mattina mi sarei dovuto alzare all'alba per prendere l'aereo.
"Buon viaggio, Marcus. Mi raccomando, porta il tuo culo sul gradino più alto" mi fece gli auguri Lio. Gli sorrisi e non resistetti. Lo abbracciai come poche volte avevo fatto. Sentii una stretta al cuore e lo seguii con lo sguardo salire in macchina.
Rientrai in casa e poco dopo arrivò anche Ryan, che mi raggiunse nella mia stanza.
"Hai preso tutto?", mi chiese bussando alla porta.
Annuii e piegai l'ultima t-shirt da mettere in valigia. Avevo un bagaglio davvero misero, ma immaginai che la muta, una felpa, qualche maglietta e un piumino sarebbero bastati.
"Il coach ha già preso la mia tavola e ciò che occorre per la competizione. Quindi sì, ho preso tutto".
Ryan si sedette sul mio letto e io chiusi la valigia. Per la mia gioia non avevo dovuto lottare per chiuderla, non avrei sopportato una lotta con una borsa ora come ora.
"Klein", mi chiamò poi e mi voltai nella sua direzione lasciando la valigia di fianco al letto.
"Wright".
Lo raggiunsi sul materasso, sedendomi di fianco a lui e insieme fissammo un punto impreciso davanti a noi.
"Non hai molta voglia di partire, vero?".
Mi si bloccò il respiro. A volte dimenticavo quanto Ryan mi conoscesse bene, lui sapeva l'entusiasmo che provavo quando facevo qualcosa che davvero mi appassionava e il surf mi stava a cuore, ma le competizioni, le gare, l'ansia che prendeva il posto del divertimento non facevano per me. Per cui no, non avevo voglia di partire, ma dovevo sbloccare questo buio interiore che mi perseguitava da mesi.
"Finirà prima che sentirai la mia mancanza", dissi e lui mi tirò una spallata.
Restammo in silenzio e mi torturai le mani nervoso a causa della situazione.
Da quando Arthemsis se n'era andata passavo tanto tempo da solo, ma mai senza nessuno. Era inutile nascondere le crisi di cui tutti erano a conoscenza a causa della sua partenza inaspettata. Più sere Ryan mi aveva trovato stordito sul divano le prime settimane, ora sembrava andare meglio, molto meglio, ma stare lontano da tutti per una settimana mi spaventava.

BINABASA MO ANG
COME FIOCCHI DI NEVE
RomanceSEQUEL Ricomincia. Accetta. Dimentica. Dimenticare, ecco cosa voleva Marcus. Poter riprendere in mano la sua vita dopo un dolore così letale. Da quando lei se n'è andata, Marcus ha tagliato fuori tutti, giorno e notte si allena con il surf per pot...