La cena non stava andando come previsto.
Non sapevo per quale motivo, ma il fatto che stesse indossando il ciondolo con la A un po' mi destabilizzava e per tutta la durata dall'antipasto non riuscii a guardarla, perché le immagini di lei di due estati fa scattarono nella mia mente una dopo l'altra.
E facevano male, parecchio male, dal momento che la ragazza che avevo davanti ora era cambiata tanto, se non del tutto.
"Spero via sia piaciuto", disse ad un tratto il padre di Rowan che era sbucato dal nulla, letteralmente dal nulla. Ci aveva spiegato cosa ci fosse in quel poco cibo che avevamo nel piatto, ma oltre al salmone il resto lo avevo già scordato.
"Davvero buono, Antoine", commentò Ella che gli rivolse un sorriso e lui fece l'occhiolino a Rowan che però sbuffò. Stava nascondendo qualcosa a tutti i presenti tranne che al padre.
"Sì, è la cosa più minimal e buona che abbia mai mangiato", disse Diego che fece scoppiare tutti a ridere.
"Ottimo, come primo abbiamo uno spaghetto vongole, cipollotto, menta e..."
"Letteralmente uno spaghetto?", chiese Diego che assunse una finta espressione preoccupata.
Antoine rise e annuì ironicamente prima di recarsi di nuovo in cucina. Lo seguii con lo sguardo e studiai l'eleganza con la quale si muoveva ed era a proprio agio in quel posto, invece io non mi sentivo ancora del tutto libero dai ricordi, nonostante i ragazzi ce la stessero mettendo tutta per rendere la serata divertente.
Presi un sorso d'acqua dal bicchiere per rinfrescarmi un po' dai pensieri, ma quasi la sputai in faccia a Diego quando sentii la gamba di Arthemsis sporgersi verso la mia e sfiorarla.
Istintivamente i miei occhi si posarono sulle sue cosce coperte appena dalla seta di quel sottilissimo vestito. Bastava uno strappo e sarebbe rimasta nuda. Con la coda dell'occhio guardai A che sembrava concentrata sulla discussione tra Rowan e Ella, ma ero troppo occupato a studiare il suo profilo perfetto e le sua labbra carnose per far caso a quei due.
Senza pensarci più di cinque secondi, nel momento in cui Diego disse qualcosa a Miles, la mia mano scivolò sotto il tavolo e in un lampo sentii la pelle calda di Arthemisis risucchiare le poche briciole di lucidità che mi erano rimaste. Lei sussultò e si portò subito il bicchiere d'acqua sulle labbra per nascondere il rossore che le sue guance avevano assunto.
Con il pollice iniziai ad accarezzarle un punto leggermente sopra il ginocchio e poco a poco la mia mano salì fino a stringerle la coscia. Stavo già impazzendo e non ero neanche a metà dell'opera, così non sarei andato da nessuna parte.
Spostai silenziosamente il mio sguardo su di lei e le mie dita si mossero sulla sua pelle liscia leggermente verso l'interno, tra le sue gambe. Il suo petto iniziò ad alzarsi e abbassarsi più velocemente, ma ancora troppo lento per dare nell'occhio. Adoravo che il mio tocco la facesse impazzire così tanto, era un tocco leggerissimo, ma era già parecchio nervosa ed eccitata.
Mi coprii la bocca con le dita per nascondere il lieve sorriso che mi era spuntato sulle labbra. Arthemsis prese di nuovo il bicchiere d'acqua davanti a sé e, stavolta, prese un sorso piuttosto consistente, aveva le guance leggermente rosse, avrei voluto sussurrarle all'orecchio che un po' d'acqua non avrebbe salvato la situazione.
"Adesso basta, Arthemsis cosa ne pensi?", le chiese Miles che mise un dito davanti alla bocca di Diego. Rowan ed Ella stavano ancora parlando tra di loro.
"Mh?", chiese lei, mettendo la sua mano sopra la mia sotto il tavolo come per fermare quelle innocenti carezze.
"Chi è il più bravo a fare snowboard?", le domandò Miles.

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COME FIOCCHI DI NEVE
RomanceSEQUEL Ricomincia. Accetta. Dimentica. Dimenticare, ecco cosa voleva Marcus. Poter riprendere in mano la sua vita dopo un dolore così letale. Da quando lei se n'è andata, Marcus ha tagliato fuori tutti, giorno e notte si allena con il surf per pot...