19. Non ti manca il mare?

796 56 37
                                    

"Grazie, ragazzi. Siete i migliori", dissi con un sorriso guardando nello specifico Honey. Era lei ad avere insistito a fare una videochiamata per farmi gli auguri. Non ero esploso dalla gioia, ma al momento ero a casa da solo quindi non ci furono problemi di privacy.

"Abbiamo visto la Blue Surf Competition" disse Lio "Non..."

"Non mi è dispiaciuto, no", lo interruppi sapendo già quale sarebbe stata la domanda.

"Non stavo dicendo quello", parlò Lio "Non pensavamo fosse la cosa migliore per te, quella di restare lì. Ma adesso capiamo perché non vuoi tornare a casa".

Guardai Lio negli occhi, per quanto potessi farlo.

Mi mancano.

"Hai di nuovo quella luce che ti circondava sempre quando stavi con Sis", commentò Courtney "E sono... siamo tutti immensamente felici di vederti così. Non immagini quanto preoccupati fossimo, soprattutto all'inizio", mi spiegò e le feci un sorriso di scuse e di affetto.

Non mi ero comportato nel migliore dei modi con loro.

"Vi voglio bene", dissi e dei sorrisi spuntarono su tutte le tre facce nello schermo.

"Come va?", mi chiese Honey "Con lei come procede?".

Era una sorpresa ogni cosa con lei. Il giorno precedente mi aveva detto di non odiarmi, dopo più di una settimana in cui continuava a dirmi quanto non mi volesse qui, quindi lo presi come un traguardo, ma non le raccontai nel dettaglio quanto ci fossimo avvicinati.

"È un gatto quello che vedo?", mi chiese Lio e mi voltai per scoprire Yuki all'angolo della porta d'ingresso.

"Vieni qui, micia", la chiamai e con dei passi eleganti balzò sul mio letto e spiò i miei amici dalla telecamera del computer che Diego mi aveva prestato.

"Che carina!", gridarono insieme Courtney e Honey.

"È la gatta non affettuosa di Diego", dissi accarezzandole la testa- avrei giurato stesse sorridendo.

"È assurdo, Marcus", commentò Lio osservando il quadretto di me sdraiato sul letto con la neve alle spalle e una gatta bianca che mi fissava. Sì, era assurdo, ne ero perfettamente consapevole.

"Insomma, non ti manca il mare?", mi chiese e io annuii energico.

"Mi manca eccome, mi manca il surf, il caldo e il sole perenne", aggiunsi, guardando fuori dalla finestra. La mia vita si era letteralmente capovolta, era tutto così assurdo, dannazione. Ma non avevo mai sentito una cosa così giusta nel profondo del mio cuore, non avevo mai avuto quella sensazione di non star sbagliando, di certezza assoluta che, per come potessero andare le cose, ora quello era il mio posto.

"Ma Arthemsis è qui", dissi "E non la lascerei andare per nessun motivo al mondo".

Sapevo di aver sbagliato in tante occasioni con lei, ma quella mattina, la mattina di due anni fa in cui l'avevo trovata nel mio soggiorno a raccogliere e sistemare tutto il casino che avevo fatto la sera precedente senza neanche conoscermi, senza che fosse costretta a farlo, nel mio petto si era acceso qualcosa e terrorizzato ero corso fuori da casa mia, lasciandola da sola dopo a quello a cui aveva assistito.

Sapevo di aver sbagliato in tante occasioni con lei e non l'avrei mai ringraziata abbastanza per quello che aveva fatto per me.

Non l'avrei mai ringraziata abbastanza per avermi messo a posto la testa.

"Honey ci ha raccontato dell'altra sera", disse poi Lio, distraendomi dai miei pensieri.

Spostai lo sguardo su Honey e la guardai con un accenno di disapprovazione.

COME FIOCCHI DI NEVEWhere stories live. Discover now