Parte Prima-Capitolo 7

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"Non puoi continuare a stare sdraiato in quel letto. Devi tornare a scuola e poi dobbiamo parlare, seriamente." Paola ha fatto irruzione in camera di Marco, lo ha lasciato tranquillo per tre giorni, sperando che si decidesse a cercare un confronto con lei, prima di comportarsi da adulta ed andare a chiarire finalmente tutti i dubbi che l'assalgono.
Lo vede mettersi seduto e passarsi le mani fra i capelli, cercando di domare quella massa informe dopo che non si era pettinato per giorni.

"Dovresti fare un bella doccia, puzzi e sei impresentabile, ti aspetto giù quando sei pronto."
Lo lascia solo, lui e Giovanni dividono la stanza, ma ora l'amico è a scuola e si trova da solo ad affrontare la furia di Paola. Sa di averla delusa, di avere tante cose da farsi perdonare e non sa se ne sarà capace. Ci penserà sul momento, si butta sotto il getto caldo e finalmente dopo giorni sente di poter anche lui avere un attimo di normalità, lavandosi accuratamente ed indossando vestiti puliti che odorano di bucato. Scende le scale con la testa ancora vuota, non sa bene cosa Paola voglia dirgli, anche se ha il terrore che questa volta non se la caverà con delle scuse. Non vuole essere mandato via, non vuole tornare in un istituto per malati mentali, vuole imparare a gestire la rabbia e quello che lo mangia dentro, perché quel buco nero che lo divora dall'interno non gli lascia pace, ogni minuto in quella cazzo di testa tarata.
Paola lo attende in cucina, davanti ad un caffè che sorseggia silenziosa, guardando fuori dalla finestra.

"Siediti." l'ha sentito entrare e non si è voltata neanche a guardarlo e lui non l'ha preso come un buon segno.

"Cos'hai da dire del tuo comportamento dell'altro giorno? Lo sai che dovrei denunciare il tuo allontanamento volontario e sai anche quali sarebbero le conseguenze." il suo tono è severo ma quello che ferisce maggiormente Marco è il suo sguardo, duro e tagliente. Ha tirato troppo la corda stavolta e Paola è decisa nel mandarlo via di lì, non ci sarà niente di quello che potrà dire e fare che possa farle cambiare idea. Decide di essere sincero, confessando tutto quello che le ha tenuto nascosto, i suoi più profondi segreti.

"Hai ragione ad essere incazzata ed a volermi cacciare via. Non ho speranza e lo so, come so che non esiste nessuno che possa salvarmi. Ci ho provato a tenere a bada il dolore e la rabbia. Mi sono fidato di te e mi sono morbosamente affezionato a Giovanni, pensavo che lui fosse la mia ancora di salvezza, ma nessuno può esserlo, dobbiamo salvarci da soli. Non credo di averne la forza, mi sento come preda di qualcosa più forte di me, che mi dilania dentro. L'altro giorno stavo per aggredire Giulia, se non fosse intervenuto Giovanni forse le avrei fatto del male. Non posso restare qui, ma non so dove andare."
Ha pronunciato le ultime parole con la voce incrinata e rotta dall'emozione e lo sguardo basso. Paola continua a fissarlo severa, nonostante la stretta che ha avvertito al cuore, nel vederlo cosi fragile senza essere in grado di aiutarlo.

"Devo riflettere, per ora resterai qui, ma non credere che mi possa dimenticare di quanto successo. E pretendo che tu chieda scusa a Giulia."

Marco abbassa la testa fissandosi le mani, che tremano leggermente. A Paola si stringe il cuore a vederlo così, sa che sta combattendo una battaglia silenziosa e vorrebbe stringerlo tra le braccia e dirgli che andrà tutto bene, invece si mantiene ferma e fredda, contro la sua stessa volontà.

"Vedi di rigare dritto, fino a che non avrò deciso cosa farne di te."

Lo vede annuire piano e quando rialza la testa i suoi occhi vibrano di paura.
La giornata si anima e popola delle voci dei ragazzi che tornano da scuola, tutto sembra scorrere con quella normalità di sempre, il pranzo tutti assieme ed i compiti assegnati ad ognuno, compreso quello di lavare i piatti, che a turno tocca loro. Stavolta sono Giulia e Giovanni a dover svolgere questa mansione insieme e la cosa sembra non dispiacere ad entrambi. Giulia insapona e passa sotto l'acqua le stoviglie che porge a Giovanni, che le asciuga e ripone nel lavello. Ad ogni piatto che gli allunga gli sorride e lui ricambia guardandola con la coda dell'occhio. È così inconsapevolmente bella, con le mani sporche di sapone ed il viso felice semplicemente di averlo accanto, anche senza dirsi nulla.
Una fitta attraversa il suo stomaco mentre la guarda. E se tutto finisse all'improvviso? Ha già vissuto l'inferno dell'abbandono, anche se inconsapevole, perché se una cosa non l'hai conosciuta non può mancarti così tanto e lui i suoi genitori non li aveva mai visti e non sapeva chi fossero, e non gli mancavano. Gli mancava l'idea di loro, ma aveva sempre avuto la musica da quando ne avesse ricordo e quell'assenza veniva colmata dall'amore ricambiato per il suo mondo e per il violino. Con Giulia era diverso, era un sentimento reale con cui confrontarsi, forse il vero primo profondo legame con cui dover fare i conti. Alle volte si trovava a sorprendersi di quanto fosse intenso quello che provava, di come quella ragazzina occupasse i suoi pensieri ed influisse sul suo umore. Quando l'ha accanto tutto è più bello e lui si sorprende a sorridere molto spesso e sovente, senza motivo. Ne è diventato dipendente e più si affeziona a lei e più cresce in lui la paura di perderla. Sa quanto possa essere reale la possibilità che qualcuno la porti via da lì prima o poi e la prospettiva non lo fa dormire la notte. Avrebbe accettato qualsiasi cosa se fosse stato convinto che sarebbe stato per il suo bene, anche se questo voleva dire perderla.

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