Parte Quinta-Capitolo 8

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"Giulia sveglia, ho fame e non è rimasto niente in frigo." sorride nel sonno, quella voce delicata e fanciullesca le da vibrazioni positive. Avverte una mano che si posa sulla sua guancia, pizzicandola. Apre un occhio e si trova davanti due fari azzurri che la guardando spalancati e un visetto che non potrebbe essere più dolce di così.

"Che ore sono?"

"Non lo so, sono sveglio da tanto."

Allunga una mano a cercare Giovanni accanto a sé, ma il letto è freddo e vuoto. Si solleva a malincuore a sedere e Mattia si arrampica vicino a lei, abbracciandola stretta e rimangono qualche minuto così, mentre ascolta il battito del  cuore e rallenta il suo. È una sensazione così bella e nuova potersi crogiolare nell'abbraccio caldo di quel bambino, senza ansia di essere in pericolo. È così intenso il modo in cui si senta a suo agio, così come le succede con Giovanni e così serena, solo per poterlo guardare e sentirlo parlare. È qualcosa che non aveva mai considerato, perché per lei era impensabile diventare madre e aveva accantonato l'idea nascondendola nell'angolo più remoto della sua anima. E invece ora sente quell'istinto in ogni fibra del suo essere, come se Mattia fosse stato partorito dalla sua pancia.

"Giovanni dov'è?"

Mattia si stringe nelle spalle "Non lo so, mi sono svegliato e non c'era, tu dormivi e ho aspettato."

Non le capitava da mesi di dormire così profondamente, guarda l'ora e sia accorge che sono quasi le undici e sorride.
Era stato così bello ritrovare le braccia di Giovanni e addormentarsi ascoltando il suo respiro, era qualcosa che pensava di aver perso per sempre, per quello ancora più prezioso. Chissà dove è andato ora? Con un sospiro si scioglie dall'abbraccio di Mattia e posa i piedi nudi sul legno del parquet, ancora caldo, nonostante il freddo che c'è fuori. Ha nevicato e come le succede sempre non può che incollare il naso al vetro per ammirare quella distesa bianca e immacolata. Stavolta trova il viso di Mattia che si affaccia con lei.

"Ti piace la neve?"

"È magica, mi piace quando scende in fiocchi dal cielo. Mi sembra che tutto si ferma intorno, come se il tempo si bloccasse."

Giulia sorride, ha tanto da imparare da quel bambino, una poesia che forse lei non ha mai avuto nella sua vita. In questo somiglia molto a Giovanni che l'aveva incantata invitandola ad ascoltare i suoni del mondo che girava intorno, della natura che si muoveva nello spazio. Mentre osservano il panorama fuori dalla finestra il fuoristrada di Giovanni si ferma nel cortile di casa.

"Cosa ci hai portato?"

Quando entra dalla porta carico di buste, Mattia gli corre incontro, rischiando di farlo cadere.

"La colazione, il pranzo e la cena. Non era rimasto nulla in casa. Sei piccolo ma mangi tanto, ne dovrò tenere conto." si sorridono e Giulia non può non notare quanto siano simili: le stesse pieghette vicino agli occhi che si arricciano, l'incresparsi delle labbra che hanno un andamento irregolare, con un angolo che si solleva maggiormente, lo stesso luccichio negli occhi. Non potrebbero assomigliarsi di più neanche se fossero padre e figlio. Sarà difficile far credere agli altri che sia loro figlio, sicuramente non sarà difficile farlo passare per il fratello minore di Giovanni e loro la coppia che se ne prende cura dopo la morte dei genitori, in questo modo dovrebbero evitare le troppe domande curiose della gente.
Sa che non possono restare a lungo in quel loro piccolo rifugio, devono trovare una casa più accogliente dove vivere nei prossimi anni. Giulia si è già messa alla ricerca, la compreranno così da evitare di avere a che fare con proprietari invadenti, entrambi hanno una buona riserva economica da parte e lei ha già fatto in modo di trasferire tutto su un conto criptato in modo da non essere facilmente rintracciabile. Vuole cercare di evitare di essere facilmente esposti alle eventuali ricerche di Joele o di chiunque voglia intromettersi nella loro vita. Non sa ancora se siano al sicuro, non ha più parlato con suo padre e non crede che succederà così presto. Giovanni si era procurato i documenti falsi per tutti e tre, avevano già una nuova identità su cui appoggiarsi. Avevano mantenuto i loro nomi, cambiando solo il cognome, non volevano generare confusione in Mattia che era già provato da tutto ciò che era accaduto. In fondo non dovevano proteggersi da nulla, solo dalla curiosità della gente. Non può credere che suo padre voglia dar loro la caccia, sa quanto già abbiano patito e se un po' tiene a loro si guarderà bene da fargli subire ulteriori pressioni. Con il viso immerso nelle buste, Mattia cerca qualcosa di commestibile e sorride non appena rintraccia il pacchetto di patatine, che solleva trionfante fra le mani.

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