Parte Seconda-Capitolo 11

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Non fa neanche in tempo a mettere giù il telefono, che ha già afferrato le chiavi e sta guidando verso casa dei suoi. Si attacca al campanello, incurante del fatto che sia sera ed i vicini sicuramente usciranno a curiosare e quando Magda compare sulla porta, guardandola stranita, irrompe in casa.

"Ho dimenticato le chiavi, scusa. Dov'è Carlo?"

"È nel garage, lo sai che si rifugia li la sera. Va tutto bene tesoro?"

"Si scusami, ho solo molta fretta." le da un bacio sulla guancia e si precipita in garage. Spera che Carlo si fidi di lei e non le faccia domande, perché ha un assoluto bisogno della sua complicità.

"Papà?" Carlo si volta, sorpreso, perché è raro che Giulia lo chiami così.

"Ciao piccola mia, che ci fai qui?"

"Ho bisogno di un favore, ti prego non dire niente, è importante che ti fidi di me."

L'uomo la invita a sedersi, lui si sistema su alcune casse, appoggiate alla parete e lei trova una sedia di plastica, di quelle da giardino, che sono accatastate in quel garage dove Carlo passa il suo tempo libero sistemando la moto con cura, che probabilmente non userà mai.

"Ti ascolto."

"Mi dovresti prestare la casa in montagna, non mi chiedere perché, non posso dirtelo. Non dovrai dire a nessuno, se te lo chiederanno, dove sono. Ti prego papà è importante." lo guarda dritto negli occhi e lui avverte l'ansia nel suo sguardo ma anche quella ferma decisione che la muove, che è sempre stata quella cosa con cui fare i conti negli ultimi dieci anni. Quella ragazzina testarda che era entrata nella sua casa, colorando il suo mondo di bellissime sfumature ma anche portando con sé tutte le durezze e le asperità di un cuore provato dai colpi della vita, ora è diventata una donna splendida, risoluta e determinata, a cui lui non può dire di no, neanche se volesse.
Fruga in un cassetto e ne tira fuori un mazzo di chiavi, che le consegna.

"Ad una sola condizione, che ti faccia sentire tutti i giorni, almeno una volta al giorno, con un messaggio o una chiamata. In caso contrario mi precipito li."

Giulia sorride, in fondo è sempre un padre ansioso ed anche in quella incredibile situazione, riesce ad assaporare un po' di normalità.

" Affare fatto. Grazie, non sai quanto sia importante per me."
Si alza per andare a stampare sulla guancia di Carlo, un bacio, che lui accoglie sospirando.

"Ora vai, prima che cambi idea."

Prima di andare all'appuntamento con Giovanni, deve fare un'altra cosa importante. Sale in macchina e va a casa di Giada. La ragazza non l'aspetta e spera di non interrompere qualche appuntamento galante, ma quella che le apre è una Giada in short e canottiera, lo sguardo assonnato.

"Dormivi?"

"No, facevo ginnastica. Certo che dormivo."

"Alle dieci di sera?"

Giada la afferra per mano e si va a sedere sul divano, le gambe incrociate.

"Ho l'apertura del bar alle quattro, mi ero appena messa a letto. Che ci fai qui?"

"Ho bisogno di parlarti."

"Non potevi aspettare domattina?"

Giulia scuote la testa ottenendo tutta l'attenzione dell'amica, che si stiracchia per cancellare le ultime tracce di sonno.

"Spara, ti ascolto."

"Vado via per qualche giorno, forse un po' di più, non lo so ancora. Mi faccio viva io, ti chiedo solo di fare attenzione."

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