Parte Quinta-L'amore E L'inganno-Capitolo 1

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                     L'amore

"Temere l'amore è temere la vita, e chi teme la vita è già per tre quarti morto."
(Bertrand Russell)


Silenzio, un flash nella sua testa...swiiishhh...
Passi concitati, bip, bip, biiipppp,
"Presto, la stiamo perdendo, adrenalina in vena... Forza con quel carrello..."

Il dolore la invade improvviso, tutto il corpo sussulta mentre il sangue pompa con una tale intensità che lo sente scorrere come un fiume.

Silenzio
Formicolio in tutto il corpo...

" Saranno fondamentali le prossime quarantotto ore, si faccia forza."

Bianco, rosso, il volto di Mattia... Le sue dita che scorrono sulla mano di Giovanni, il vuoto fra il pollice e il medio.. Rosso, sangue..
Lacrime
Silenzio...

Muove appena le ciglia cercando di separarle, sono così pesanti e la sua testa così confusa, che si trova a ribbassarle affranta. Quel ronzio costante nella sua mente non l'abbandona, è così fastidioso e lei così stanca, che vorrebbe solo dormire. Si sente sfiorare il viso dal tocco leggero di polpastrelli, li sente imprimersi sulla sua guancia come piccoli spilli che la pungono, facendola fremere.

"Si sta risvegliando."

La voce le giunge ovattata, come attraverso una nebbia, come lontana anni luce da lei. Si sforza nuovamente di sollevare le palpebre, la luce seppur tenue che rischiara la stanza le ferisce gli occhi dolorosamente. Qualcuno le sta sistemando la flebo che le fuoriesce dal braccio, una figura vestita di bianco, come un piccolo fantasma che si muove nella nebbia davanti ai suoi occhi, poi lentamente tutto si fa più chiaro, più nitido. È in una stanza d'ospedale e Joele la scruta attento e premuroso.

"Bentornata." le sorride debolmente, le sembra così stanco, le guance scavate, la barba incolta. Prova ad aprire la bocca ma le labbra sono come incollate, lui sembra intuire e le avvicina appena il bicchiere con l'acqua, lasciando che qualche goccia le cada sulle labbra e nella gola, per placare l'arsura.
Joele le carezza dolcemente i capelli, guardandola serio. Non ricorda molto, qualche immagine confusa, erano nel rifugio di Davide e con lei c'erano Giovanni e Mattia, poi il buio.

"Hai avuto una commozione celebrale, sei stata in coma per due giorni. Ci hai fatto prendere un bello spavento."

Giulia sente una strana sensazione scendere giù per la gola, un sapore amaro che non saprebbe definire.

"Dove sono?" riesce a pronunciare quelle parole soffiando con forza, ne esce un suono flebile ma comprensibile e vede la fronte di Joele agrottarsi improvvisamente.

"Sei in ospedale."

Scuote la testa con forza, mentre le lacrime le pungono gli occhi.

"Dove sono Mattia e Giovanni?"

Stavolta Joele non può ignorare la domanda e far finta di non aver sentito. Le afferra la mano stringendola dolcemente.

"Mattia sta bene, è al sicuro. È ancora un po' scosso, ha già chiesto di te, vuole vederti."

Giulia non è soddisfatta della risposta e il suo cuore comincia a tamburare nel petto, come se intuisse che qualcosa non vada.

"Dov'è?" il suo tono si è fatto urgente, squillante mentre inizia a tremare.

"Dov'è Giovanni?"
Il silenzio che ne segue fa più rumore di qualsiasi parola e Joele abbassa per un momento lo sguardo verso terra.

Non può essere, dimmi che non è vero, dimmi che sta bene.

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