Parte Seconda-Capitolo 13

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Arriva a Bologna che è ancora mattina, Paola non si aspetta la sua visita e lei sa che è probabile che la trovi da sola, dato che i ragazzi a quell'ora sono a scuola.
Non appena parcheggia la macchina all'esterno della casa, un mare di emozioni la travolge, tanto che deve appoggiarsi al volante e respirare piano, per controllare l'agitazione che si è impossessata di lei. Per quanto fosse stata lì per meno di un anno rimane il posto a cui è stata più legata, prima di essere accolta da Carlo e Magda. Lì ha conosciuto Giovanni e Giada e Paola. Per quanto non si siano più viste negli ultimi dieci anni, si erano tenute in contatto, qualche messaggio per il compleanno e per Natale, o per sapere come procedevano le loro vite. Chissà che sensazione l'avrebbe colta rivedendola. Bussa alla porta ed attende, sperando sia in casa. Quando la porta si apre non può che ripiombare in un istante ad anni prima: il volto un po' più scavato e qualche ruga d'espressione in più sul viso, ma Paola è sempre la stessa, lo stesso sguardo fermo ma in cui si scorge la bontà che risiede in lei.
La scruta per qualche istante, poi il suo viso si illumina.

"Giulia?" non appena la ragazza annuisce, si trova stritolata tra le sue braccia, in una morsa colma d'affetto.

"Che ci fai qui? Che bello rivederti." Si sposta per farla entrare e non appena mette piede in casa un batuffolo trotterellante si avvicina ai suoi piedi, annusandoli. Forse l'età ha un po' rallentato i suoi riflessi, non si arrampica più festante sulle sue gambe, ma non appena Giulia si inginocchia per accarezzarlo, lui le lecca le mani ed il viso, come un tempo.

"È Musetto?"

Paola ride vedendo l'espressione sorpresa e felice della ragazza.

"Si, è lui, Giovanni me l'ha lasciato in custodia quando è partito per Boston. Cosa potevo fare? Non ho mai voluto animali in casa, ma a lui non ho potuto dire di no."

Il cane strofina il suo muso sulla pancia di Giulia, infilando la testa fra le sue braccia, facendola ridere.

"Gli piaci, probabilmente ti ha riconosciuta. Ormai è diventato la mia ombra, mi segue dappertutto, l'avresti mai detto? Siamo inseparabili."

La invita silenziosamente a seguirla in cucina, con Musetto che le trotterella dietro.

"Tisana alla passiflora, credo che ne abbiamo bisogno entrambe, non credo tu sia venuta solo per salutarmi."

Giulia le sorride debolmente, il momento della sorpresa lieta è già terminato ed entrambe sanno di dover parlare di argomenti meno leggeri.

"Come sta Giovanni?"
Non sa esattamente come faccia a sapere che si sono rivisti e sono insieme, ma lo sa, come sa che lei è lì per parlare del loro passato.

"Ho seguito la vicenda che l'ha coinvolto e quando ho letto che era stato a Roma con la sua tournée ero certa vi foste rivisti. Non mi chiedere come e comunque me l'hai appena confermato con il tuo sguardo."

"Come vuoi che stia, sta vedendo tutto il suo mondo crollare intorno, cerca di resistere."

"Però ha te e non è poco. Sono sicura che sei qui per aiutare lui, nessun'altra l'avrebbe fatto, fidandosi in quel modo, ma tu sei sempre stata speciale." appoggia la tazza con la tisana sul tavolo e siede di fronte a lei, sorridendo.

"Giovanni lo è, mi sarei buttata nel fuoco per lui un tempo e credo tu lo sappia."

"Mi sembra che le cose non siano cambiate." beve un sorso della sua tisana guardandola e Giulia abbassa un attimo il viso.

"No, e sono qui per farti un po' di domande, se vorrai rispondere."

"Certo, farò finta di non sapere in che veste me le fai, diciamo che è una conversazione fra vecchie amiche."

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