Parte Terza-Capitolo 3

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"Ti ascolto, cosa devi dirmi?"
Giulia lo aveva fatto accomodare sul divano della sala, andando a sedersi poco distante, guardando il suo volto. Non aveva una gran bella cera, sembrava non dormisse da giorni ed una barba appena accennata gli spuntava sulle guance. Si era pentita di averlo fatto entrare, non appena aveva messo piede in casa si era guardato attorno, fiutando l'aria, come a voler controllare che non ci fosse traccia di qualcun'altro li.

"Sei sola?"

Giulia evita di rispondere, limitandosi ad un'occhiata poco amichevole.

"Ok, possiamo quindi parlare con calma."

"Come facevi a sapere che fossi qui?"

Luca si gratta il mento, quasi spaesato da quella domanda.

"Giravo da queste parti è ti ho vista entrare, poi ho visto un uomo, che ha suonato al tuo campanello ed è uscito dopo pochi minuti e sono qui. Chi era, il tuo capo?"

"Luca, sei venuto qui a parlare della mia vita sociale o hai qualcosa di intelligente da dirmi? Comunque non mi piace chi mi spia, ti prego di non farlo più altrimenti dovrò prendere provvedimenti."

Nota un cambiamento nel suo sguardo, ora più duro e quasi cattivo, come se l'essere stato rimproverato l'abbia mal disposto.

"Ne avrei il diritto, fino a pochi giorni fa eri la mia fidanzata."

"Appunto, ero, mi sembra che ci siamo già chiariti su questo punto." il suo tono non è più amichevole ora, chissà cosa aveva pensato, forse credeva che lui volesse solo restare suo amico e superare le tensioni che c'erano state a causa sua, ma capisce che è stato stupido il solo ipotizzarlo.

"Davvero vuoi buttare una relazione di un anno per una sbandata?"

Giulia deve far forza sul suo autocontrollo per non cacciarlo via all'istante, non ha tempo per queste cose, deve tornare da Giovanni e questi minuti preziosi tolti a loro due la infastidiscono. Non sa come abbia potuto solo pensare di provare per quel ragazzo qualcosa di più di una semplice attrazione, forse anche quella era stata un'altra finzione nella sua vita e solo ora se ne rende conto.

"Ti prego Luca, non mi costringere a dire cose di cui entrambi ci pentiremmo. Cerchiamo di salvare quel poco di buono che c'è stato fra noi."

Luca scatta in piedi e per un attimo Giulia ha la sensazione che voglia avvicinarsi per sovrastarla fisicamente e si mette sulla difensiva.

"Riduci tutto a una piacevole conoscenza, quando eravamo una coppia e almeno io ti ho amato e ancora lo faccio. Mi sembra di capire che lo stesso non valga per te."

Anche lei si è alzata in piedi e ora guarda i suoi occhi arrabbiati e sofferenti e un po' le dispiace di non poter corrispondere la sua tristezza, ma non prova nulla di tutto ciò.

"Per favore, ora è meglio che tu vada. Mi spiace per tutto questo ma non abbiamo altro da dirci."
Preferisce essere ferma e passare per stronza, che illuderlo inutilmente con qualche parola dolce e comprensiva.

"Vaffanculo Giulia, pensavo fossi meglio di così, non so chi ho conosciuto fino ad ora, troverò il tuo amante e gli dirò alcune cose interessanti su di te, non so se dopo ti guarderà con gli stessi occhi."

Se solo sapesse quanto si sbaglia, perché Giovanni conosce tutto di lei, anche la parte peggiore e la ama nonostante tutto. Questa consapevolezza la coglie con una tale intensità che per un attimo si sente indifesa di fronte a Luca, come se le potesse leggere dentro e carpire la sua fragilità, per colpirla.

"Vattene ora." il suo sguardo torna a farsi schermo di quella freddezza che non le appartiene, ma che è necessaria per far sì che Luca esca da casa sua.

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