[08] max's house

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"Non so cosa dire, o fare."

⸻ 𝐵 ⸻


Stavo sistemando qualche indumento nello zaino, scompigliando continuamente i capelli di fronte allo specchio. Perché ho accettato?, mi domandavo, Perché, se volevo solo ignorarlo e far finta che non fosse mai successo niente? Volevo solo fingere di non sentire ancora la pressione delle sue labbra quando ci pensavo o di non vedere i suoi occhi chiari mentre gli pulivo il viso sporco di sangue ogni volta che chiudevo i miei. E c'ero riuscita, cazzo. C'ero riuscita così bene che sembrava quasi un sogno.

Ma... c'era sempre quel piccolo dettaglio del cazzo. Maxine. La sua sorellina. La mia unica amica.

Cristo santo, quella piccola stronzetta riusciva a farmi accettare anche quello che non volevo categoricamente fare. Come andare a dormire a casa sua, per esempio.

Accettare di passare più di dieci ore consecutive a casa sua, sapendo che Billy sarebbe stato lì tutto il tempo, e che l'unica cosa che ci avrebbe separato per quasi tutto il tempo era una misera parete tra la cameretta di Max e quella del suo fratellastro, era stata la peggior decisione della mia vita. E no, non era un'esagerazione. Era un fottuto disastro.

Una porta che sbatteva con forza mi richiamò dal piano di sotto. «Sei pronta?» La voce di Vance rimbombò per tutta la casa, penetrandomi con forza nella testa e dovetti reprimere una risposta scocciata. Dopotutto, mi stava facendo un favore, accompagnandomi da Max invece di scoparsi una sedicenne in un vicolo angusto e sporco.

«Ci sono quasi!», urlai affinché mi sentisse. «Prendo la giacca e scendo!»  

Recuperai una felpa pesante e la giacca di jeans che Vance mi aveva gentilmente offerto – visto che non gli stava più – dalla sedia, quindi scesi la rampa di scale e raggiunsi mio fratello.

Lui scosse la testa quando mi vide, come se ci fosse qualcosa in me che non gli piaceva. Ma ero io a non piacergli. Ma ehi, era una cosa di famiglia. Non piacevo a nessuno di loro. Non fece commenti, si limitò ad aprire la porta principale e farmi passare per prima. La richiuse e ci sistemammo in macchina. «Ci sono ragazzi?», mi domandò, fingendosi interessato a qualcosa di cui in realtà non gli importava niente, mentre adagiavo lo zaino ai miei piedi.

«Il fratello stronzo di Max conta come ragazzo?», replicai con un sospiro. Vance mi lanciò una breve occhiata, mettendo in moto quella vecchia carretta di terza mano che aveva risistemato lui, da solo, e che si ostinava a chiamare «auto». Mi arruffai i capelli biondi, guardandomi sullo specchietto retrovisore, e mi inumidii le labbra con la punta della lingua. «Allora no, non ci sono ragazzi.»  

Il resto del viaggio passò silenzioso, con una vecchia cassetta di una band sconosciuta che rompeva quell'opprimente assenza d'interesse nei confronti dell'altro. Vance probabilmente si chiedeva come sarebbe stata la ragazza che avrebbe ceduto ai suoi penetranti occhi azzurri, mentre io imploravo qualunque divinità – esistente o no – di far scomparire Billy dalla faccia della terra, perché non ne potevo più di sentire il mio cuore fare delle stupide capriole ogni volta che ripensavo alla sua bocca calda, come se fosse un bel ricordo. Col cazzo.

Vance si fermò davanti al vialetto della casa che Max mi aveva descritto come propria, e che io avevo indicato a mio fratello, seppur con un po' di incertezza. Non si occupò di spengere il motore, ma aspettò che scendessi e, non appena ebbi richiuso lo sportello, sgommò via, scomparendo dalla mia vista.

Durante il viaggio aveva iniziato a piovere e io, ovviamente, non me n'ero accorta, troppo occupata a maledire le labbra morbide e invitanti di quello stronzo di Billy Hargrove.

𝐃𝐀𝐃𝐃𝐘 𝐈𝐒𝐒𝐔𝐄𝐒 » 𝑩𝒊𝒍𝒍𝒚 𝑯𝒂𝒓𝒈𝒓𝒐𝒗𝒆Nơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ