❝ Capitolo due ❞

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La casetta è diversa dall'anno prima, o almeno è questo il mio presentimento appena ci metto piede dentro. I ragazzi hanno già dato di matto, c'è infatti chi saltella in giro e chi, invece, chiama entusiasta la sua famiglia. Anche io mi appresto ad appartarmi in un angolo per chiamare la nonna, ma mentre lo faccio vado a sbattere addosso qualcuno.

Da premettere che io non sono tanto bassa, mi definirei nella medie almeno rispetto alle mie coetanee. Un metro e sessantacinque non è male normalmente, ma quando mi ritrovo ad alzare la testa per scusarmi con il mal capitato mi rendo conto di quanto io in realtà sia bassa. Sarà forse il ragazzo ad essere troppo alto, ma posso dire con certezza che tra noi ci potrebbe essere un cucciolo di cane di differenza.

"Scus-"

"Stai attenta a dove metti i piedi"

Il suo sguardo scocciato è l'ultimo dettaglio del ragazzo che noto, dato che mi supera rischiando perfino di darmi una leggera spallata se non mi fossi spostata un secondo prima. Sono convinta di aver fatto una delle mie tipiche smorfie, dato che Samuel, che suppongo abbia visto tutta la scena, è scoppiato a ridere.

Ignorando il moto di rabbia che si diffonde nel mio stomaco, faccio partire la chiamata. Essa dura circa un quarto d'ora e quasi rischio le lacrime a causa delle belle parole che mia nonna mi dedica.

"Sei il mio orgoglio, lo sai?"

Poggio il telefono nella scatola insieme agli altri, dirigendomi fuori a fumare. Non sono sola, quasi tutti i ragazzi si sono spostati all'esterno per conoscersi meglio a vicenda.

"Qualcuno ha un accendino?" domando sperando che in tutta quella confusione qualcuno possa sentire la mia voce. Fortunatamente quello che sono convinta chiamarsi Tommy Dali mi passa un clipper totalmente nero.

"Grazie mille" Glielo ridò concedendogli un sorriso. Mi perdo ad ascoltare le presentazioni di tutti quanti, soffermandomi particolarmente su quella di Gianmarco, si proprio il ragazzo antipatico di prima. Anche solo quando parla normalmente risulta essere strafottente, come se fosse un a spanna sopra gli altri.

"E tu che ci dici, Venere?" a pormi questa domanda è Ramon.

Io ho sempre avuto questa capacità nel saper leggere al meglio le persone solo alla prima vista. E se nemmeno oggi ho sbagliato, posso affermare con certezza che dietro alle domande di Ramon non ci sia solo pura curiosità. Scommetto che ama collezionare dettagli delle persone per sfruttarli a suo piacimento.

"Ho diciassette anni e vengo da Napoli. Faccio un liceo scientifico e non so più che dire" Mi faccio scappare una risata alla mia pessima presentazione, ma vedendo che anche gli altri mi seguono a ruota non mi scoraggio.

Dopo un'oretta sento il freddo autunnale entrarmi nelle ossa e , complice anche la stanchezza, decido di dare la buonanotte a tutti per avviarmi insieme a Ludovica in camera. Avendo già sistemato le mie cosa appena arrivata, mi butto sul materasso senza troppi complimenti cadendo subito nelle braccia di morfeo.

➸ Daydream || GianmarcoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora