❝ Capitolo ventisei ❞

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La mattina dopo mi svegliai a causa del suono della sveglia. Mi alzo subito, sentendomi più carica del normale. L'infortunio ormai è un ricordo passato e sembra star ritornando tutto al suo posto.

In cucina trovo un piattino coperto da un fazzoletto. L'avrei lasciato lì se non avessi letto cosa c'era scritto sul pezzo di carta: "X Venere"

Un sorriso spontaneo nasce sul mio volto, mentre scopro cosa mi è stato lasciato. Si tratta di due pancake con sopra della nutella.

Niente da dire, chiunque me l'abbia lasciato sa bene che il cibo è la cosa che più preferisco al mondo.

Poco ci metto a capire che sono stati anche impastati a mano, dato che sono molto più buoni di quelli preconfezionati che la produzione ci compra.

Il pensiero che tutto ciò sia stato fatto da Gianmarco è lì, sempre più insistente. Se fosse vero, si collegherebbe al suo discorso di ieri.

Eppure non voglio essere prevenuta. Non voglio illudermi per poi rimanerci male, quindi fino a quando non si fa avanti il responsabile mi terrò per me le mie teorie.

Mentre me li gusto, anche gli altri si iniziano a svegliarsi venendo in cucina per potersi sfamare. Delle braccia mi cingono da dietro ed un dolce profumo mi riempie le narici, è Samu.

"Ciao piccola"

Sorrido come sempre, non riuscendo a non sciogliermi alla sua dolcezza.

I miei occhi corrono per la sala, dove intravedo Maddalena e Ramon farmi un occhiolino. I due sono team Samu-Venere, mentre Ludovica e Mattia sono team Gianmarco-Venere.

Ne abbiamo giusto parlato ieri notte, in una sezione di inciuci.

Ho raccontato loro un po' tutto, avendo bisogno di qualche confidente che potesse darmi un consiglio.

"Ma a che ora ti sei svegliata?"

Non capisco il perché della sua domanda, sa benissimo a che ora mi sveglio ogni mattina dato che la sveglia è sempre la stessa.

"Sempre alle sei, perchè tesò?"

Mi da un piccolo morso sulla guancia, più per scena che per farmi male. Odia quando lo chiamo così, dice che sembro una piccola vrenzola.

Non è colpa mia che è nella mia natura.

"Quando li hai fatti sti cosi? Me ne hai lasciato uno?"

Io scuoto la testa, eliminando mentalmente Samu dalla lista dei sospettati.

"Non li ho fatti io, ho trovato un foglio con su scritto che erano per me"

La sua mascella si serra, ormai è da giorni che ho notato alcuni sui atteggiamenti strani.

Sta mantenendo i suoi buoni propositi di esserci come amico, ma so che la sua gelosia non riesce più a stare a freno.

"Oh che bello, chi te li ha lasciati?"

Si siede accanto a me, mettendo quel minimo di distanza che forse gli serve per trovare la calma.

"Non lo so, non ne ho più pallida idea"

Ammetto sincera, notando attraverso l'orologio che porto al polso che si sta facendo realmente tardi.

"Ora corro, che se no Todaro mi fa un cazziatone di quelli epici"

Dopo avergli depositato un bacio sulla guancia mi avvio verso la porta, ma vengo fermata da una voce.

"Aspetta, ho lezione con te"

È Megan.

Non mi sarei mai aspettata ciò, dico la verità. Ma non mi faccio problemi ad aprirmi in un sorriso.

"Certo"

Mentre camminiamo verso lo studio, lei rompe il ghiaccio notando che la situazione stava diventando imbarazzante.

"Volevo chiederti scusa"

Non riesco a capire a cosa effettivamente si riferisca e lei appena capisce continua a parlare.

"Non che siamo queste grandissime amiche, ma comunque sapevamo tutti in casetta che tra di voi c'era qualcosa. Lo ammetto mi ci sono buttata a capofitto appena ho visto che, forse, ci poteva stare. Con questo non dico che me ne pento, lo rifarei, ma magari non alle tue spalle"

"Non devi scusarti, hai fatto quello che per te era giusto"

Nel mentre siamo arrivate a lezione.

➸ Daydream || GianmarcoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora