❝ Capitolo sette ❞

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"Come sono andate le prove?"

Sono sul divano fra le braccia di samu, mentre affianco a noi vediamo nascere la coppia Niveo-Rita.

Al sentire la domanda, cerco involontariamente con lo sguardo Gianmarco che scopro starmi già guardando.

"Bene, anche se probabilmente con te sarebbe stato più divertente"

Mentire guardando negli occhi la persona è un qualcosa che mi viene facile, complice probabilmente il mio piano natale disastroso.

Eppure la punta di provocazione presente nella mia voce fa ghignare il moro, che dall'altra parte della cucina ritorna alle sue faccende, forse più felice di prima.

"Io non credo"

Mi sussurra all'orecchio il diciottenne, facendomi sgranare gli occhi.

"In che senso?"

"Solo un presentimento"

Con lo sguardo di uno che la sa lunga, mi lascia sola andando a raggiungere Ludovica intenta a ripetere dei passi.

La cena vola, così come il resto della serata e in men che non si dica mi ritrovo da sola in giardino, mentre tutto gli altri dormono.

Per una volta sono contenta di non essere circondata dalle persone, così che possa provare a sciogliere i miei pensieri sempre più ingarbugliati.

"Non riesci a dormire perché mi pensi troppo, nana"

Il tono roco ed assonnato del ballerino mi fa spaventare, in quanto inaspettato.

"Dovresti star a letto anche tu, ma vedo che un solo pomeriggio con me ti ha fottuto la testa"

Lo provoco a mia volta, riuscendo a ricavare un risatina.

Si sporge vicino a me, non troppo ne troppo poco, facendomi rimanere interdetta.

Non so cosa gli passi per la testa, ma qualche istante dopo comprendo che avesse solo dimenticato la felpa sulla poltroncina affianco a me.

"Sognami, nana"

E con questo mi lascia nuovamente sola al freddo di metà settembre.

La mattina dopo Samuel deve trascinarmi con forza a fare colazione, dato che avrei voluto sfruttare tutto il tempo pre lezione per dormire un altro po.

"È importante mangiare"

Mi aveva bacchettato il biondo, lasciandomi una tazza di latte e dei cereali davanti, assieme ad un bacio sulla guancia dato di fretta.

"Ehi Venere"

Mi sorprendo di sentire il ragazzo rosso rivolgermi la parola, dato che non abbiamo per nulla legato da quando siamo qui.

"Ehi wax" ricambio il saluto ancora assonnata.

Da lì nasce una conversazione bizzarra quanto interessante che non pensavo di poter mai sostenere con il cantante.

L'avevo giudicato male all'inizio, pensando che fosse un persona arrogante ed irrispettosa, ma mi sono dovuta davvero ricredere.
Tanto che ci troviamo bene gli uni con gli altri che decidiamo di continuare il discorso andando insieme agli studi.

Cosa che scoprirò solo dopo da Ramon, è che Wax avrebbe avuto lezione mezz'ora dopo di me e non nello stesso orario come aveva sostenuto per convincermi a farlo venire con me.

Grazie al rosso entro in sala con il sorriso, pronta a provare un pezzo di modern molto bello che avrebbe messo in luce le mie capacità in quello stile.

Due ore dopo, c'è il cambio di professore, dato che mi tocca riprendere il passo a due ancora incompleto.

Gianmarco arriva con qualche minuto di ritardo, ma nessuno gliene fa una colpa dato che era a lezione con la Celentano.

Se due giorni prima c'era chimica, ora non saprei descrivere cosa ci permette di avere una buona resa sul pezzo.

È nuovamente diverso il suo tocco, come sono diversi i miei sguardi. Non hanno una ragione dietro, eppure sembrano seguire un filo logico.

Il maestro non parla nemmeno una volta, godendosi lo "spettacolo". I passi e la melodia vanno a tempo, come i nostri cuori a quanto pare.

In un passaggio devo appoggiarmi al suo petto e mi sono trattenuta abbastanza da sentire il ritmo irregolare del suo cuore dovuto probabilmente allo sforzo fisico.

Il suo tocco infuoca la mia pelle che a fine lezione si sente fredda senza più le sue mani a scaldarla.

"Davvero bravi"

Ci congeda così il maestro, lasciandoci un sorriso sulle labbra.

➸ Daydream || GianmarcoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora