❝ Capitolo sedici ❞

1.8K 99 8
                                    

"Fai piano, sta dormendo"

Non penso di essere più in un sonno così profondo da non sentire nulla, ma la stanchezza non mi permette ancora di aprire gli occhi.

"Oh povera anima sfortunata, non sia mai che si svegli"

Il torno cinico e quasi infastidito di Gianmarco mi fa scattare sull'attenti.

"Non ti sembra che tu abbia fatto fin troppo lo stronzo oggi?"

"Non sembra che le importi qualcosa, o mi sbaglio?"

I toni si scaldano e lo stesso samu, che mi sta ancora accarezzando i capelli, si ferma per probabilmente guardare male il ballerino della Celentano.

"Se è qui da me è perchè tu l'hai trattata di merda, altrimenti ora forse starebbe tra le tue di braccia"

"Ha incominciato lei, non rompere. Ma dove cazzo sono!"

È complicato seguire il discorso, perché ad occhi chiusi non riesco a capire cosa stia facendo Gianmarco. Percepisco rumori vari, come se stesse frugando nella sua borsa, ma non ne sono sicura.

"Le hai lasciate in balcone, se non se le sono fumate stanno ancora lì. Non cambiare discorso però fratè."

"Non sto cambiando discorso, semplicemente non me ne frega un cazzo. Mica sto a pensare a questa quando quello mi vuole buttare fuori"

Probabilmente parla di Todaro. Ci dovrei rimanere male, ma così non è. È nervosissimo e questo basta a farmi capire che tutto quello che sta dicendo è dettato dall'irritazione.

Gianmarco tende a sfogare la sua negatività prendendo a parole gli altri.
La porta sbatte, segno che il ragazzo se ne sia andato.

"So che sei sveglia piccola"

Sorrido imbarazzata dato che sono stata platealmente sgamata. So che sta per dirmi qualche parola di conforto sull'altro ballerino, ma il mio mondo non gira intorno a lui quindi svio da subito il discorso.

"Hai delle guanciotte bellissime, lo sai?"

Gliele stringo fra le mani facendogli spuntare un sincero sorriso.

"E io risulterò ripetitivo, ma tu sei bellissima"

I suoi occhi brillano mentre parla, sembra stia realmente guardando la cosa più bella al mondo. Samu ha questa sua purezza e sincerità che lo pone un gradino sopra chiunque altro ed io non posso far altro che rimanerne affascinata.

Ingoia a vuoto, cercando le migliori parole per esprimere un concetto che pare essere difficile da esporre, ma alla fine decide di tenersi quel pensiero per se.

"Stasera cucino io, devo proprio andare"

È presto per cucinare perciò un moto di tristezza mi invade: che non volesse passare del tempo con me?

Io annuisco alzandomi, lasciando perdere quella sensazione di tranquillità e di benessere che le sue braccia mi donavano per sostituirle con il freddo del balcone.

Le mie mani meccanicamente mi prendono una sigaretta e me la fanno accendere. Ora che sono sola con i miei pensieri non riesco a non pensare a quello detto da Gianmarco. Non capisco questo suo bipolarismo.

Insomma mi hai dato un bacio da capogiro per poi sminuirlo ed infine mi hai snobbato totalmente.

Vorrei solo capire il perché. Ci sta essersi pentito, ma questo mi sembra un po' troppo anche per uno stronzo come lui.

I miei pensieri sono molto rumorosi, ma non quanto l'entrata di Gianmarco.
È sorpreso di trovarmi qui, ma come se non esistessi si siede sull'altro divanetto accendendosi una sigaretta anche lui.

Non incrocio nemmeno per sbaglio il suo sguardo, non voglio. Però non mi privo la vista delle sue spalle muscolose e delle sue mani ben curate.

È bello da impazzire è innegabile.

"Perché?"

I miei propositi di starmi zitta sfumano dopo questa mia domanda detta senza effettivamente pensare.

"Perché cosa"

È come se si aspettasse questa domanda, lo si capisce da quanto sia rilassato in questo momento.

"Perché questo bipolarismo?"

Specifico con una punta di acidità. Il suo mezzo sorriso mi fa saltare nuovamente i nervi, ma mi concentro sulla mia sigaretta per evitare di alzarmi e prenderlo a schiaffi.

"Ti sei proprio fissata, mamma mia"

Questo suo commento mi fa perdere totalmente le staffe.

"Sei proprio uno stronzo"

"E tu una poco di buono, ma non ci stiamo dicendo nulla di nuovo"

Respiro profondamente cercando di aggrapparmi a quell'ultimo briciolo di calma che mi rimane.

"Ma vaffanculo, come ti permetti?"

"Mi permetti con la stessa bocca che hai baciato. Chissà forse bacio anche meglio di Samu"

"Che c'entra Samu ora?"

Il suo sguardo slitta finalmente nel mio, fulminandomi sul posto.

"C'entra sempre"

Noto la sua mano stringersi a pugno fino a far diventare le nocche bianche a causa del nervosismo.

"Fammi un esempio su"

"Dimmelo tu, visto che ti diverti a passare da me a lui ogni due per tre"

"È geloso"

in un attimo mi rimbombano in testa le parole dell'altro giorno di Samu. Gianmarco è infastidito dal mio passare il tempo con l'altro ballerino ed è per questo che mi riserva questo gelido trattamento.

"Non è colpa mia se lui bacia meglio"

Provocarlo accende sicuramente la miccia del suo orgoglio. Il ballerino della Celentano è un tipo che definirei maschio alpha. Odia essere valutato peggio di altri.

"Ovviamente ti ha baciato, non fa altro che sbavarti dietro"

"Non che tu non sia da meno. Sarà questo l'effetto che faccio agli uomini"

Dentro di me sto ridendo, non è solito appartenermi questo velo di arroganza ma sono convinta che continuando così riuscirò a ricavare qualche parola da Gianmarco.

"Non muoio per te, piccola Nene. Al massimo quella sei tu"

"Certo, non vivo senza te guarda"

Alzo gli occhi al cielo. Certo, sto realizzando piano piano di provare qualcosa per lui ma questo non fa scomparire il suo essere un megalomane.

"Non ancora-si alza per abbassarsi poi alla mia altezza così ad essere faccia a faccia- ma so che sei già ossessionata dalle mie labbra"

Nuovamente compare il suo sorrisino antipatico, ma al momento sono troppo concentrata a godermi lo spettacolo per poterlo trovare veramente irritante.

"Notte, piccola"

Mi sfiora con il pollice le labbra, lasciandomi poi un bacio all'angolo della bocca facendomi rimanere insoddisfatta da quel contatto.

Se voglio qualcosa, faccio di tutto per ottenerlo. Perciò quando lui è quasi in piedi lo trascino di nuovo giù attraverso il passante dei jeans che indossa.

Premo le mie labbra sulle sue facendolo sorridere spontaneamente. Appoggia una mano sulla mia guancia per potermi tenere ferma ed approfondire il bacio.

Siamo entrambi orgogliosi, ma appena uno dei due cede riusciamo a scioglierci per davvero.

Quando l'ossigeno inizia a mancare gli tiro forte il labbro per farlo staccare.

"Mi ha fatto male porco cane"

Adesso sono io ad avere il sorriso strafottente addosso.

"Così impari a fare il pezzo di merda"

Gli dico tutto ciò accarezzandogli dolcemente la guancia.

➸ Daydream || GianmarcoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora