Prologo

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Era una giornata calda, del tutto insolita visto che l'inverno era definitivamente alle porte, la chiesa era piena di gente che si accalcava per vedere meglio, per assistere e sentire le parole del prete che con gesti consoni e lenti salutava un'altra anima salita in cielo. Nella chiesa in un angolo in disparte della navata laterale, appena dietro ad una colonna, c'era una donna apparentemente comune, capelli castani, occhi scuri. Niente in lei spiccava particolarmente. L'unica cosa degna di nota erano gli occhi, talmente rossi e gonfi per il pianto da non risultare visibili. Quella donna aveva le guance rigate dalle lacrime ed era così assente da sembrare invisibile. Piangeva a dirotto ogni volta che il prete faceva un gesto nuovo ma continuava a restare in disparte, non si mescolava tra la folla, non le importava. In quel momento era sola al mondo. Chiunque fosse sicuramente conosceva molto bene mia nonna, forse anche meglio di me vista l'età. I miei genitori erano accanto a me e la mano di mia madre stringeva forte la mia. Non c'erano lacrime sui loro volti solo una grande tristezza. Io ero troppo piccola, avevo appena cinque anni e non capivo realmente il significato del dolore. Ma quella donna in fondo sì e da come singhiozzava doveva essere un dolore tremendo. Mi voltai più volte a guardarla ma lei non parve accorgersene. Io ero assente, dal mondo e da quella chiesa, l'unica cosa che riuscivo a comprendere era che da quel momento non avrei più rivisto mia nonna. Non avrei più giocato con lei, non mi avrebbe più fatto i biscotti e non avrei più guardato i cartoni sul suo divano mentre lei dormiva accanto a me. Amavo mia nonna e il fatto di non poterla vedere più mi rendeva davvero triste. Ma non come gli adulti o forse ero semplicemente troppo piccola per capire. Finito il sermone tutti uscirono dalla chiesa tranne quella donna. Rimase lì immobile per molto tempo, prima di uscire e salutare con un ultimo bacio la persona che aveva davanti. Io continuai a fissarla finché non la vidi allontanarsi e raggiungere una macchina in fondo alla piazza. Solo allora la donna si voltò e incrociò il mio sguardo. I suoi occhi ora erano coperti dagli occhiali ma mi parve di vedere una luce brillargli dentro. Pensai di essermelo immaginato ma poi la donna accennò un piccolo sorriso e io ricambiai.

Sparì con la sua auto e nessuno parve accorgersene. Quando provai a chiedere a mia madre chi fosse quella donna lei non sembrò capire e mi disse di non aver notato nessuno. Possibile che l'avessi immaginata? Che non fosse reale? No, ero sicura, quella donna c'era, era presente al funerale, io l'avevo vista!

Però l'avevo vista solo io.

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