Capitolo 16

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Non avevo dormito quasi per niente. Avevo passato gran parte della serata con i miei nuovi compagni a sentire racconti sulle loro epiche gesta. Per di più, nuovo letto, nuova camera e nuova routine. Tutto stava cambiando ad un ritmo irregolare e in poco tempo mi accorsi che sarei dovuta diventare una di quelle persone alle quali un posto vale l'altro. Quelle che non appartengono a nessuna casa. Tutto il mio esatto contrario in sintesi. Rimasi un po' seduta sul letto, il pensiero del padre di Sam non mi lasciava tregua, ma non potevo permettere alla paura di buttarmi a terra, avrei dovuto combatterla. Mi alzai e mi preparai, pronta per il mio allenamento. Girovagai per un po' in cerca di qualcuno di familiare ma purtroppo non vidi nessuno. Scesi nell'atrio e intravidi una piccola porta che portava ad una stanza abbastanza grande. Doveva essere la mensa, c'erano dei tavoli e un buffet. Alcune persone erano già sedute ma non c'era traccia né di Jason, Ed ed Isabel. Mi riempii un piatto di cibo e mi sedetti ad un tavolo da sola per conto mio. Ma quell'isolamento non durò molto, ad un certo punto Todd comparve nel mio campo visivo. Si sedette di fronte a me con un piatto di toast e si mise a mangiare in silenzio. Non parlava, non mi guardava nemmeno. Iniziavo a non sopportare più tutti i suoi cambi di umore. Però ormai sapevo come gestirli. <<Ciao>> gli dissi io cercando di farlo parlare. Ma lui si limitò solo a farmi un cenno con il capo. <<Come sta Emily?>> <<Meglio. Si riprenderà>> <<Bene>> non riuscì a dire nient'altro e finimmo la colazione in un silenzio quasi inquietante. I tavoli, con il passare del tempo, si riempirono e arrivarono anche i miei amici ma proprio quando Jason venne verso di me Todd si alzò di scatto e portò a posto il suo piatto. Non so cosa avesse quella mattina ma era più strano del solito. Jason mi sorrise in maniera dolce e si sedette accanto a me <<Ciao bellissima>> mi disse, ma prima di riuscire a rispondergli Todd ricomparve <<Sara andiamo, ti devi allenare>> la sua voce era gelida al contrario di quella calda di Jason. Non morivo dalla voglia di andare con lui, ma sapevo di doverlo fare. Ero costretta. Così salutai tutti e senza fare in tempo a dire altro, Todd mi trascinò via tirandomi per un braccio. Arrivammo fuori in giardino dietro al casolare e solo allora mi mollò <<Sei stato davvero maleducato. Cos'è oggi ti sei svegliato con la luna storta?>> ma lui non mi guardava né mi rispondeva <<Parlo con te Todd>> ancora niente risposta. <<Bene io me ne vado.>> ma proprio mentre feci un passo indietro, lui si allungò bloccandomi il braccio con il suo, poi dopo essersi assicurato che fossi ferma mi tirò a sé e mi baciò. Il suo bacio era disperato ma dolce, come il primo che ci eravamo dati. Un bacio, mille sfumature. Quanto avrei voluto continuare ma non potevo, non cosi. Lo spintonai per allontanarlo e lui rimase molto confuso. Avrei voluto baciarlo, davvero tanto, ma non era giusto. Non ero un oggetto che poteva prendere e mollare quando voleva. Tantomeno non volevo essere la sua valvola di sfogo nelle brutte giornate. <<Perché fai cosi? Non ti piaceva forse?>> <<Non mi sembra il caso di affrontare questa conversazione>> <<Perché no?>> <<Perché sei arrabbiato e io non ho voglia di discutere oggi.>> <<Allora perché ti sei spostata?>> <<Perché non sono un oggetto Todd, non è che puoi prendermi e baciarmi quando ti pare!>> <<Oh eddai, lo so che lo volevi anche tu! Le capisco le donne sai...>> non ci potevo credere <<Che tristezza. Sei davvero un bel ragazzo. Peccato che quando apri bocca rovini tutto.>> il suo volto stava diventando rosso ma a me non importava. Passammo la restante parte della mattinata ad allenarci in silenzio. Oggi toccava al combattimento e devo dire che trovavo una certa soddisfazione nel dargli dei pugni in faccia. Non che gli facessi male, ovviamente, era molto più forte di me. Ma mi stavo divertendo a picchiarlo. Più il tempo passava più la sua espressione dura mi inquietava ma mi ripromisi di non cedere a quegli occhi. Finito l'allenamento però l'imbarazzo si tagliava con il coltello. <<Sei migliorata molto, brava!>> <<Grazie.>> <<Devi solo diventare più socievole poi sarai perfetta>> <<Io sono già perfetta cosi, e con le persone sono socievole, solo non lo sono con te!>> <<Già, l'ho notato>> <<Vado a trovare Emily più tardi, vuoi venire con me?>> <<Non ci tengo particolarmente!>> <<Potresti essere meno stronza? Dopotutto è sempre tua sorella>> non stava dicendo sul serio <<No, non lo è. Un legame di sangue non fa di lei una parente. Quel titolo te lo devi guadagnare.>> <<Ma ti ascolti quando parli? Ti sembra veramente tutto bianco o nero nella vita? Non ti sei mai posta il problema che lei potrebbe sentirsi come te?>> <<No Todd, onestamente non me lo sono mai chiesta. Perché non mi interessa.>> a quel punto scosse la testa <<Sai sei veramente incredibile, ti importa solo di te stessa. Neanche ti accorgi degli altri. Perché non usi quel tuo super potere da jedi per trovare un po' di amore dentro di te. Magari ti sarà utile.>>. In quel momento, un lampo squarciò il velo di nebbia che avevo nella mente. Stava scherzando? O era serio? Potevo davvero usare il mio potere per trovare le cose? <<Cosa hai detto?>> <<Hai sentito bene, sei insensibile quando vuoi>> <<No. La parte del trovare le cose...>> lui si ammutolì completamente. Ed ebbi la mia conferma, un'altra cosa che mi aveva tenuto nascosta. <<Stai dicendo che posso trovare le cose con questa abilità?>> <<Ecco io...>> bastò il mio sguardo furioso per farlo parlare. <<Si, puoi. Ma devi avere una concentrazione ed un allenamento impeccabile per riuscirci. Non è qualcosa di immediato, ci vuole molto tempo.>> <<Non ci posso credere, quando pensavi di dirmelo?>> lui mi guardò impaurito, mi faceva quasi pena. Un pensiero comparve nella mia mente, qualcosa di terribile. Non riuscivo a dirlo ad alta voce ma non avevo scelta <<Non dovevi dirmelo, vero? Io non lo dovevo sapere>> annuii <<Perché se lo avessi saputo, non mi sarei unita a voi. Non avrei avuto bisogno di voi per trovare i miei genitori. Vero?>> rimase zitto per un tempo interminabile. <<Poi sarei io l'egoista?>> riuscii a dirgli solo quello, poi mi voltai e mi allontanai da lui. La delusione era davvero forte. Qualunque cosa avessi provato fino ad ora era finita!

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