Capitolo 22

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Dopo l'ultimo scontro con Todd ero convinta di non vederlo più per almeno un'altra settimana, ma Jennifer aveva dei piani completamente diversi per noi due. Quella mattina venni convocata nel suo studio e dopo alcuni inutili convenevoli, mi chiese come stava andando l'allenamento. Speravo di poterla imbrogliare parlando solo di quello fisico ma lei non era cosi ingenua. Quando le confessai che mentalmente non facevo progressi, andò su tutte le furie e mi impose di darmi da fare perché la sua guerra era ad un punto morto e mai come ora le servivò per i suoi piani. Convocò anche Todd in ufficio e dalle urla che si sentirono in corridoio, immaginai che non gli andò meglio che a me. Inutile dire che ci impose di concentrarci meno sulla pratica e più sul mio potere da Jedi. Cosi, completamente riluttanti, accettammo. Todd mi portò di nuovo nel suo giardino segreto, il posto che più gli piaceva, e una volta seduti in una panchina mi confessò una cosa sconvolgente. Non avremmo fatto niente, niente allenamento, niente forzature mentali, dovevamo solo stare seduti in silenzio. Secondo lui se non imparavo a rilassarmi sarebbe stato tutto inutile. Nessuna visione si sarebbe palesata. Grande esperto devo dire! Anche se non condividevo questa tecnica dovevo ammettere che male non mi faceva. La mia vita da ormai due mesi era stata un susseguirsi di eventi incredibili. Se me lo avessero detto prima non ci avrei mai creduto! L'unica cosa che potevo fare era cercare di mettere ordine nei miei pensieri e ricapitolare un po' tutta la situazione.

Finalmente arrivai ad una conclusione; che mi piacesse o no ero coinvolta in qulcosa di più grande di me, che sarebbe successa comunque anche se mi opponevo. La guerra e lo scontro erano inevitabili, l'unica cosa che potevo fare io era ricongiungere la mia famiglia e mettermi in salvo. Andare lontano e provare a dimenticare tutto, ma non sapevo se mi sarebbe stato possibile. Todd mi riscosse dai miei pensieri, solo per confonderli un altro po'. <<Vorrei che fosse sempre così. Tutto tranquillo, in pace e senza ordini>> <<piacerebbe anche a me. Non pensare niente, non avere problemi. Ma credo che non si possa fare con così tanta felicità>> <<Già purtroppo non è così facile.>>

Restammo alcune ore in silenzio a studiarci con qualche sguardo fugace. Ma nessuno dei due sembrava intenzionato a parlare. Io volevo solo fare ordine nei miei pensieri e non potevo farlo se mi concentravo su di lui. Ad ogni modo non mi venne neanche una visione e ad un certo punto cominciai a stufarmi di questa tecnica. Ma ancora prima che potessi aprire bocca e dire qualcosa, Todd scattò in piedi cosi velocemente da spaventarmi. Era furioso ma stranamente non con me. Teneva lo sguardo fisso su qualcosa in lontananza, un puntino quasi impercettibile per me che avevo il sole contro. Strinse le mani cosi forte che le sue nocche diventarono bianche in modo inquietante. Provai a chiedergli spiegazioni ma non mi degnò di uno sguardo. Avanzò verso il puntino con la faccia di un leone pronto ad azzannare la sua gazzella. Cercai di avvicinarmi e mi accorsi che era Jason il puntino nero. Non so come facesse a sapere dove eravamo ma eccolo li. In tutto il suo splendore. La discussione terminò nell'esatto momento in cui entrai nel loro campo visivo. Persino Jason sembrava turbato, ma dopo un istante tornò il solito ragazzo premuroso. Dedito a rivolgermi tutte le sue attenzioni!

<<Ciao splendore! Sono venuto a prenderti>> <<Come mai?>> <<E' successa una cosa e credo che possa interessarti>> <<Cos'è successo?>> <<Devo mostrartelo. Devi venire con me!>> la curiosità ebbe il sopravvento. Feci per incamminarmi con lui quando Todd mi tirò per un braccio <<Non vorrai mica andartene con lui!>> rimasi immobile al suo sguardo gelido <<Devo andare, lasciami per favore!>> <<Non ci posso credere>> disse solo <<Qual è il problema? Non mi sembrava che ci stessimo divertendo come pazzi!>> lui non mi rispose, si limitò a scuotere la testa e ad andarsene. Io mi voltai sotto lo sguardo confuso di Jason e mi avviai con lui alla macchina.

Procedemmo verso la base con una lentezza quasi biblica. Tutt'altro che la velocità da corsa di Todd. Dovevo ammettere che quella velocità mi dava una scarica di adrenalina pazzesca, questa lentezza invece non mi piaceva per niente. Più tempo passavamo più cominciavo a chiedermi come avesse fatto Jason a sapere dove eravamo. Mi balenò anche in mente l'idea che potesse averci seguito ma cercai di non fissarmi troppo. È vero non sapevo molto su di lui ma non avrebbe mai fatto una cosa del genere. O si? Arrivati alla base, mi portò verso una zona nuova, che non conoscevo. Era un piano sotterraneo e si accedeva aprendo una porta nel muro. Erano presenti molte stanze, ma non simili a quelle dove dormivamo noi. No queste sembravano delle celle di una prigione. Una specie di carcere sotterraneo. Mi condusse verso un'ultima porta vicino ad un altro corridoio. Questo posto era letteralmente un labirinto, non sembrava così grande da fuori. Mi dava i brividi. Arrivati davanti alla porta si fermò e mi guardò <<Allora! Poche regole, non rivelare dove siamo e non parlare di indirizzi o cosa c'è qui attorno. Non vogliamo che riveli il nostro nascondiglio. Tranquilla è legato e io sarò dentro con te>> poi mi sorrise, non in modo gentile ma quasi da serial killer il che mi inquetò parecchio <<Di chi stai parlando? Chi c'è lì dentro?>> lui non mi rispose, si limitò ad aprire la porta e io rimasi senza parole. Hector!

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