Capitolo 13

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La notte fu tormentata e senza sogni, c'erano solo pensieri che si accavallavano nella mia mente e sempre più dubbi. Ci misi un pò a ricordare che accanto a me c'era Sam, anche se i suoi russi potevano sentirsi fino al Tibet. Poverino, chissà come stava dopo la terribile giornata passata a perdere sangue. Decisi di non svegliarlo e mi andai a preparare. La doccia non mi rimise al mondo ma mi diede un pò di forza per affrontare la giornata. Lasciai Sam spiaggiato sul letto a pancia in sù. Se non fosse stato per i russi, poteva sembrare morto. Non volevo lasciarlo, ma dovevo allenarmi e non avevo nessuna voglia di discutere con Todd anche oggi. Mi diressi in mensa e addentai una cosa al volo, cercando di non fermarmi a chiacchierare. Ero quasi arrivata al balcone quando sentì qualcuno fermarmi per un braccio. Jason.

<<Hey Sara, tutto bene?>> <<Ciao Jason, non ti avevo visto.>> <<Volevo solo sapere se era tutto okay. A colazione sei sembrata un pò strana!>> <<Si beh è stata una giornata difficile ieri ma ormai resisto>> <<Se lo dici tu mi fido, volevo solo farti sapere che con me puoi parlare se vuoi. Di qualunque cosa!>> <<Ti ringrazio Jason, lo apprezzo molto.>> <<Tutto per te!>> non potei fare a meno di arrossire a quel complimento buttato lì in aria. Era davvero dolce, oltre che molto carino. Uscì sul balcone e lui mi seguì <<Sai Sara qui non deve essere per forza tutto allenamento e guerra.>> <<Cosa intendi?>> <<So che tu sei qui da poco rispetto a noi e vedi tutto come una prigione, ma ci possono essere cose belle anche qui>> <<Tipo?>> <<Tipo...>> ma venne interrotto dall'arrivo di una terza persona nella nostra conversazione e io sapevo bene di chi fosse quella voce cosi fredda, così dura, cosi bella. Todd.

<<Bene bene, oggi ci presentiamo con la scorta?>> disse in maniera aspra. Segno che ce l'aveva ancora con me per ieri sera. <<Ciao!>> cercai di dire in maniera calma, non mi avrebbe provocato. Lui non mi rispose, non mi guardò neanche, mantenne gli occhi fissi su Jason e lui faceva lo stesso, di sicuro mi piaceva il modo in cui riusciva a tenergli testa <<Ti serve qualcosa Jason? Perché noi dovremmo allenarci>> <<Stavo solo parlando con Sara. Comunque ora vado.>> <<Ecco bravo forse è meglio.>> Jason mi sorrise e mi rivolse uno sguardo molto dolce <<Pensa a quello che ti ho detto>> e se ne andò. Una parte di me sperò che riuscisse a tenergli testa un pò di più, ma era molto probabile che nessuno, a parte me ovviamente, avesse interesse a mettersi contro Todd. Quando restammo soli lui era davvero di pessimo umore e un po' incuteva paura. Se ne stava in piedi dritto a guardarmi, aveva una canottiera attillata che metteva in mostra i suoi addominali scolpiti. Era inutile potevo anche odiarlo ma era davvero bello. Restava immobile e in silenzio con uno sguardo truce negli occhi. Provai a spostare l'attenzione <<Cosa facciamo oggi?>> ma lui non mi assecondò <<Non ci posso ancora credere>> <<A cosa?>> l'aria tra di noi stava diventando tagliente ma io non mi lasciavo intimorire. <<Non perdi tempo vedo>> <<Scusa?>> <<Dico solo che ti diverti un sacco a saltare da un ragazzo all'altro. Prima Sam poi Jason. Poveretti, un pò mi dispiace per loro>.> non potevo credere a quello che avevo sentito <<Scusa? Non posso avere degli amici?>> si mise a ridere e mi fece arrabbiare ancora di più <<Questi non sono amici, o comunque non vogliono solo un'amicizia da te. È tutto così chiaro solo tu non te ne accorgi.>> <<Non è come pensi tu, non che debba importarti comunque!>> <<Infatti non mi importa.>> <<Bene, allora torniamo all'allenamento?>> <<Non so magari c'è altro che preferiresti fare stamattina, magari non qui con me.>> la sua rabbia era evidente. <<Sicuramente altrove sarei più apprezzata.>> <<Io non ti apprezzo? Chi è che ieri sera mi ha sbattuto la porta in faccia, per restare da sola con quel bamboccio?>> non ci vidi più dalla rabbia <<Lascia in pace Sam capito?>> <<Oh scusa ho forse offeso il tuo fidanzatino?>> <<Sei un idiota. Perchè poi dovrei perdere tempo a giustificarmi con te? Non mi sembra di essere la tua ragazza, né tantomeno quella che ti sbaciucchi nei bagni quando ne hai voglia quindi cosa vuoi da me?>> <<La ragazzina ha gli artigli a quanto pare. Sam sa di queste tue qualità?>> ormai era chiaro che si stesse divertendo ad insultarmi. Una parte di lui, non so quanto importante, era gelosa di Sam. Cosi decisi di giocare ad armi pari, come si fa con i bambini. Oh, come lo avrebbero fatto arrabbiare le parole che stavo per dirgli. Sorrisi in maniera quasi ammiccante <<Non lo so, ma ieri notte non si è lamentato, quindi direi che per lui va bene.>> la sua espressione fu di assoluta rabbia, era nero e mi incuteva ancora più paura di prima ma me ne fregai bellamente e rincarai la dose continuando a prenderlo in giro. Era davvero divertente vederlo così arrabbiato. <<Cosa hai detto?>> sibilò quasi tra i denti ancora più arrabbiato <<Ho detto che stanotte nel mio letto non sembrava lamentarsi delle mie qualità. Ma se vuoi faccio un salto in camera e vado a chiederglielo, forse non tornerò subito, potrei metterci un po' a svegliarlo>> mi misi a sorridere e continuai a recitare la mia scena indirizzandomi verso la porta. Ma non appena feci un passo lui mi afferrò e mi strinse con forza il braccio, mi faceva male ma non volevo liberarmi perché anche quel piccolo contatto mi piaceva. <<Tu non vai da nessuna parte chiaro?>> <<Io vado dove mi pare. Non decidi tu per me.>> <<Non ti lascerò andare a fare la troia con quello là solo perché vuoi farmi incazzare.>> lo urlò e io non ci pensai due volte. Con la mano libera gli mollai un ceffone sulla guancia, lo schiaffo fu talmente forte che l'eco risuonò sul balcone. Il gesto gli aveva fatto girare la faccia dall'altra parte per l'impatto. <<Ma come ti permetti?>> la mia rabbia aveva raggiunto livelli epocali. Probabilmente se ne accorse anche lui. Sul volto gli venne un espressione quasi di orrore.

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