fidarsi è bene

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Nonostante le sue iniziali ritrosie, Jungwon si ritrovò ad ammettere che era stato anche troppo facile. Mark era uscito per ultimo dagli spogliatoi dopo essersi cambiato per educazione fisica, facendo con la mano il gesto concordato: il segnale che tutto era andato per il meglio. A quel punto, si trattava solo di aspettare.

Jungwon trascorse le seguenti due ore con il cuore in gola: e se, per qualunque motivo, fossero stati scoperti? E se fosse stato qualcun altro ad arrivare per primo alle docce, invece di quelli di via Paal?

I suoi timori, per fortuna, si rivelarono tutti infondati. Quando il fischietto del professore di educazione fisica segnò la fine della lezione, suoi acerrimi nemici si scapicollarono tutti in direzione delle docce come al solito, spintonando tutti gli altri e rischiando generalmente di rompersi il collo. Loro cinque si guardarono, trepidanti: era questione di momenti ormai.

Il primo grido, acuto e penetrante come quello di una sirena antincendio, era stato quello di Sunghoon. Il secondo a urlare era stato Riki, e al suono della sua voce Jungwon non era riuscito a trattenere una risatina: non avrebbe mai pensato che la sua voce, normalmente così profonda e dura, potesse arrivare a tali altezze. Al terzo grido, quello di Jake, il professore di educazione fisica entrò negli spogliatoi, per capire cosa stesse succedendo. Bussò con forza alla porta del bagno degli spogliatoi, chiamando a gran voce i loro nomi per farsi aprire: la scena che si presentò agli occhi della Combo quando effettivamente lo fecero era stata partorita da qualcosa a metà tra un incubo e la loro soddisfazione più grande. Erano tutti avvolti dai loro asciugamani, ma era facilmente intuibile che al di sotto fossero nudi come vermiciattoli, e coperti di qualcosa che, effettivamente, sembrava sangue, tutti in quantità e zone diverse: ad esempio, Riki sembrava aver ficcato l'intera parte superiore del corpo in una pentola di dimensioni industriali di passata di pomodoro, Jake ne era completamente zuppo e Jongseong, capo da quattro soldi che non era altro, se l'era cavata con entrambe le braccia fino ai gomiti: evidentemente doveva aver controllato la temperatura dell'acqua prima di immettersi sotto il getto, o qualcosa del genere. In ogni caso, era bianco come un foglio di carta, e sui volti degli altri erano dipinte similari espressioni di terrore.

-Cosa è successo qui? Sembrate...- l'insegnante non completò la frase, perché cosa quelli della via Paal sembrassero era piuttosto evidente. –State tutti bene?-.

Jongseong, ancora visibilmente scosso, annuì. Il fatto che il leggero tremore delle sue mani nutriva una sorta di profonda soddisfazione in Jungwon lo rendeva una cattiva persona? Molto probabile, ma a lui non interessava granché. –Le docce...- Accennò con una mano scarlatta alla scena dietro di sé: i pavimenti delle quattro docce erano venati di rosso, dipingendo una scena da film dell'orrore di terza categoria. Il professore, a quel punto, andò a far scorrere l'acqua lui stesso, sospettoso: ma non trovò nulla di diverso dal solito, perché tutto il colorante alimentare che Mark vi aveva mischiato era ormai stato lavato via. Dopo qualche secondo, quando era ormai evidente che l'acqua era limpida come al solito, l'uomo si voltò di nuovo nella loro direzione. Era evidente che sospettava qualche scherzo dei loro, ma Jungwon e gli altri stavano facendo del loro meglio per non scoppiare a ridere selvaggiamente –Heeseung si era ficcato le unghie nel braccio per non scoppiare a ridere e mantenere un'espressione inorridita da manuale- e le lacrime agli occhi di Riki erano qualcosa che era semplicemente impossibile simulare.

-Tornate in classe, penserò io a segnalare questo episodio alle autorità scolastiche- concluse infine l'insegnante, non troppo convinto. –E non combinate altri guai!- gridò loro dietro, mentre ordinatamente l'intera classe si apprestava ad uscire.

Jungwon era piuttosto sicuro che Jongseong avrebbe iniziato a fumare dalle orecchie come una teiera bollente. Lui sapeva benissimo che non era stato un incidente, come lo sapevano tutti gli altri di via Paal. Non potevano provarlo, non in quel momento, ma non ne avevano bisogno, non con l'occhiolino furbetto che Jungwon non riuscì a trattenersi dal fargli, uscendo dagli spogliatoi.

Sapeva che la loro vendetta si sarebbe presto fatta sentire: nonostante ciò, era convinto che perlomeno sarebbe riuscito ad avere un'oretta di relativa pace, quello che bastava per pranzare in tranquillità. Peccato, però, che la Combo, nel relativamente breve tragitto tra la loro classe, dove erano tornati per poggiare le loro cose, e la mensa avessero perso un componente: era stato Taehyun ad accorgersi che Sunoo era inspiegabilmente rimasto indietro.

-Che facciamo, torniamo a prenderlo?- suggerì Mark.

-Magari ha dimenticato qualcosa ed è tornato indietro, oppure è semplicemente andato in bagno. Arriverà presto- commentò Heeseung, anche se non sembrava troppo convinto.

Effettivamente, Sunoo arrivò qualche minuto dopo, dicendo che aveva fatto entrambe le cose. In effetti, aveva il viso rosso di chi si è strofinato il viso sotto l'acqua corrente con un po' troppa violenza, e uno sbafo rosso sul collo, come di penna colorata. –Come hai fatto a macchiarti il collo?- lo prese in giro Jungwon, divertito.

Sunoo, con la fronte aggrottata, si toccò il lato del collo con i polpastrelli; quando li ritirò tinti di rosso, alzò le spalle. –Mi è scoppiata in mano la penna rossa, sono andato in bagno a pulirmi ma devo aver mancato quel punto-.

Era una scusa credibile: Jungwon avrebbe anche potuto crederci, ma il problema era che conosceva Sunoo come le sue tasche, e sapeva quando stava dicendo una bugia. Adesso, per esempio, ne stava dicendo una bella grossa, se il modo in cui le sue spalle si erano vagamente irrigidite era un indizio. Purtroppo, però, non aveva idea del perché lo stesse facendo.

In ogni caso, la sua attenzione fu rubata dall'ingresso di quelli di via Paal: avevano fatto del loro meglio per darsi una lavata, ma Riki aveva ancora uno sguardo vagamente spiritato, e gli altri emanavano una furia tale che la gente si scostava da loro a mano a mano che passavano.

-Penso che potremo aspettarci una qualche bastardata da parte loro molto presto- commentò Heeseung. Taehyun alzò le spalle, continuando a girare la forchetta nel purè. –Prima dovranno finire di ripulirsi da quella roba, e secondo me ci metteranno un po' a leccarsi le ferite. In ogni caso, portarci avanti non sarebbe male-.

strawberry jam - enhypen.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora