il fatto

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Jungwon non sapeva se quell'abbraccio fosse incriminabile, ma in ogni caso il giorno dopo si era svegliato con un raffreddore criminale: non c'era stato verso di alzarsi, tantomeno di andare a scuola. Aveva passato la mattinata a guardare vecchi musical degli anni Cinquanta, e al pomeriggio, quando Sunoo era venuto con i compiti assegnati quel giorno e un sacchetto di cornetti alla crema, avevano fatto merenda seduti a capi opposti del tavolo in cucina, così che Sunoo non potesse infettarsi con qualsiasi diavoleria Jungwon avesse incubato.

Si era trattato di una precauzione anche troppo pedante: il giorno dopo, Jungwon era in aula ancora prima di tutti i suoi amici, e stranamente propositivo nei confronti della giornata che era appena iniziata. Aveva salutato Mark, Taehyun e Heeseung quando erano arrivati, e li aveva rassicurati sulla propria salute mentre loro tiravano fuori i libri della prima ora. Preda di un eccezionale buonumore, avrebbe anche salutato quelli di via Paal quando erano entrati in classe, ma tra tutti avevano sguardi torvi da far spavento, e Jake in particolare emanava un gelo tale che i banchi intorno a lui erano vuoti. Jungwon non sapeva quale fosse stata la loro ultima bravata, ma supponeva che la mancanza di una tana fissa dovesse star iniziando a farsi sentire.

Dovette brutalmente ricredersi quando Sunoo entrò in classe: non fece in tempo ad augurargli il buongiorno, che Jake lo aveva spinto al muro, gridando.

La scena che Jungwon si trovò davanti era talmente insolita che ci mise un attimo a capire davvero cosa fosse successo.

-Dov'è? Lo so che tu lo sai, dimmelo!- stava gridando Jake, evidentemente fuori di sé: stava strattonando Sunoo per il colletto della maglia, continuando a sputargli contro quell'acido senza senso. –Era con te lunedì, dov'è andato?-.

-Non-non ho idea di che cosa tu stia parlando- balbettò Sunoo, ma dietro il colorito verde per la paura che aveva assunto, Jungwon riusciva a scorgere il luccichio paralizzato nei suoi occhi, che non aveva nulla a che fare con la forza con la quale Jake lo stava strattonando. Il suo migliore amico stava nascondendo qualcosa, ma lui non sapeva cosa.

A loro credito, quelli di via Paal non erano rimasti con le mani in mano: Sunghoon aveva velocemente afferrato Jake per le spalle, cercando di staccarlo da Sunoo, ma quello non pareva voler mollare la presa.

-Jake, lascialo! Si può sapere cosa stai facendo?- Anche Jongseong cercò di intromettersi, ma Jake non sembrava neanche vederlo: gli rifilò una manata, senza comunque spostare lo sguardo da Sunoo.

-Arriva la prof- mormorò Taehyun, pallido, ma ormai era troppo tardi.

-Jake! Sunoo! Che sta succedendo qui?-.

La signorina Choi era l'unica insegnante che ancora tollerasse la loro rivalità tra bande. Fino a cinque minuti prima, Jungwon supponeva che non ce ne fosse più una, ma ora avrebbe evidentemente dovuto ricredersi.

Con un ultimo strattone, Sunghoon aveva tirato via Jake da Sunoo per il collo della felpa. Quello aveva perso l'equilibrio ed era caduto a terra, in ginocchio. Jongseong si era lasciato scivolare contro il muro, e lì era rimasto, seduto a terra con le ginocchia al petto. Jungwon, Mark, Taehyun e Heeseung erano rimasti congelati ai loro banchi, incapaci di muovere un muscolo. Jungwon si riscosse solo dopo che Sunoo iniziò a tossire, massaggiandosi lo sterno: fu in piedi in un attimo, per sostenere l'amico. –Tutto bene?- gli sussurrò, aiutandolo a rimettersi in piedi.

Sunoo annuì. –È tutto okay- mormorò, la sua voce quasi inghiottita dal brusio dei compagni di classe, il cui ronzio aumentava di secondo in secondo. Jungwon dubitava che, per la fine della mattinata, ci fosse qualcuno all'oscuro di quella storia, ma al momento non gli importava.

-È inammissibile che due studenti arrivino alle mani in classe!- stava continuando a sbraitare l'insegnante. Jake, davanti a lei, era a capo chino, ma non per questo sembrava aver esaurito la sua rabbia. Anzi, aveva l'aria di uno che sarebbe volentieri tornato indietro a completare il lavoro. –Tu e Sunoo rimarrete dopo le lezioni, per spiegarmi cosa sta succedendo, e i vostri amici potranno accompagnarmi. Tanto c'entrano qualcosa, ne sono sicura. E ora tutti ai vostri banchi, forza!-.

Dopo quella scena, Jungwon aveva passato la mattina a fissare nervosamente l'orologio: non gli importava neanche che avrebbe quasi sicuramente saltato il pranzo, voleva solo sapere cosa stesse succedendo. Aveva scambiato occhiate preoccupate con gli altri componenti della Combo: tutti avevano lo stesso sguardo disorientato, di chi pensava che tutto stesse andando bene, e che quindi non aveva alcuna idea del perché Jake si fosse lanciato addosso a Sunoo in quel modo.

Sunoo che, per inciso, aveva iniziato ad evitare il suo sguardo come la peste, nonostante fosse seduto esattamente accanto a lui. Una prova di colpevolezza se Jungwon ne aveva mai vista una, anche se non sapeva esattamente di cosa.

Dov'è, aveva urlato Jake. Jungwon non aveva fatto in tempo a registrarlo, con quel putiferio in atto, ma ora, mentre era comunque troppo agitato per prestare attenzione alla spiegazione della signorina Choi, fece scivolare lo sguardo lungo la classe, e si accorse che Niki non c'era. Poco male: succedeva, a volte, assenze di un giorno senza motivo che non preoccupavano nessuno, come accadeva a tutti.

Solo che, stavolta, quelli di via Paal si erano preoccupati. Avrebbe spiegato l'aggressività di Jake e le facce torve degli altri, anche se non avrebbe chiarificato come Sunoo avrebbe potuto sapere dove quello scimmione si cacciasse quando non andava a scuola.

Quando suonò l'ultima campanella, Jungwon era ancora più confuso di prima. Sì alzò di scatto dal suo banco, incapace di stare fermo, mentre tutti gli altri sciamavano fuori dall'aula, e si sedette sul davanzale. Sunoo non si mosse dalla sedia, mentre Mark si alzò e andò a sedersi accanto a Jungwon. –Secondo te cosa sta succedendo?- sussurrò Jungwon.

-Non lo so- rispose quello, con lo stesso tono di voce. –Ho qualche idea. Spero di sbagliarmi-.

C'erano poche cose al mondo che Mark amava come la sensazione di avere ragione. Si metteva male.

strawberry jam - enhypen.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora