il gioco dei tarocchi

63 7 0
                                    

Non dovettero aspettare ancora molto, e forse fu un bene, perché Jake sembrava pronto ad un secondo round: la signorina Choi entrò dopo neanche cinque minuti che l'aula si era svuotata, e si sedette sulla cattedra, guardandoli uno per uno. –Allora, cos'è successo stamattina?- incrociò le braccia al petto, rompendo il ghiaccio. –Era da un po' che non venivo convolta nelle vostre malefatte, credevo aveste gettato la spugna-.

-Mi creda, signorina Choi, lo pensavamo anche noi- commentò Taehyun, lanciando un'occhiataccia obliqua a Jake, che rispose a tono. La signorina Choi, intuendo che la situazione stava per degenerare di nuovo, si alzò in piedi, frapponendosi fisicamente tra loro. –Va bene, facciamo un po' d'ordine. Innanzitutto, noto che a voi ragazzi manca un componente. Dove l'avete lasciato?-.

-Lo chieda a lui- borbottò Jake –Perché il cielo sa che noi non lo sappiamo-.

Quell'affermazione catturò l'attenzione di Jungwon. –In che senso non sapete dov'è?-.

-Non lo sentiamo da lunedì mattina, e non viene a scuola da due giorni- spiegò Sunghoon, burbero, ma dietro la scorza acida era evidente la preoccupazione. –Stamattina sua madre ha telefonato per chiedere se sapevamo qualcosa. Io le ho detto che ha dormito da me, per non farla preoccupare, ma la bugia non reggerà a lungo se non scopriamo dov'è e non lo rimandiamo indietro-.

La signorina Choi annuì, seria. –E che cosa c'entra Sunoo con questa storia, Jake?-.

Jake scrollò le spalle. –Erano insieme lunedì pomeriggio. È l'ultima persona che lo ha visto, deve sapere per forza qualcosa-.

-E ti sembra una buona ragione per saltarmi addosso?- saltò su Sunoo, piccato. –E comunque io non ho idea di dove sia-.

Nonostante fosse evidentemente innervosito dall'insinuazione, non aveva negato: Jungwon e Taehyun lo realizzarono nello stesso momento. –E tu cosa ci facevi con Riki, esattamente? Ci hai detto che eri dal dermatologo, e che quindi non potevamo riunirci alle roulotte-.

Sunoo abbassò lo sguardo. Sembrava davvero che non avrebbe detto nulla, ma Jake lo fece per lui, purtroppo o per fortuna, Jungwon non ne era sicuro. –No che non poteva dire nulla, o avrebbe dovuto dirvi che lui e Riki se la fanno da mesi sotto il nostro naso-.

Nove teste si girarono contemporaneamente nella sua direzione. –E tu come lo sai? Te lo ha detto lui?- ora sì che Sunoo era il ritratto della paura, pensò Jungwon, che ancora quasi intontito dalla notizia, cercava di metabolizzare.

-Evidentemente sei molto più bravo a nascondere segreti rispetto a lui, perché io l'ho messo all'angolo dopo due settimane che siete usciti per la prima volta. Ha cercato di negare, ma non è stato molto utile-.

-Scusate un secondo- Jongseong alzò letteralmente la mano, come per fare una domanda durante una spiegazione della quale non aveva capito un accidente. –Torniamo un secondo alla parte in cui Riki e Sunoo... Escono? Si frequentano? Stanno insieme?- guardò nella direzione di Sunoo, in cerca di chiarificazione.

-Stiamo insieme-.

-Ecco. Perfetto. Come è successo? E perché diavolo non ci avete detto niente?-.

Sunoo fece una smorfia amara. –Ci siamo incontrati in biblioteca, eravamo lì per lo stesso libro-. Jungwon faceva seria fatica ad immaginare Riki con un libro in mano, ma non era sicuro che, se avesse provato ad obiettare, la sua voce gli avrebbe ubbidito. –Abbiamo cominciato a vederci più spesso, ed è stato... Bello. Ci capivamo, in qualche modo. Non ve l'abbiamo detto perché sapevamo che vi sarebbe scoppiata una vena-.

-Sono sicura che Sunoo potrà meglio spiegare i dettagli in separata sede- intervenne la signorina Choi. Jungwon si era scordato che fosse ancora lì. –In questo momento, mi interessa sapere se sai dov'è, Sunoo-.

Sunoo scosse la testa. –Non ha voluto dirmelo. Sapeva che ve lo avrei detto, e non vuole tornare a casa-.

-Allora tu sapevi che era scappato- intervenne Heeseung, perplesso, prima che la seconda parte di frase si registrasse. –In che senso non vuole tornare a casa?-.

Incalzato da una gentile occhiata della signorina Choi, Sunoo iniziò a dare la spiegazione che tutti loro erano ansiosi di sentire. –Lunedì pomeriggio siamo andati ad un caffè, perché volevo distrarlo dall'idea che stessero buttando giù la casa sull'albero. Quando siamo usciti, suo padre ci ha visti che ci tenevamo per mano-.

Jungwon non capiva quale fosse il problema: sua madre non aveva mai fatto storie per il suo orientamento sessuale. Ad un certo punto, aveva semplicemente iniziato a parlare di futuri generi invece che di future nuore. A giudicare dal lampo di comprensione che attraversò i volti di Jongseong, Sunghoon e Jake, invece, capì che si trattava di un'informazione piuttosto importante. –Ci è venuto incontro gridando, dicendo parole che non voglio neanche ripetere, e lo ha trascinato a casa-.

-È per questo che è scappato via?- Jake si passò una mano tra i capelli, nervoso. –Non lo biasimo-.

-Il padre di Riki non è esattamente la persona più tollerante che io conosca- spiegò Jongseong, intercettando gli sguardi perplessi degli altri componenti della Combo. –E non ha davvero, davvero bisogno di un'altra scusa per picchiarlo-.

Jungwon si girò verso Sunoo, inorridito. Di certo non stava implicando...

-È venuto sotto casa mia alla sera, per salutarmi- mormorò Sunoo. –Aveva un occhio viola. Mi ha detto che suo padre vuole fargli cambiare scuola, così che non veda più me e voi, perché pare che tra tutti l'abbiamo deviato, o qualcosa del genere. Non lo vedo da allora-.

Con le sue parole, nell'aula calò il silenzio. Anche la signorina Choi sembrava raggelata.

-Quando eravamo al deposito di rottami- ricordò Jungwon, all'improvviso. –Non volevi che i ragazzi perdessero la casa sull'albero perché altrimenti Riki non avrebbe avuto un posto dove andare, vero? Tu lo sapevi già che il padre lo picchiava, e non volevi che perdesse il suo unico posto sicuro-.

-Certo che lo sapevo, Jungwon- lui fece un passo indietro, spiazzato dal tono stizzito del suo migliore amico. Se ancora lo era, il suo migliore amico, perché più i minuti passavano e più gli sembrava di non sapere nulla di lui. –Lo vedevo tutti i giorni, certo che lo sapevo. Era impossibile non notare che suo padre lo picchiava sia spesso che volentieri, anche se lui era eccezionalmente bravo a nasconderlo. E non hai idea di come sia, vedere una persona a cui tieni così tanto in una situazione del genere senza poter fare nulla per aiutarlo, perché allora si sarebbe venuto a sapere di noi, e sarebbe stato peggio-.

Jungwon rimase a bocca aperta. Avrebbe voluto dire che no, forse non lo sapeva, ma che se Sunoo fosse venuto da lui all'inizio si sarebbe fatto in quattro per aiutarlo, come aveva sempre fatto: avrebbe cercato di risolvere il problema a tutti i costi, anche a costo di impelagarsi in una situazione più grande di lui. Avrebbe detto questo ed altro, ma prima di poterlo fare sentì una mano appoggiarsi delicatamente sulla sua spalla: era Jongseong, che con lo sguardo lo avvisò di non dire cose di cui avrebbe potuto pentirsi. Per fortuna, quel piccolo momento non venne notato.

-Cosa possiamo fare allora, signorina Choi? Battiamo i boschi finché non lo troviamo? Chiamiamo la polizia?- chiese Sunghoon, cercando risposte da chi non ne aveva: era evidente che la signorina Choi non era preparata a trovarsi davanti a una situazione del genere.

-Per il momento, voi non farete assolutamente nulla- disse infine. –Se domani non sarà tornato, andrò io stessa dalla polizia. Voi rimanete solo sull'attenti, e se dovesse farsi vivo ditegli di venire da me. Troveremo una soluzione che non comporti il tornare alla situazione di prima, okay? Non nascondetelo, non è la cosa migliore da fare. Avete capito?-.

La signorina Choi guardava Sunoo, notò Jungwon, perché evidentemente aveva capito a chi quell'ammonimento andava fatto con più forza. Ma quello non disse niente, e si limitò ad annuire insieme a tutti gli altri. –Ora tornate a casa, e cercate di stare tranquilli. Risolveremo questa situazione. E per favore, niente più risse all'interno della scuola, non penso di poter essere più in grado di coprirvi-.

strawberry jam - enhypen.Where stories live. Discover now