chi disprezza

68 8 0
                                    

Jungwon avrebbe voluto riunirsi insieme agli altri alla roulotte: non voleva lasciare Sunoo da solo, e voleva anche avere l'occasione di parlarci più approfonditamente. Purtroppo, il dovere chiamava: nonna Kim sarebbe già stata furiosa per il ritardo accumulato fino a quel momento, non era il caso di peggiorare la situazione.

In effetti, nonna Kim era parecchio arrabbiata: lo rimbrottò per qualche minuto, ma Jungwon non la ascoltò neanche per un secondo. La nonna gli fece riordinare la cucina, ma non se ne dispiacque troppo: pulire la cucina significava rimanere vicino al camino, e poi essere a portata d'orecchio del telefono, in corridoio. Tutta la Combo aveva il numero di telefono di casa di sua nonna, se Riki si fosse fatto vivo lo avrebbero chiamato.

Jungwon non sapeva quando avesse iniziato a importargli di lui, ma dall'ostile indifferenza di pochissimo tempo prima era passato innegabilmente ad una quantomeno tiepida preoccupazione. Era il ragazzo di Sunoo, dopotutto, no? E Sunoo era come un fratello per lui. Supponeva che questo significasse estendere un minimo senso di protezione nei confronti di Riki, anche se era stupito di come il sentimento avesse attecchito in lui così velocemente. Forse era vero che la rivalità tra le loro due bande era meno radicata di quello che pensava.

Jungwon spazzò a terrà, lucidò l'argenteria e spolverò la credenza, ma il telefono non suonò neanche una volta. Quando ormai le ombre iniziavano ad allungarsi e il buio stava scendendo, però, suonò il citofono: Jungwon corse ad aprire, pensando che fosse il postino. Non lo era: Jongseong accennò un saluto dall'altro lato del cancello, con i capelli schiacciati da un berretto e l'espressione contrita di chi non ha avuto troppo di cui essere rallegrarsi, nelle ultime ore.

Jungwon non ci pensò a lungo: uscì fuori, si chiuse il cancello alle spalle e lo abbracciò. Era evidente che ne avesse bisogno, e a giudicare da come Jongseong ricambiò la stretta, aveva ragione. –Lo ritroveremo, eh?- lo rassicurò, separandosi da lui, un po' irrigidito dall'imbarazzo. –Non può essere andato lontano, è solo un ragazzino-.

Jongseong annuì, stanco. –Ero solo venuto a dirti che non ha chiamato. Abbiamo provato a cercare nei posti in cui di solito andiamo insieme, ma non c'è. Domani mattina la signorina Choi andrà dalla polizia-. Ridacchiò senza allegria. –Jake sta impazzendo dalla preoccupazione. Io, lui e Sunghoon questa sera dormiamo da mio nonno, nessuno di noi ha troppa voglia di rimanere da solo-.

Jungwon annuì. –È normale essere preoccupati, penso che noi saremmo anche peggio se mai dovesse succedere qualcosa del genere a qualcuno della Combo-.

Jongseong si strinse nelle spalle. –Lo so, è solo... Ho sempre saputo cosa succedeva in quella casa, quando Riki rientrava. L'ho sempre saputo, e non ho mai fatto niente. Forse, se fossi riuscito a tenerlo più lontano da casa, o se mi fossi reso degno di fiducia abbastanza da confidarsi con me, forse non sarebbe in questa situazione, chissà dove. Voglio solo che si faccia vivo e che ci dica che sta bene- ammise, tirando su con il naso. Per evitare di vederlo piangere, Jungwon lo abbracciò di nuovo.

-Non c'era niente di meglio che tu o gli altri avreste potuto fare, okay? Non è compito volto sistemare una situazione familiare nella quale non siete dentro, o le credenze assurde di un imbecille bigotto. Siete stati lì per lui in ogni modo, so che l'avete fatto, e che avete cercato di farlo al meglio. E se stiamo parlando di fiducia, neanche Sunoo ha parlato con noi. Questo cosa dice di noi?-.

Jongseong sbuffò, la faccia affondata nella sciarpa di Jungwon. –Che avremmo dovuto essere dei migliori amici per loro, forse-.

-Forse- Jungwon concordò –E quando Riki tornerà ti giuro che per quanto mi riguarda non dovranno più nascondersi, non mi lamenterò neanche se inizieranno a dirsi sdolcinatezze davanti a me. Ora però è meglio che tu torni da tuo nonno, non vogliamo che Jake e Sunghoon inizino a preoccuparsi anche di te-.

Jongseong alzò lo sguardo su di lui: aveva gli occhi gonfi, e comunque Jungwon si sentiva come se gli stessero scavando dentro. –Ha ragione, forse è meglio che vada. Ti ringrazio- disse, piano. –Per tutto-.

Jungwon non sapeva cosa rispondere: erano nel bel mezzo del marciapiede, eppure sembrava che in tutta la strada ci fossero solo loro. Sembrava che in tutto il mondo ci fossero solo loro.

-Jungwon! Ma dove sei finito? Devi annaffiare l'insalata prima di andare via!-.

La voce di nonna Kim perforò l'aria come un proiettile: Jungwon si staccò da Jongseong con una smorfia; beh, almeno quell'incubo di sua nonna era riuscito a farlo sorridere.

-Penso che anche tu debba andare- gli fece notare Jongseong, ancora ridacchiando. –Ci vediamo domani, sì?- rimase fermo per un secondo come se fosse incerto su che direzione intraprendere, poi prese il mento di Jungwon tra due dita e gli poggiò delicatamente le labbra su una guancia. Jungwon gli strinse una mano come ultimo saluto, e non gli staccò lo sguardo di dosso finché non ebbe girato l'angolo.

strawberry jam - enhypen.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora