a torto si lagna del mare

82 12 0
                                    

Il pomeriggio con nonna Kim era stato di un tedio incredibile, ma perlomeno la donna, in uno slancio di generosità per lei più unico che raro, gli aveva permesso di metterne da parte un piccolo vassoio da portare alla roulotte il giorno dopo. –Ma che sia l'ultimo!- borbottò, mentre Jungwon lo assicurava velocemente al portapacchi della bici, in caso cambiasse idea. –O ti proibirò davvero di tornare qui-.

Nonostante tutto, Jay avrebbe evitato volentieri di vedersi vietato l'ingresso alla casa, dal momento che gli sarebbe mancato parecchio: si limitò a filare via a testa bassa, con il vassoio fumante che lasciava una scia impalpabile nell'aria dietro al sellino, alle sue spalle.

-Oh, vedo che il pomeriggio ai lavori forzati ha dato i suoi frutti- commentò allegramente Jongseong, quando, il giorno dopo, lo passò a prendere sotto casa. –Li hai rubati?-.

Jungwon sbuffò. –Ma per favore, in casa di nonna non succede niente senza che lei lo sappia, non riuscirei a rubare neanche un granello di polvere. È stata solo molto generosa, per una volta-.

Jongseong annuì, inforcando la bicicletta: Jungwon mise i piedi sui pedali immediatamente dopo di lui, e rimase alle sue spalle, pedalando qualche metro più in là, per tutto il tempo necessario per raggiungere la roulotte.

-Senti- esordì Jongseong, quando ebbero legato le bici ad un albero appena fuori dalla roulotte, e si sentivano già gli schiamazzi provenire dall'interno, illuminato a giorno dalle lucine colorate che avevano sistemato intorno alle finestre –Mi chiedevo se uno di questi pomeriggi avessi voglia di andare a fare un giro con me-.

-Perché dovrei fare un giro con te? Già ti vedo tutti i giorni, per quanto mi riguarda è già quasi troppo-. Jungwon ridacchiò, ma il sorriso gli evaporò sulle labbra quando si rese conto che Jongseong non stava affatto ridendo.

-Sì, immagino- Jongseong si grattò la nuca, coperta da un berretto nero. –Fa' conto che non abbia detto nulla. Allora, entriamo?-. Senza aspettare risposta, spinse la porta della roulotte ed entrò dentro. Jungwon, vagamente perplesso, lo imitò dopo qualche secondo di confuso ritardo.

Dentro c'era un gran casino: a quanto pareva, erano stati gli ultimi ad arrivare, e se le loro riunioni si sarebbero sempre evolute in questo allora la Combo avrebbe dovuto iniziare ad investire in un quartier generale più grande, o in uno condiviso con quelli di via Paal. Heeseung, Taehyun e Sunghoon si stavano affaccendando nella piccola cucina, il cielo solo sapeva a fare cosa: erano incastrati come pezzi di puzzle, e andare avanti e indietro, stretti com'erano, non doveva essere di certo facile. Ma loro sembravano allegramente facinorosi attorno a qualcosa che, dalla sua posizione, Jungwon non riusciva a vedere, quindi li lasciò divertirsi. Jake era steso su un divanetto, con un l'avambraccio sopra gli occhi, lamentandosi come un asino stanco: aveva vinto la battaglia per decidere chi avesse dormito a casa di Riki, per i primi due o tre giorni dal suo ritorno, ma a caro prezzo: continuava a lamentarsi che il materasso che Riki gli aveva fornito era più duro del pavimento. L'incriminato e Sunoo, invece, erano seduti al tavolo: più vicini di quanto la comune decenza e i loro amici avrebbero voluto, come sempre, e intenti a bisbigliare qualcosa tra loro: Mark era seduto al capo opposto del tavolino, chino su un settimanale di parole crociate.

Il primo a vederlo fu Heeseung. –Jungwon!- esclamò. –Hai portato i biscotti?-.

Jungwon, per tutta risposta, alzò il vassoio: esultò quando Heeseung si scostò leggermente, scoprendo, sul bancone della cucina, una serie di tazze ripiene di quello che, a giudicare dall'odore, era tè alla cannella.

La merenda fu gustosa come al solito, ma quello che la rese davvero piacevole, e Jungwon non credeva di essere in grado di formulare tali pensieri, era il fatto che fossero tutti lì insieme. Non capiva come, ma tra tutti si era creata una buona unità, una sinergia che mai avrebbe fatto sospettare che quelle nove persone sedute attorno al tavolo avessero speso gli ultimi dieci anni a farsi la guerra le une con le altre. Sunghoon e Taehyun parlavano fitto fitto, a testa bassa; e Heeseung occasionalmente partecipava al discorso; Mark stava spiegando qualcosa a Jake, gesticolando animatamente, e quello lo ascoltava rapito. Jungwon si era giusto appena sorpreso a pensare come sarebbero state le cose se quella fosse stata la loro dinamica, quella l'impronta del loro decennio di conoscenza, quando si sentì picchiettare sulla spalla.

strawberry jam - enhypen.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora