il male peggiore dei mali

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Al mattino dopo, la tensione in aula era così densa che si sarebbe potuta tagliare con un coltello. Un'occhiata tra Jungwon e Jongseong aveva confermato che la signorina Choi era effettivamente andata dalla polizia, anche se Jungwon avrebbe potuto indovinarlo da solo dal modo in cui Jake fissava ostinatamente il suo quaderno aperto sulla stessa pagina da dieci minuti, senza scrivere né sottolineare niente.

Sunoo non sembrava passarsela tanto meglio, ad essere sinceri: ma mentre in quel momento a Jake non si sarebbe avvicinato ad un raggio di meno di due metri, quando fu sicuro che la professoressa di italiano fosse troppo presa dalla spiegazione per far caso a loro Jungwon picchiettò Sunoo sulla spalla. –Vieni a vedere Howl a casa mia oggi?- chiese sottovoce, quando quello girò infinitesimamente la testa nella sua direzione. Sunoo annuì.

Jungwon e Sunoo avevano scoperto i film dello studio Ghibli per la prima volta tre anni prima. Avevano tredici anni, e la loro regione era finita nella morsa di una tormenta di neve come non se n'erano mai viste da quelle parti. Le scuole erano rimaste chiuse per dieci giorni: ogni mattina, Sunoo aveva attraversato la strada per bussare alla porta di casa di Jungwon e guardare qualcosa in TV insieme. Un giorno, avevano trovato questo strano film su una ragazzina che diventava una vecchia e una buffa casa magica: era stato amore a prima vista.

Offrire di vedere quel film era un po' come stendere nella direzione di Sunoo un rametto d'ulivo per fare pace, e Jungwon sapeva che Sunoo aveva capito quando si presentò quel pomeriggio dopo pranzo a casa sua, armato di due buste di popcorn.

Si erano sistemati sul divano da neanche cinque minuti, quando Jungwon ruppe il ghiaccio. –Perché non mi hai mai detto niente?-.

Sunoo si girò nella sua direzione, cacciandosi un popcorn in bocca. –Perché odi lui e i suoi amici, e non volevo essere messo nella posizione di scegliere tra lui e la Combo-.

-Non ti avrei mai chiesto di farlo- protestò Jungwon. Sunoo gli lanciò un'occhiata che parlava da sola. –Vuoi dire che non avresti mai cercato di ostacolarmi ogni volta che saremmo dovuti uscire, o che mi avresti tenuto il broncio se lo avessi difeso?-.

-... Non sempre- concesse Jungwon, imbronciato, alla fine. –Magari avrei fatto una battutina o due, ma è il tuo ragazzo, Sunoo, come hai potuto pensare che io o i ragazzi non saremmo stati felici per te?-.

Sunoo rimase in silenzio per un attimo. –Scusa la brutalità, Won, ma non mi avete mai dato motivo di pensare altro. Hai mai parlato con uno di quelli di via Paal per un motivo che non fosse il prenderlo a parolacce?-.

Jungwon aprì la bocca per rispondere, ma serrò la mascella con uno schiocco. Sunoo sarebbe stato piuttosto sorpreso dalla risposta.

Dopo un paio di secondi, Sunoo alzò un sopracciglio, ma non disse niente. –In ogni caso, la situazione era più complicata della semplice rivalità tra bande. Era più sicuro per noi non dire nulla a nessuno, se la notizia si fosse sparsa in città e la voce fosse arrivata a suo padre, saremmo stati spacciati. Cosa che alla fine è successa comunque, tra parentesi, perché non sono riuscito a tenere le mani a posto-.

-È normale che tu volessi tenere per mano il tuo ragazzo, Sunoo, non è colpa tua. Vedrai, la polizia lo troverà e tra tutti noi una soluzione verrà fuori. Potrebbe addirittura rimanere qui con me, c'è spazio in abbondanza. Nonna Kim sarebbe solo felice di avere due braccia in più che le sistemino l'orto-.

-Non penso che lo farebbe mai- ridacchiò Sunoo. –Ma ti ringrazio. Significa molto, detto da te-.

Jungwon sorrise, e aprì le braccia in direzione di Sunoo, che era ancora fastidiosamente seduto all'altro capo del divano. Quello colse l'antifona, e gli gettò le braccia al collo.

-Sei arrabbiato perché non te l'ho detto?-. biascicò, il volto schiacciato contro la felpa di Jungwon, che, dopo aver ponderato sulla domanda per qualche secondo, rispose, pensieroso. –No. Un po' deluso, forse, ma se non me l'hai detto è solo perché io non ti ho mai messo nella condizione di sentirti sicuro abbastanza da confidarti con me. Migliorerò in questo, promesso-.

Sunoo annuì, senza alzare la testa. Non cercò di rassicurarlo: Jungwon sapeva che aveva sbagliato, e andava bene così. Si permise di crogiolarsi nel calore del loro abbraccio per qualche secondo.

-Ti piace davvero?-.

Sunoo annuì. –E ti tratta bene?-.

-Più di quanto riusciresti ad immaginare-.

Jungwon sbuffò in approvazione. –Allora appena lo troviamo lo grazierò della mia approvazione. Anche se dovrà prendersi quantomeno un paio di scappellotti per averti portato in giro di nascosto per... Per quanto tempo, di preciso?-.

Sunoo ebbe la decenza di apparire vagamente imbarazzato quando ammise: -Tre mesi-.

Jungwon saltò su come una molla. –Tre mesi? E noi non ci siamo accorti di niente?-.

Sunoo alzò le spalle. –Meglio per noi, no? Ci siamo potuti godere un po' di privacy in pace senza i nostri fastidiosi amici-.

-Ehi!- sbottò Jungwon, giocosamente offeso; Sunoo, ridendo, gli sbatté un cuscino in faccia. Jungwon ricambiò il favore, pensando che il suo migliore amico gli era mancato. E pazienza se da adesso in poi lo avrebbe dovuto condividere, ne valeva la pena per non fargli portare più con sé pesi del genere.

strawberry jam - enhypen.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora