6| attesa

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attendere
/at·tèn·de·re/
Aspettare un avvenimento, persona.

ᴠɪᴛᴛᴏʀɪᴀ ɢᴏɴᴢᴀʟᴇᴢ

14/12/2022

Questi giorni li trascorsi in pura serenità, il Natale si stava avvicinando e avrei dovuto iniziare a schiarirmi le idee su come passare questi giorni di festa.

- Su racconta cos'è successo! - dall'altra parte del telefono mi arrivò di risposta la voce di Mia che anche a distanza ci parlavamo quotidianamente.

- Uffa Mia! è la quinta volta che ti racconto cos'è successo, cosa c'è di così tanto interessante in questo fatto? - Dall'altra parte arrivò subito una mia risposta e sbuffai.

- Beh forse il fatto che stai avendo un flirt con un calciatore?! anzi non un calciatore qualunque.. IL CALCIATORE, Pablo Gavi! - Mia si era sempre montata la testa su questo genere di cose, è una persona che non si sa tenere le cose per sé, ha bisogno di un tappo.
È la tipica persona che si incontra con le amiche al bar per fare gossip su qualsiasi cosa, e quando abitava qui, io ero una di quelle amiche.

- Domenica mio fratello e Pablo sono venuti a casa mia, principalmente per visitare mia madre, visto che noi ci eravamo visti il giorno precedente, così si presentarono entrambi fuori dalla porta verso le sei di sera solo che nessuno oltre a me era presente in casa, mia madre quel giorno sarebbe tornata alle ventidue.
Pedro non aveva pensato di avvisare della sua visita perché voleva fare una sorpresa sia a me che a mia madre, decisero di aspettare il suo arrivo; preparai la cena, guardammo un film e nel frattempo si fecero le ventidue.
Vero sole dieci e mezza arrivò mia madre ma beh tra chiacchiere e risate si fece mezzanotte, pedro e pablo, entrambi stanchi, decisero di fermarsi qui a dormire nella rispettiva camera di mio fratello.. devo continuare per forza? non ti stanca nemmeno un po' questa storia? - Tutto d'un fiato raccontai senza fermarmi tra i minimi dettagli.

- Continuerai a raccontarmi tutto dopo, ora devo andare ad aiutare mio fratello con un lavoro, a presto! - Staccò la chiamata dopo averla salutata.

Accesi lo schermo del telefono per vedere che ore si erano fatte: le quindici
Vidi diverse notifiche da parte del Sivigliano
ma decisi che avrei risposto dopo perché ora avrei dovuto veramente mettermi a studiare per la giornata impegnativa che mi aspettava domani.

Eppure continuavo a distrarmi curiosa di aprire quella chat, in questi giorni pensai molto sul nostro rapporto e arrivai ad una conclusione: con il tempo capirò cosa fare, anche se probabilmente ero innamorata persa oppure per me è solo un amico dovevo prima conoscerlo a fondo, avevo bisogno di capire com'è fatto e se ha qualche lato nascosto.

In fin dei conti avevo solo diciassette anni, non mi andava di entrare nel mondo dei gossip, della fama o cose simili, ma di certo per questo non rinuncerei ad un ragazzo come lui, ho solo bisogno di tempo.

15/12/2022
12:30

Prendevo appunti mentre la professoressa spiegava nell'ultima mezz'ora di lezione.

La mia scuola è uno dei più comuni istituti d'istruzione privati a Barcelona, non viene frequentata da molta gente ma neanche troppo poca, nella media il 30% degli studenti della città, all'anno, vengono rifiutati per avere delle capacità intellettuali troppo basse, e purtroppo o per fortuna io non sono una di quelle.

Quando finalmente suonò la campanella io e Alice, la mia compagna di banco, andammo verso i nostri armadietti a riporre i libri per prendere il nostro zaino e dirigerci fuori da scuola, dove si stava scatenando un vero e proprio putiferio.

Giustamente mio fratello senza preavviso, come sempre, ebbe la bellissima idea di venirmi a prendere a scuola con Pablo, nonché il suo migliore amico.

Io e alice curiose ci avvicinammo alla folla, quando poi mi resi conto che era proprio la macchina di Pedro, cercai di fare spazio e in 10 minuti io e Alice riuscimmo a salire in macchina.

- Posso sapere che cazzo ti salta in mente? - dissi scocciata con un tono seccato e deciso.

- Hey! con calma sorellina, è questo il modo di ringraziarmi? - rispose Pedro ridendo, nel mentre Gavi chiese la via di casa di Alice, la
mise sul navigatore e io andai avanti con il discorso.

- Ma ti pare normale presentarti davanti alla mia scuola senza neanche un paio di occhiali da sole? e me la sto prendendo anche con te signorino. - Dissi io rivolgendo la testa proprio verso il moro, che si girò e sorrise.

Per tutto il tragitto nessuno proferì parola fino a quando arrivammo davanti a casa della mia amica che prima di scendere disse: - Grazie mille per il passaggio! - prima di chiudere completamente la portiera, sottovoce aggiunse: - hai tante cose da dirmi Vitto.. chiamami dopo e spiegami tutto! -  Chiuse la portiera e si avvicinò al cancello che delimitava il terreno di casa sua e il marciapiede.

Così solo noi tre eravamo rimasti in macchina diretti in una meta sconosciuta, perché sia Pablo che Pedro non avevano intenzione di rivolgermi la parola per qualche motivo sconosciuto.

- Si può sapere cosa avete entrambi? - Ad un tratto di getto parlai stufa di questa situazione.

- Nulla Vivi. Siamo solo zitti, ti da fastidio pure questo? - disse Pablo con un tono sarcastico ma a me non fece affatto ridere questa battuta.

- Mi state prendendo per il culo? - domandai.
e non mi arrivò una risposta.

E voi ci credete se vi dico che sono così permalosa da restare fuori dal campo di allenamento del Barcelona? beh dovreste!

Ero ancora furiosa dalla scenata davanti a scuola di qualche ora prima.
Nel bel mezzo dell'allenamento vidi Pablo uscire dalla struttura e guardandosi in giro finalmente mi trovò, corse verso la panchina dove io ero seduta e si appoggiò anche lui.

- Si può sapere cos'hai? è da giorni che hai cambiato approccio con me, con tutti - Mi domandò Pablo.

- Che vuoi dire? non è successo nulla e sono sempre la stessa di sempre - Risposi.

- Se lo dici tu.. - Fece spallucce e si girò verso di me per guardarmi dritto negli occhi e aggiunse:
- Dai entriamo -

- No - in fretta e furia Pablo mi sollevò e entrambi entrammo nella struttura.
Tutti risero vedendo la scena abbastanza buffa di me sopra gavi messa a "sacco di patate" mentre continuavo a strillare implorando che lui mi mettesse giù.

mi sedetti a guardare tutto il fc barcelona allenarsi, ad un tratto sentii le palpebre appesantirsi e mi addormentai con il telefono in mano mentre scattavo qualche foto a pedro come mi aveva chiesto lui una ventina di minuti prima.

finiti gli allenamenti tornai subito a casa ma un dettaglio particolare non riuscii a togliere dalla mia testa; io e pablo la sera stessa parlammo all'infinito, l'intesa che c'era ogni volta che ci incontravamo era diversa.. migliore.
per tutta la sera pensai a lui, non riuscivo a togliermelo dalla testa.. è possibile che in così poco tempo mi faceva quello strano effetto?
quell'effetto che viene chiamato "amore" a me sconosciuto, che sperimentai una sola volta con la persona sbagliata nel momento sbagliato.
e ho talmente tanta paura che il rapporto tra me e pablo potrebbe ridursi come quello con mathias che non ho neanche il coraggio di buttarmi, metaforicamente ovviamente.

capii una cosa: avevo bisogno di parlare con pablo al piu presto e a natale sarebbe stato il momento adatto.

dovevo solo attendere il giorno che di sicuro mi sarei ricordata per sempre.

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para siempre 💞
parte 6
si conclude qui.

- - - > spazio scrittrice < - - -

hola todos
eccomi qui con un nuovo capitolo!
le cose si stanno facendo sempre più vicine al momento tanto atteso.. 😁
ci vediamo presto con un nuovo capitolo!
- sofia

❗️POSTO UNA VOLTA O DUE A SETTIMANA ❗️

alla prossima ! 💞

para siempre ; pablo gavi Where stories live. Discover now