19| tradimento

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tradimento
/tra·di·mén·to/
Azione delittuosa o comunque dannosa compiuta ai danni di qualcuno, profittando della sua buona fede e della sua fiducia.

ᴘᴀʙʟᴏ ɢᴀᴠɪ

05/04/2023

Mi ricordo a tratti come rimasi nell'esatto momento in cui vidi quella foto, ero come pietrificato.
La barriera si chiuse, i cancelli si bloccarono con il lucchetto, e nessuno avrebbe avuto più la
possibilità di entrare.

Non volevo spiegazione, non volevo sentire niente e nessuno, perché mi avrebbe causato solo più dolore che non avevo più voglia di provare.
Ero perso, nessuno meritava il mio cuore.

Forse ero solo uno stupido ragazzino determinato che tutti giudicavano per come mi vedevano, ma dietro tutto questo c'è solo la timidezza che nascondo molto bene, modestamente. Ma io sono molto più di questo, mi merito molto di più.

Questa mattina non mi alzai dal letto al
solito orario, rimasi nel mio comodo materasso fino a mezzogiorno a fissare il vuoto senza azzardarmi a toccare il telefono.

La foto mi aveva spiazzato, e pensare che io credessi che lei fosse quella giusta per me.
Ma forse è vero.. Amare è dare l'arma a qualcuno per distruggerti.
E lei mi aveva distrutto come se una pallottola affondava lentamente dentro il mio cuore.

Piano piano si stava sgretolando tutto il mio mondo, perché ogni pensiero mi portava a lei.
Con la pelle secca e le labbra screpolate decisi di alzarmi.

Appena toccai il pavimento con i piedi scalzi mi venne un brivido lungo la schiena per il parquet ghiacciato.
Mi soffermai qualche secondo a guardare il telefono con la modalità Non disturbare attiva.
Mi sciacquai il viso con acqua fredda ma un rumore interruppe tutto, ci mancava solo che qualcuno bussasse alla mia porta.

Lentamente andai verso l'entrata e mi ritrovai la faccia di Pedri davanti.
Non mi salutò neanche, avvolse le sue calde braccia intorno al mio corpo, mi abbracciò.

E in quel momento crollai di nuovo, cercai di trattenere le lacrime, non volevo che lui le vedesse, però mi lasciai andare.
Lacrime calde iniziarono a scendere ininterrottamente invadendomi il viso, piansi sulla spalla del mio migliore amico, l'unico che si preoccupò per me.

Solo lacrime, lui lentamente cercò di calmarmi accarezzandomi la testa.
Questa notte non chiusi occhio, precisamente mi passò completamente la voglia di appisolarmi alle due del mattino, quando mi apparse la foto davanti, da lì iniziò il peggio.

Mi staccai da lui tirando su con il naso, cercai di nascondere le mie lacrime, non volevo mi vedesse come un bambino, anche se in fondo lo ero.

Lui mi sorrise per poi andare a sedersi sul divano invitandomi a fare lo stesso.
- Non vorrai mica fare il rammollito tutto il giorno, dopo abbiamo la partita e abbiamo bisogno del miglior centrocampista del Barcellona. - Lui conosceva tutto di me, sapeva quali tasti toccare per farmi tornare su di morale, e infatti ci riuscì, in quel momento desideravo solo essere lo stesso ragazzo spensierato di sempre.

- Sai com'è.. per essere forti come me bisogna riposare per riprendere le forze. - Esclamai dandogli una pacca sulla spalla.
Lui sorrise sapendo che aveva fatto centro.

Ma subito dopo ritornai serio.
- Ora.. cosa dovrei fare? - Domandai con la voce tremolante cercando un appoggio da parte sua.

para siempre ; pablo gavi Where stories live. Discover now