❼. La notte porta consiglio

191 26 107
                                    

Le 23.40. La notte finalmente era giunta e la luna rischiarava dolcemente la vallata dell'ospedale. Il silenzio si era reso padrone del reparto, spodestando il vecchio, iroso re Zotti. Nonostante la sfuriata fosse terminata da parecchie ore, c'era ancora una greve aria di attesa che aleggiava sopra i lavoratori del reparto. Alcuni barellisti, inconsapevoli dell'accaduto, erano venuti a prelevare un paziente per portarlo in sala chirurgica e avevano notato l'agitata quiete che permeava i corridoi del quindicesimo piano. Senza proferire alcuna parola, degli infermieri avevano dato loro tutti i documenti e si erano allontanati, ondeggiando tra le stanze come dei fantasmi che ancora si trovavano a vagare senza meta per la Terra.

Poco dopo l'infausto evento, Anastasia si era fermata con Marco a discutere riguardo i comportamenti che Zotti aveva assunto nei confronti di tutti gli altri suoi colleghi.

"Dal primo giorno che si è presentato, avevamo intuito, come se fosse stato circondato da un'aura visibile, che si sarebbe dimostrato una persona inumana."

Marco sospirò, al ricordo della prima volta che Zotti, appena laureato e vincitore della borsa di specializzazione, si era manifestato come un'oscura presenza nel loro già frenetico reparto. Gli occhi maliziosi, attraverso le lenti degli occhiali arancioni, avevano ispezionato dalla testa ai piedi tutte le persone che si intromettevano nel suo cammino, valutando negativamente ognuna di loro.

"Già quella volta, mentre il primario lo accompagnava nel primo giro visite, non si era mai scomodato né nei confronti dei pazienti, né di noi altri lavoratori. L'unica cosa che abbiamo sempre e solo ottenuto da lui sono stati insulti. Si è sempre voluto dimostrare superiore agli altri e non ha mai dato segni di cedimento."

"Perché?" Anastasia sbraitò, indignata. "Perché deve sempre comportarsi così? È convinto che la perfezione sia il suo riflesso, come fa a non rendersi conto che non è così? Come può vivere cercando di affossare gli altri senza rispetto, per nessuna ragione logica?"

"Per essere rispettato, per lui è più facile essere temuto che amato. E una volta capito questo, si è aperto la strada verso il completo controllo di noi altri, succubi."

Marco guardò stancamente Anastasia che lo fissava a bocca aperta. Lei non poteva immaginare neanche lontanamente che una persona avesse perseguito la professione di medico solo per fini egoistici, eppure ciò capitava più volte di quante pensasse. Con la crescente crisi, infatti, le possibilità lavorative in Italia si erano ridotte notevolmente, spingendo numerosi ragazzi a valutare la carriera medica solo per garantirsi un futuro più stabile. Immaginò Zotti con il suo primo camice, con volto spocchioso e voce saccente, presentarsi al primario, probabilmente sdegnando anche lui. C'era qualcosa sotto, però, che ad Anastasia non tornava. Nonostante fosse visibilmente una pessima persona, dentro di lei sentiva che c'era un perché, benché Marco negasse nettamente che lui avesse qualsivoglia tipo di strano e traumatico passato: Zotti era solo superbo e così era nato.

Salutato, finalmente, Marco, che non vedeva l'ora di evaporare lontano dal reparto a fine turno, Anastasia si diresse con gli altri infermieri a distribuire i farmaci della sera e a sistemare i pazienti per la notte, sperando che passasse liscia senza altri intoppi.

Gli infermieri, dopo aver assistito tremanti alla discussione tra l'odiato Zotti e Anastasia, guardavano la ragazza con ammirazione e timore allo stesso tempo. Era l'unica che si era permessa di rispondere a pesci in faccia allo specializzando, ponendogli davanti agli occhi la verità che lo caratterizzava, ed è per questo motivo che la rispettavano, temendo anche, però, che lei si sarebbe potuta rivoltare contro di loro allo stesso modo. D'altronde lei e lui erano fatti della stessa "pasta": quella di medico.

Anastasia, invece, a discapito dei timori, si comportò come sempre. Anzi, si "abbassò di livello" andando ad aiutare Valentina con il paziente in 6A che non riusciva a sollevare da sola. Ebbe pure l'accortezza di assisterlo mentre si recava in bagno e lo riaccompagnò al suo letto, una volta che ebbe terminato.

𝕀𝕃 ℝ𝔼ℙ𝔸ℝ𝕋𝕆जहाँ कहानियाँ रहती हैं। अभी खोजें