❶❺. Piano Terra

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Finalmente il tanto agognato ultimo giorno di tirocinio era arrivato. Anastasia si svegliò riposata e in pace, nonostante fossero le sei del mattino. La giornata che era appena passata le aveva fatto capire quanto forte fosse il suo animo in fondo. Era fiera di ciò che aveva fatto e si sentiva completamente ripagata nell'animo.

Il giorno che stava per affacciarsi dinanzi a lei sarebbe stato forse il più liberatorio della sua vita. Non vedeva l'ora di smettere di assistere a tutta quella sofferenza che aleggiava all'interno dell'ospedale e sentiva veramente il bisogno di andare a fare un'escursione per le campagne. Voleva perdersi per poi ritrovarsi nella sua monotona ma sicura vita da studente universitario. Non le mancavano per nulla gli esami, ma era ben che satura dell'ambiente che aveva respirato nel reparto del quindicesimo piano del Santa Maria Vergine di Bambin Gesù.

Le venne l'idea di passare a comprare qualche pasticcino per ringraziare Marco e gli altri dipendenti. Non appena entrò all'interno della panetteria, un profumo intenso di dolci la avvolse accompagnandola verso il bancone del locale. Dietro il vetro, si adagiavano file di croissant, curabie e babà, facendole venire un certo languorino.

Altre persone, interessate ai dolcetti, si avvicinarono al bancone, attorniando Anastasia. Lei guardò stupita la piccola folla che si era creata. Non avrebbe mai pensato che ci fosse così tanto movimento durante le prime ore del mattino. Non era più abituata alla quotidianità. Erano passate solo due settimane dall'inizio del tirocinio, ma a lei parevano passati anni da quando aveva respirato per l'ultima volta l'aria della normalità. Per due lunghe settimane aveva sentito unicamente gli odori dei detergenti per i pavimenti e quelli dei fluidi corporei delle persone. Un'accoppiata decisamente antitetica: i primi rispecchiavano l'igiene, il pulito e il controllo,  mentre gli altri rappresentavano la cosa più umana e meno controllabile degli esseri viventi.

Si sentì un po' a disagio nel rievocare gli odori dell'ospedale in un ambiente completamente estraneo a quel mondo e si strofinò il naso con il dorso della mano per eliminare le sensazioni immaginate. Per un'altra volta la stanchezza la stava traendo in inganno, tanto che, quando la commessa le chiese cosa voleva ordinare, Anastasia si scosse per uscire dall'universo parallelo nel quale era piombata. Cominciò a balbettare perché non aveva ancora deciso cosa prendere. Così, indicò casualmente in direzione dei dolcetti che le parevano più appetibili. Ne prese una decina e fece incartare il tutto. Infine, pagò distrattamente, abbandonando lo scontrino sul banco.

Giunta in ospedale, andò nello stanzino per cambiarsi per un'ultima volta. Infilando i pantaloni bianchi, realizzò che era stata capace di non macchiarli. La casacca, invece, era stata lavata più volte, solo che in quell'ultimo giorno era spiegazzata, stanca anche lei del suo servizio. Anastasia si diede un'ultima aggiustata ai capelli mori davanti al piccolo specchio quadrato e poi uscì, tenendo tra le mani il vassoio dei pasticcini. Mentre camminava lesta per il corridoio, cercava di tenerlo nascosto il più possibile, sperando che nessuno l'avrebbe incolpata per aver introdotto del cibo esterno che non fosse quello della mensa. Aveva già visto altri medici portare dei dolci, ma, siccome lei era solamente una tirocinante, non voleva scoprire se le fosse proibito o meno. Così, con ampie falcate, riuscì a raggiungere la sala degli infermieri, in cui sapeva avrebbe trovato Marco in turno, dato che l'aveva avvisata il giorno precedente che avrebbe fatto un cambio con una collega per esserle vicino durante il suo ultimo giorno di tirocinio.

Un'infermiera stava dando le solite consegne, sfogliando dei fogli scritti dai colleghi della notte, mentre Marco e gli altri stavano in silenzio seduti sulle seggiole che circondavano il tavolo centrale. Anastasia cercò di farsi notare da Marco dalle porte a vetri, per entrare senza dare fastidio. Marco la notò e le fece un cenno con la mano. La studentessa varcò la porta e tutti la fissarono. Lei sorrise imbarazzata.

𝕀𝕃 ℝ𝔼ℙ𝔸ℝ𝕋𝕆Where stories live. Discover now