[Juu-go] Il Cardellino

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IL CARDELLINO

Gymnopédie No. I by Erik Satie

Anche la lotta verso la cima basta a riempire il cuore di un uomo. Bisogna immaginare Sisifo felice.

Poche sono le cose che fanno star bene Namjoon:
Jean Paul Sartre, la confettura di limone sul pane, i film di Godard il venerdì sera, le playlist che mettono nelle caffetterie e come ultimo, ma non per importanza, Min Yoongi.

«Se io fossi una canzone, quante volte mi canteresti?»
«Nemmeno una»
«E perché?»
«Perché no, perché è così, stai zitto»

Namjoon lo guarda male, e ci ride sopra, e che deve fare? Voi che avreste fatto? «Vabbè, lo dici apposta» però poi ci ripensa e insiste, ma perché lui è così: non si dà per vinto, deve continuare, deve avere l'ultima parola, dal ring deve uscirne vittorioso a costo di prendersi due pugni in faccia, qualcuno potrebbe definirlo senza problemi "un gran testa di cazzo". Scusando il francesismo.

«Non lo dico apposta! Ma la smetti?! Non lo vedi che sto cercando di studiare?» Allora Yoongi fa' finta di essere infastidito, dico che finge perché non lo è davvero, ormai è proprio abituato all'amico, però deve comunque recitare la sua parte per Namjoon.

«Hyung, finiscila, lo sappiamo entrambi che non stai capendo un cazzo di quello che stai leggendo» Nam si alza e inizia a guardarsi intorno, è proprio annoiato, e poi Yoongi non vuole parlargli quindi adesso è pure infastidito. Che noia, ma perché non lo capisce mai? Ma che ci vuole a mettersi nei suoi panni? «Se vuoi ti aiuto» gli dice guardando il libro ma conoscendo già la risposta.

«Ma chi lo vuole il tuo aiuto?» controbatte Yoongi «Io preferirei che tu chiudessi la bocca una volta per tutte, questo, questo sì che sarebbe davvero d'aiuto»

«Qu'est-ce que l'homme ? Il est cette force qui finit toujours par balancer les tyrans et les dieux.»

«Che stai dicendo?» Yoongi adesso lo guarda, alzando un sopracciglio e cercano di capire quello che ha appena detto l'amico in francese «Ho citato quello che stai studiando: Albert Camus. Lo vedi che non stai capendo nulla? Fatti aiutare, dai...»

E in quel momento lì, Yoongi non può far altro che arrendersi a quel tono di voce tenero e supplichevole.  Non ci sono parole che tengano contro quelle di Namjoon. «Va bene dai, siediti qui e spiegami l'Assurdismo, non ci sto capendo niente» forse, dopo avergli detto questa cosa, Yoongi ha pure accennato un sorriso ma questo noi non lo sapremo mai perché se, per una vita intera, hai indossato la maschera del duro, non puoi mica sfilartela con facilità.

«Bravo bambino»

-

Ritorniamo però a noi, a dove eravamo rimasti: Namjoon ubriaco e Yoongi che cerca di trascinarselo per la città così da portare l'amico, sano e salvo, al loro dormitorio. Yoongi, in un attimo in cui la maschera è crollata, ha preso il cellulare dell'amico e gli ha impedito di rispondere alla chiamata del ragazzo... perché? La risposta è davvero semplice: per puro egoismo. L'uomo è egoista per natura, vuole sovrastare e strafare, è così, non possiamo farci niente e chi ammette il contrario è un bugiardo e merita di soffrire nel secondo cerchio dell'Inferno Dantesco. Non che Min Yoongi si sentisse davvero un lussurioso in quel momento, affatto, dentro il petto aveva un cardellino che cantava e cantava e cantava... Dio, che fastidio! Il canto di questo adorabile uccellino somiglia a un trillo, non so se lo sapete, e c'è anche un motivo per la quale faccio riferimento al cardellino.

Secondo la mitologia greca, Atena trasformò una delle Pieridi, Acalante, in un cardellino. In quanto, loro abili nel canto, decisero addirittura di sfidare le Muse, fallendo però miseramente.

Era così che si sentiva Yoongi in quella notte, tra vecchi palazzi e dentro le narici il profumo della bella di notte, si sentiva così potente da poter sfidare chiunque, persino l'amante di Namjoon. Anche se, ovviamente, se ne pentì all'istante, non appena vide gli occhi scuri dell'amico ardere e infiammarsi come braci.«Mi baci o no?» «Mi hai frainteso... io non... non intendevo questo»

L'amico gli afferrò un polso e lo guardò negli occhi, mai gli fu sembrato a Yoongi così serio come in quel momento, mai. «Allora perché non vuoi che rispondo a quelle chiamate? Mi stai prendendo per il culo? Credi che io sia stupido, Min Yoongi?»

Yoongi restò immobile, forse gli fuoriuscì dalle labbra una sillaba ma fu troppo flebile per essere udita, sentiva pure le ginocchia tremare al suono della voce di Namjoon: che sensazione era? Era timore, era desiderio o era altro? Inutile cercare aggettivi in queste occasioni, diciamo che si sentiva dentro una giostra che faceva su e giù tra la testa e l'ombelico.

«Non credo che tu sia stupido» si limitò a rispondere così, per poi aggiungere subito dopo un «Non ti sto nemmeno prendendo in giro, non lo so perché non voglio che tu risponda, va bene?!»

«Sei egoista, sei un fottuto egoista» gli rispose l'amico ubriaco cercando di rialzarsi dal freddo del marciapiede, Yoongi provò ad aiutarlo ma Nam lo scansò subito «Non toccarmi!» gli disse guardandolo di sfuggita e provando a farsi strada da solo barcollando.

«Joonie, smettila, vieni qui,dai...» Yoongi gli stava dietro, alle spalle, guardando ogni suo passo con estrema attenzione «Non chiamarmi così»

«Ah, giusto, ti ci fai chiamare solo dal tuo ragazzo...»

Calò il silenzio, Namjoon si fermò di scatto. Fece un respiro profondo e ci mise alcuni secondi prima di voltarsi «Che cazzo hai detto?» adesso lo stava guardando con gli stessi occhi di un lupo feroce davanti a un cacciatore «Ripetilo, avanti, perché forse non ho sentito bene...»

«Lo hai sentito, Namjoon, non lo ripeterò nuovamente»

A quella affermazione ci furono un susseguirsi di azioni: Un gatto che passa la strada velocemente, Namjoon che fa quattro passi verso Yoongi, quest'ultimo che resta immobile senza batter ciglio. L'amico, rosso di rabbia, in un solo movimento gli afferra il collo, azione svolta solo, e forse, per istinto e possessività «Non hai proprio paura, vero? Umh?» non gli stava mettendo nemmeno pressione, voleva solo tenerselo tra le sue dita, come una sigaretta che aspetta di essere accesa.

Yoongi, adesso, sentiva il fiato di Nam pizzicargli il naso «Cosa vuoi dimostrarmi facendo così? Ti conosco Nam, so bene come sei fatto» «No, no, no... Non mi conosci come uomo, Yoongi, credimi: stai facendo di tutto per mandarmi fuori di testa in questo momento»

«A Corinto due templi vicini: quello della violenza e quello della necessità»

«Osi utilizzare Camus contro di me?»

«Sì»

Due lettere, sono bastate solo due semplici lettere a Namjoon per far sì che, in un momento di follia, fiondasse le labbra contro quelle dell'amico. Non lasciando, a quest'ultimo, nemmeno il tempo di riflettere, di capire che stesse succedendo, tutto si era magicamente fermato. Nam gli teneva il viso con entrambe le mani, come ad evidenziare l'urgenza di quel suo gesto impulsivo: se vuoi giocare, devi giocare con le mie regole.

Senza chiedergli il permesso la sua lingua sapeva già dove e come muoversi dentro la sua bocca «Adesso non possiamo più tornare indietro, lo sai?» Quel gatto di poco prima, gli ripassò accanto, si fermò pure ad osservarli ma loro non se ne accorsero: troppo impegnati a baciarsi sotto la luce fioca di un lampione per capire la gravità del loro gesto.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 09, 2023 ⏰

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