[ni] a midsummer night's dream.

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真夏の夜の夢
A MIDSUMMER NIGHT'S DREAM
ᴡɪʟʟɪᴀᴍ sʜᴀᴋᴇsᴘᴇᴀʀᴇ

File e file di libri dalle pagine ingiallite erano riposti su degli scaffali in legno di betulla comprati anni prima da Ikea. Messe lì assorbivano come delle grosse spugne gli anni, la polvere e i ricordi della giovane vita di Namjoon. La sua camera odorava di ammorbidente al talco e di cicche spente male, i giorni lì dentro passavano tutti uguali, era subito notte ed era subito mattina. Namjoon rimaneva disteso a pancia in sù con sopra lo stomaco il suo MacBook Pro, della musica acustica suonava in sottofondo, il ragazzo sperava di trovare all'interno di quelle note qualche ispirazione da buttare sulla pagina vuota di world che da giorni aveva aperta.

Kim Namjoon aveva passato le sue vacanze estive così. Nella casa vacanze dei suoi genitori, in un paesino disabitato e pieno di tombini. Galleggiando all'interno di una piscina ovale riempita di uggia, con gli occhi scuri dischiusi e con le labbra pallide serrate, osservando in silenzio il turchese del cielo trasformarsi in blu cobalto. Le sue giornate erano dei palloncini gonfi di monotonia, di caffè macchiato, di pensieri astratti e di tanta tanta cioccolata al latte.

Niente di speciale. Niente che somigliava alla fantastica estate che stavano trascorrendo i suoi coetanei e il suo unico migliore amico. Yoongi aveva deciso di fare un viaggio con i suoi amici e con la sua ragazza, Namjoon ovviamente, aveva gentilmente rifiutato la sua proposta. Era già il terzo in comodo della sua vita, figuriamoci se desiderava esserlo per tutta l'estate.

Una afosa mattinata di luglio, proprio mentre era seduto scomodamente sotto l'unico angolo di ombra che era riuscito a trovare, il suo sguardo incrociò per sbaglio quello di un ragazzo. Era poco distante da lui, giocava con dei bambini a beach volley e i riflessi dorati dei suoi capelli distraevano Namjoon dalla sua scrittura. Quel giorno i loro occhi si incrociarono più volte, il sole era meno forte e il sale del mare non sembrava essere più appiccicoso sulle braccia di Namjoon. Persino scrivere divenne più facile.

Lo ritrovò lì anche il giorno dopo, e anche l'altro ancora. Con le guance arrossate dai raggi del sole e con alle spalle il peso leggero di quei due bambini lentigginosi. Namjoon pensò che scambiarci due parole sarebbe servito per pacare la solitudine della sua estate. Credeva nel destino, negli incontri e nella spontaneità dei sorrisi. Aspettò il fatidico momento giusto e quando vide il ragazzo avvicinarsi al bar per comprare dei gelati, Namjoon si avvicinò a lui con delle monetine nelle mani e con un sorriso disinvolto in faccia. «Quando si mangia un gelato al cioccolato, nell'altra mano bisogna sempre avere tanti fazzoletti» gli disse ai due bambini, porgendogli poi dei fazzoletti di carta.

Il ragazzo gli mostrò un sorriso timido, da vicino era ancora più bello, la sua pelle dorata era in piacevole contrasto con il nocciola delle sue iridi. «Oh, grazie, questi due mostriciattoli a volte sanno proprio essere dei diavoletti» gli disse tenendo in mano un gelato ancora incartato e continuando a sorridergli.

Kim Namjoon non era proprio capace di arrossire ma tra se e se pensò che se ne fosse stato capace, in quel momento il suo viso avrebbe preso a fuoco. «Non preoccuparti, tutti i bambini sono così»

«Ragazzo, devi comprare qualcosa?» gli chiese impaziente un uomo robusto da dietro il bancone.

«Mh...» Namjoon si fermò a riflettere «prendo il suo stesso gelato» gli rispose indicando lo stecco che teneva in mano il ragazzo accanto a lui.

«Ok,» l'uomo si abbassò con fatica, prese un gelato e glielo porse «Ecco il tuo gelato al caramello, fanno tre mila won»

A dir la verità, Namjoon detestava il caramello. Lo nauseava, credeva che fosse un sapore troppo dolce per il suo palato. Ma, in quel preciso istante, il caramello gli parve il sapore più buono al mondo.

«Comunque io sono Kim Taehyung».

«Kim Namjoon» gli rispose sorridendo.

Restarono seduti su una panchina fino a quando non si fece tarda sera. Mentre l'erba color smeraldo si faceva alta e le foglie di pesco frusciavano tra di loro creando una poetica melodia, i loro cuori stavano trovando riparo. I due ragazzi parlarono di tutto e di niente, le loro frasi volano via non appena venivano pronunciante, niente aveva importanza, solo il giallo dei tulipani e le bollicine che scoppiettavano dentro le loro bottiglie di plastica.

«Scrivi di cose belle?» gli aveva chiesto Taehyung «Quasi mai» gli aveva risposto Namjoon. «Oh, è un peccato» Fu solo questa la sua reazione «Tutti dovrebbero riuscire a scrivere di cose belle».

Namjoon ne fu subito colpito, non aveva mai conosciuto qualcuno come Taehyung. Era il suo dolce amore estivo. Era della frescura sulla fronte dopo aver fatto una camminata sotto al sole, un posticino nascosto dove potersi riparare dal caldo, l'ispirazione di cui tanto aveva bisogno.

Kim Namjoon aveva bisogno di dimenticare, di sprigionare il suo calore, di potersi liberare di quel suo amore non corrisposto. Era innamorato del suo migliore amico: la sua playlist Spotify era composta soltanto da canzoni che gli ricordavano lui e la sua scrittura era un groviglio di parole che voleva dirgli. Doveva mantenere la calma le volte in cui Yoongi si avvicinava un po' più al suo corpo, quando la sua pelle cerea sfiorava la sua e il suo corpo diventava improvvisamente di ghiaccio. Quando persino sentire il suo respiro durante la notte gli dava gli incubi.

Taehyung era stato il suo piccolo miracolo. Sperava che i suoi baci non svanissero con la fine del caldo estivo e che il ritorno di Yoongi a Settembre non avrebbe mandato di nuovo tutto al diavolo. Che il suo cuore ritornasse a riempirsi di battiti.

Che quello non fosse soltanto un sogno di una notte di mezza estate.

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a/n
La canzone del capitolo è Rebirth di 10cm.
La trovate nella playlist di Aneddoti❣️

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