[san] the divine comedy.

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神の喜劇
LA DIVINA COMMEDIA
ᴅᴀɴᴛᴇ ᴀʟɪɢʜɪᴇʀɪ

Volete sapere un aneddoto interessante? Il soggetto in questione è Dante Aligheri. Si narra che il sommo vate possedesse una memoria fuori dal normale: Un pomeriggio, proprio mentre se ne stava seduto su un sasso vicino al duomo di Firenze, fu fermato da un perfetto sconosciuto che senza alcuna esitazione gli chiese «Qual è l'alimento più buono al mondo?» Dante gli rispose con «L'ovo» e poi se ne andò via.

Cosa c'è di così tanto curioso in questa storiella vi starete chiedendo. Ed avete ragione ma adesso arriva la parte interessante perché a distanza esatta di un anno, lo stesso sconosciuto incontrò nuovamente Dante. Si trovava sempre nella stessa strada, seduto su quel sasso a meditare su solo Dio sa cosa. Il concittadino per infastidirlo si avvicinò a lui e gli chiese «Con che cosa?» E Dante rispose subito con «Col sale!».

La memoria. Possedere una buona memoria non è sempre una dote. Mettiamo, per esempio,che tu stia percorrendo da solo un vicolo stretto e desolato. Uno di quelli illuminato soltanto da due lampioni e pieno di luci soffuse provenienti dall'interno di piccoli pub poco frequentati. Improvvisamente, mentre stai camminando per la tua strada a passo lento e con le mani nelle tasche, senti il profumo inebriante di gelsomini.

Ti volti, ti guardi intorno seguendo la direzione del vento e cercando di adocchiare qualche albero in fiore. Ma non lo trovi. Non c'è nessun albero e non c'è alcun fiore, soltanto umani vecchi e ubriachi e intorno a te decine di palazzi disabitati dall'aspetto signorile. Anche loro, come te, sembrano sentirsi tremendamente soli.

Proprio in quel esatto istante le tue gambe si sono già incollate al pavimento. Quella poca luce presente ti ha reso nostalgico, cerchi di calmarti facendo dei respiri profondi ma ti accorgi che le tue ginocchia stanno già tremando. La tua mente ti ha tradito di nuovo riaffiorando un ricordo. Puff, eccolo lì, pronto a rovinarti l'intera serata. È uno di quelli dolorosi, uno di quelli che vorresti cancellare per sempre dalla tua vita ma che come un granchio attaccato agli scogli si è già fatto casa nella tua testa e adesso non vuole più lasciarla.

Rimani lì giusto per alcuni secondi, immobile come una montagna. Tutte le luci intorno a te si spengono e rimani vestito soltanto di domande. Il vuoto che ti assale e come unica amica hai soltanto la solitudine, senti addosso la stessa identica sensazione che si prova quando la notte rimani da solo dentro un ascensore. Allora dimmi, quanto fa male avere una memoria di ferro? quanto dolore può recare un sorriso gentile che non riesci più a dimenticare?

I ricordi che riaffiorano ti lasciano soltanto dei nodi alla gola.

Kim Namjoon ricordava a memoria ogni capitolo dei suoi ventidueanni di vita. Tutti i dialoghi, anche quelli più irrilevanti, ogni virgola e ogni punto fermo a fine frase. Ricordava ancora sulla lingua il sapore dolciastro del suo primo cono gelato, il dolore delle ginocchia sbucciate dopo essere caduto dalla sua prima bici e le urla del padre il giorno in cui tornò da scuola con la sua prima (e ultima) insufficienza.

Namjoon strappava via dal suo diario scolastico tutti i giorni in cui aveva pianto fino a farsi venire il mal di testa e colorava con pennarelli a spirito quelli in cui era stato felice come non mai. Memorizzava il testo di una canzone già dal primo ascolto, quindi, come poteva perdere la memoria del suo primo amore?

 Memorizzava il testo di una canzone già dal primo ascolto, quindi, come poteva perdere la memoria del suo primo amore?

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Era il quattordici di settembre, aveva diciassette anni ed erano le ore sedici e otto minuti. Alla radio trasmettevano Somewhere Only We Know di Keane e quel pomeriggio il cielo era di un azzurro intenso, privo di nuvole e di qualsiasi apatia. Namjoon aveva una sigaretta appesa alle labbra, come in un film francese, il sole gli baciava deliziosamente la punta del naso e il suo cuore batteva seguendo il ritmo mielato della musica.

Cercava di non arrossire mentre osservava sottobanco la frangia castana di Min Yoongi spostarsi qua e la a causa del vento.

Avevano rubato la nuova cabrio di suo padre, si erano fatti un giro nel quartiere e avevano riso come due matti. Insieme si sentivano ribelli,intrepidi e liberi da ogni preoccupazione. La vita, da quando si erano incontrati, poteva essere degna del suo nome.

C'erano soltanto loro due, una cabrio rossa,il sole e il vento caldo sulla fronte. C'era una bella canzone alla radio, un amore che stava sfiorendo e un «vorrei non averti mai conosciuto» che a tratti risuonava nella testa del ragazzo più piccolo.

Le profonde fossette sulle guance di Namjoon, quel giorno, non sparirono nemmeno per un secondo. Quando il suo hyung si voltava verso di lui e gli sorrideva, il suo petto si riempiva di stormi in volo.

«Un giorno diventerò ricco, sarò circondato da ragazze e potrò finalmente comprarmi una macchina come questa» gli disse Yoongi, «E tu? Tu cosa sogni?»

«Io voglio diventare uno scrittore, voglio che i miei libri siano conosciuti in tutto il mondo!» gli rispose Namjoon, «Il miglior scrittore del ventunesimo secolo!» il più piccolo poi sorrise verso il cielo.

«E lo diventerai!» urlò Yoongi «I nostri sogni si realizzeranno!».

Sarà stata la leggerezza di tutti quei giorni a farlo innamorare di lui, oppure la forza vitale che riusciva a trasmettergli o forse ancora perché era bello come tutte le poesie che voleva essere in grado di scrivere.

Nessuno dei due riuscì a realizzare i propri sogni. Namjoon lottava ancora con la sua vecchia e cara amica insicurezza mentre Yoongi cercava di pagarsi l'affitto e le tasse universitarie preparando migliaia caffè. Ma l'amore che provava il più piccolo, quello non era sparito. Namjoon era cosciente del fatto che il suo fosse un amore impossibile ma era pur sempre uno scrittore e gli scrittori si nutrono di cose come la sofferenza, le playlist tristi e gli amori a senso unico.

Dopo il suo improvviso coming out, Yoongi era sparito.

«Il tuo compagno di stanza non torna a dormire?» gli domandò Taehyung mentre con l'indice disegnava dei cerchi sul petto nudo di Namjoon «Non credo, resterà a dormire dalla sua ragazza, abbiamo avuto una piccola discussione» gli rispose lui.

«Spero che tutto si sistemerà presto» il sorriso di Taehyung era sempre così speranzoso e sincero, niente che somigliasse al sorriso del suo migliore amico. Il sorriso di Yoongi era un dubbio,non capivi mai se il suo fosse davvero un sorriso o se fosse solamente una semplice curva sul suo viso cereo. Una semplice ma meravigliosa curva sul viso.

La mattina seguente, Namjoon ritrovò Yoongi seduto sul suo letto. Con lo sguardo vuoto rivolto verso il muro bianco, «Stamattina ho visto il tuo ragazzo uscire da qui» gli disse il più grande senza nemmeno voltarsi «Mi lascerai solo?».

«No» gli rispose Namjoon «Mai».

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a/n

       "ʟᴀ ɴᴏsᴛʀᴀ ᴄᴀᴛᴀsᴛʀᴏғᴇ sᴀʀᴇʙʙᴇ ᴜɴᴀ ᴍᴇʀᴀᴠɪɢʟɪᴀ"

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"ʟᴀ ɴᴏsᴛʀᴀ ᴄᴀᴛᴀsᴛʀᴏғᴇ sᴀʀᴇʙʙᴇ ᴜɴᴀ ᴍᴇʀᴀᴠɪɢʟɪᴀ"

credo che questa gif possa bastare per farvi sorridere.

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