[Juu San] Lettere a Milena

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LETTERE A MILENA

A Different Age by Current Joys

Le conservi tu tutte le cose che non ho scritto mai?

Comete, asteroidi e meteore.
Namjoon non aveva la minima idea di dove fosse finito. Vedeva sopra la sua testa lo scintillio di qualche stella, lingue di fuoco di fiammiferi che brillavano accanto a una fetta di luna deforme e al blu immenso di un immane e cruda solitudine, che a mano a mano lo stava abbandonando a delle dolci vertigini. Ma a giudicare da ciò che vedeva intorno a lui e alla pressione che sentiva alle tempie, presumeva fosse da qualche parte nel mondo e che quindi fosse soltanto ubriaco e privo di giudizio. Nonostante le sue fossero disavventure degne di romanzi, il mondo non aveva perso il suo fastidioso equilibrio e adesso si sentiva mezzo scemo mentre insisteva a tenere la schiena dritta e appoggiata alla poltroncina e il suo amico Min Yoongi cercava di tenergli la fronte per non fargliela sbattere sulla plastica del tavolino. Ahi,com'era affaticato. Un omone cascante che sperava di trovare un pulsante nell'aria e spegnere l'euforia della notte.

«Tu! Proprio tu, Biondo!» urlò al primo ragazzo che gli passò davanti «Gradirei un bicchiere di Jack Daniel's al miele, la ringrazio»

«Io direi di no, Namjoon. Non ti fa bene bere così tanto, e sopratutto non sei così leggero da portare sulla schiena» a sentirlo così serio Namjoon esplose in una risata distorta, sentendo nell'aria delle vibrazioni e l'eco della sua voce che divenne pian piano quella di tanti, troppi, altri, borbottii indistinti.

«Mi fa bene, mi fa bene eccome! Come i tuoi capelli arruffati in questo momento e le storie di Kafka che ti ho detto di leggere ma che invece lasci impolverare sul comodino. Figlio di puttana, non ti regalerò più nulla»

Si mise a fissare prima il bicchiere che aveva davanti agli occhi, poi il neo di Yoongi proprio situato sulla carotide e poi le sue mani arrossate dal gelo che adagio stavano tornando al loro solito colore. Adesso che Namjoon stava assimilando il calore del whisky e l'idea che non avrebbe mai posseduto ciò che desiderava, decise di lasciarsi un po' andare.Quello che stava vivendo era una scena così intrisa di retorica che non voleva più tornare a casa e ficcarsi sotto le coperte gelate, non voleva che tutto questo coraggio si spegnesse, voleva un esplosione di stelle sul viso e Min Yoongi ai suoi piedi.

«Posso chiederti una cosa?» gli chiese il più grande.
«Mi dica pure signor maresciallo» Namjoon alzò l'indice in aria, come a toccare puntini invisibili nell'atmosfera.
«Cosa cazzo c'è che non va in te?»
«Tutto ciò che non va in te. Stessa materia, stessa forma, stesso odore, stessa repressione e stesso cazzo insoddisfatto– Siamo marci allo stesso modo ed è per questo non ci lasceremo mai hyung» Fu come travolto da un vuoto e da una raffica di parole; quella sua ultima frase venne fuori come un mormorio, Namjoon addrizzò la schiena e,senza pretendere dal suo hyung alcuna risposta, sentì il cuore strizzarsi dentro al petto dolorosamente.

Quando le strade di Seoul indossavano le vesti della notte ogni via diventava deserta, come se fosse sempre stata priva di abitanti, tanto che Namjoon si domandò dove fossero finiti tutti i coreani, –Puff spariti nel nulla come in un film di fantascienza. Intanto erano più di quaranta milioni, dov'erano finiti tutti? perché gli sembrava di essere l'unico uomo rimasto al mondo? Non che ne fosse poi così dispiaciuto:più sentiva lontani gli altri e più si sentiva vicino a Min Yoongi. Sopra di loro vi era un cielo plumbeo, Nam vedeva riflessa sulla strada l'ombra esile del suo hyung e accanto vi era quella sua, erano soltanto loro, sempre e solo loro: due narcisisti, belli e ubriachi. Cosa potevi volere di più da un mondo pazzo e crudele? 'Fanculo tutti i tormenti che ogni notte infliggevano le loro menti come martelli contro chiodi, cos'altro può regalarti la beata gioventù se non una brutta sbronza e il diritto di poter indossare degli skinny jeans? È che siamo così abituati a vagare nell'universo dell'incertezza, senza mai capire il vero ruolo che abbiamo in questo mondo che l'unica scusa che ci resta è quella di essere ragazzini smilzi che come spettri imboccano i vicoli ciechi del destino. Nella speranza di essere dei buoni figli, degli studenti eccellenti e tutto il cazzo che non frega a nessuno ma che ci rende comunque dei paranoici depressi.

ANEDDOTIOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz