[kyu] il senso di smilla per la neve

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IL SENSO DI SMILLA PER LA NEVE

All I Want Is You by Barry Louis Polisar

Passeggiate d'erba, su tappeti di sabbia o quelle su una stradina in una città caotica. Con in mano un ombrello rosso per ripararsi dal sole e un frullato alla banana. Le lunghe passeggiate di Nietzsche a Naumburg, quelle tra gli alberi di Socrate o quelle solitarie di Rousseau, queste sono solo alcune delle tante camminate all'interno di boschi narrativi nate con lo scopo di osservare il mondo sotto forma di riflessioni sensoriali. Credo sia successo un po' a tutti noi –almeno una volta nella vita– di voler prendere ago e filo e cucirci la bocca, di infilarsi due tappi nelle orecchie e studiare in silenzio la vita che improvvisamente scorre seguendo un ritmo diverso. Immagazzinare nella memoria immagini di un paese dove le case non appaiono più come degli iceberg ormai affondati nell'oceano, e i volti dei cittadini trasparenti come le buste di plastica dei supermercati. Scappare da una routine che cela al suo interno dei detriti e paesi innevati dal sonno, dall'apatia, dove il sole non lo vedi mai rotondo e la luna è sempre oscurata dalla nebbia. E i pensieri son tutti uguali, i pensieri che sono dei nuvoloni pronti a pioverti in testa da un momento all'altro.

Namjoon e Yoongi sfuggivano da questa insidiosa zuppa di noia rifugiandosi in un cinema secolare dietro la loro università. Non fraintendetemi, non ci andavano mica per vedere un film, i film per loro erano tutti brutti –fatta eccezione per le pellicole di Federico Fellini– I due ragazzi si accostavano lì per osservare ogni persona che vi entrava. Restavano in macchina o, quando faceva più caldo, con le gambe accavallate sull'unica panchina davanti l'entrata e si limitavano a studiare le vite dei clienti basandosi soltanto sulle loro scelte: il film da vedere, il tipo di bevanda che acquistavano e perfino la dimensione del cartone dei popcorn. Si domandavano per ore intere se un uomo si trovava lì in compagnia della moglie o dell'amante, oppure stavano sdraiati sul cruscotto a sentire il ticchettio maligno dei secondi battere sui polsi insieme a quello di qualche povero disgraziato innamorato. Il corpo drizzato come in un profondo orgasmo, lasciandosi sfuggire solo un lieve sospiro nell'attesa di qualcuno che tardava ad arrivare. Beh, in tutta onestà, non si può negare che questo trastullo poteva essere al quanto discutibile, ma c'è da dire che il loro era pur sempre un hobby e gli hobby –compresi quelli più peculiari– vanno lo stesso rispettati. Ad ogni modo, il loro pomeriggio all'insegna dei grandi schermi poteva paragonarsi a un'analisi introspettiva, e dico sul serio. Namjoon e Yoongi —affranti da una normalità che soffocava il loro Io– indossavano i panni di Gengè Moscarda di Pirandello. S'abbandonavano alla vita, lasciandosi dietro ogni più futile abitudine, con la speranza di scollarsi dal volto tutte le cento maschere imposte da una città puttana e bugiarda che non gli dava nulla se non esami scritti e caffè annacquato.

Ma torniamo a noi. Torniamo a oggi. Al cinema e ai capelli crespi e arruffati di Namjoon.

Il cielo di Seoul pare fatto d'acciaio e la noia striscia lenta lenta sulla schiena di Namjoon e gli ricorda che oggi è proprio il giorno perfetto per andare al cinema e ficcare il naso nella vita delle persone. È una giornata perfetta per incollarsi sotto al naso dei baffi folti e fingersi, per un solo pomeriggio, il gran Friedrich Nietzsche–Lo aveva già fatto una volta ed era stato divertente–. L'orologio alla radio segna ancora le 17:34. L'odore dolciastro del burro entra nelle narici di Namjoon e gli stuzzica l'appetito. Fa un freddo cane e accendere il riscaldamento in auto richiederebbe troppa benzina, dannazione, stare in macchina con Yoongi quando fuori ci stanno meno di otto gradi riesce a farti salire la neve dritta dritta nel cervello. Come la granita. Si facesse toccare mai quello stronzo di Min Yoongi, ma per l'amor di Dio, che scemenze! Non se lo lascerebbe fare nemmeno sotto tortura cinese! Se si lasciasse toccare anche solo un ciuffo di quei capelli lisci spaghetti il freddo sparirebbe dalle ossa di Nam con la stessa rapidità in cui s'induriscono i popcorn –E non solo quelli–. Ma Kim Namjoon adesso è troppo affamato per pensare ai popcorn e ai suoi struggimenti amorosi quindi li allontana subito e richiama l'attenzione del suo hyung spintonandolo da un braccio «Entra lì dentro e comprami i popcorn, ho una cazzo di fame» gli dice.

ANEDDOTIWhere stories live. Discover now