1.1 Chiara Accolti Marchesi

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Chiara alzò gli occhi al cielo per la terza volta consecutiva in meno di cinque minuti. Edoardo era davvero nervoso quel giorno, continuava a fare scattare il pulsante della penna sul banco e non le permetteva di concentrarsi. 

Il suo compagno di banco non era mai stato troppo attento a lezione, ma di solito non faceva nulla per disturbarla, sapeva quanto lei tenesse a stare a sentire, soprattutto le materie scientifiche di cui non capiva un accidente. 

Quel giorno aveva qualcosa di strano, si vedeva che qualcosa lo turbava, anche se non avrebbe saputo dire cosa.

Click. Click. Click. Click.

Chiara si sistemò sulla sedia sperando di distrarsi. L’ora di fisica era quasi finita, forse durante la ricreazione con un po' di fortuna il ragazzo si sarebbe rilassato un pochino e avrebbe smesso con questa tortura.

Click. Click. Click.

Sospirò. Non avrebbe voluto dirgli di smetterla, del resto si trattava della prima volta, di solito era un ragazzo educato, ma era davvero sul punto di dare i numeri.

Click. Click. Click. Click. Click. Click.

Chiara rinunciò ad ascoltare, sospirando. Gli lanciò uno sguardo di sfuggita tentando di catturare la sua attenzione, ma il ragazzo sembrava troppo impegnato a struggersi per chissà quale motivo per poter notare che lei stava diventando insofferente. 

I due compagni di banco non erano mai stati troppo in confidenza. Il primo giorno di scuola erano arrivati troppo in ritardo e a entrambi era toccato il primo banco al centro, di fronte alla cattedra, e se l’erano dovuti fare andare bene.

Rebecca, la migliore amica di Chiara, non aveva pensato a tenerle il posto, e per quanto riguardava Lorenzo e Gennaro, i due grandi amici di Edoardo, avevano preferito sedersi insieme e lasciarlo arrangiarsi.

Dopo i primi mesi di scuola in cui si erano limitati a condividere lo spazio in maniera pacifica, Edoardo aveva iniziato a fare commenti tra i denti su quel che accadeva a lezione, e, per assoluto miracolo, Chiara aveva iniziato a ridere.

Prima di quella infelice disposizione di banchi, non si era mai accorta di quanto il suo compagno fosse divertente. 

Da quel momento la loro relazione era diventata un insieme tra le risatine per i commenti del ragazzo, una religiosa divisione degli esercizi per casa che si scambiavano poi al mattino – Chiara andava forte nelle materie umanistiche, Edoardo in quelle scientifiche – e un reciproco aiuto nei compiti in classe, laddove possibile.

Certo, la prima scelta di Chiara, potendo, sarebbe rimasta Rebecca, eppure non poteva dire di essere scontenta di quella sistemazione. Date le circostanze, riteneva che le fosse andata piuttosto bene con quell’assegnazione del tutto casuale.

Click. Click. Click. Click.

Chiara aprì la bocca per dire qualcosa, qualunque cosa che potesse farlo smettere, quando la campanella suonò. 

«Bene» commentò la professoressa Scarpa. «Per stavolta abbiamo finito. Ma ricordate che dalla prossima settimana inizieranno le interrogazioni, quindi venerdì dovremo davvero correre. In questi giorni iniziate a leggere il capitolo, così andremo più in fretta.»

«Tecnicamente spiegare dovrebbe essere il suo lavoro» sussurrò Edoardo. «Perché dovremmo leggercelo da soli?»

«Allora stavi ascoltando» commentò Chiara, a bassa voce. «Pensavo fossi troppo impegnato con quel tuo tic irritante.»

«Io ascolto tutto Marchesi, dovresti saperlo.»

«Ma sentitelo» gli disse lei, trattenendo a stento un sorrisino.

L'Ultima StregaWhere stories live. Discover now