13.2 Ricucire lo Strappo

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Chiara separò da Edoardo con una lunga sequela di insulti che si ripeteva nella sua testa, contro il suo cervello bacato che non riusciva a decidersi e darsi pace. Con quello stupido comportamento che glieli avrebbe fatti perdere entrambi, lo sapeva.

«Cassandra, io… noi…» balbettò Edoardo, senza parole.

La ragazza si chiuse la porta alle spalle e si avvicinò. «Risparmiatevi le scuse ridicole, vi prego. Tanto lo so che vi piacete. L’ho detto anche a Chiara, ieri.»

«Mi dispiace» mormorò Chiara. «Non ne ho fatto una giusta. Io non voglio…»

«Non sono arrabbiata.»

«Non sei… arrabbiata?»

«Non deve andare così per forza. Non devo per forza incazzarmi, insultarti e prendermela per qualcosa che già sapevo. Io ti ho scelta che sapevo benissimo che ti piaceva Edoardo. Ma hai detto che ti piaccio anche io, giusto?»

«Sì, ma…»

«Non deve andare così per forza» ripeté. «Perché non proviamo… perché non proviamo a restare così? Perché non possiamo essere felici lo stesso?»

Edoardo si schiarì la voce, a disagio. «Non ti seguo.»

«A Chiara piacciamo tutti e due, e quindi? Chi dice che deve scegliere per forza? Anche tu mi piaci.»

«Io ti piaccio?»

«Sei sempre un idiota… ma sì. Ti trovo carino, se proprio vuoi saperlo. E, sotto sotto, non penso tu sia uno schiavo del patriarcato.»

«Wow, grazie... credo?» balbettò il ragazzo, sempre più confuso. «Quindi cosa… cosa dovremmo fare?»

«Posso baciarti?»

A quelle parole, il cuore di Chiara iniziò a correre. Non sapeva cosa avrebbe provato a vedere Edoardo e Cassandra baciarsi, sarebbe stata gelosa? Ferita? Arrabbiata? O forse no?

Edoardo la guardò prima di rispondere, per cercare approvazione.

«Devi decidere tu» gli disse, senza dargli indicazione alcuna.

Il ragazzo si voltò ancora verso Cassandra, gli occhi chiari spalancati. Annuì.

Lei si avvicinò ancora, Chiara percepì l’aria elettrica che si era creata tra loro. Cassandra si abbassò, e unì le labbra di Edoardo sulle sue. Lui restò rigido per qualche attimo, poi lo vide sciogliersi. Vide le sue mani passarle sulla nuca, lui chiuse gli occhi e l’attimo dopo il bacio si era fatto caldo, tanto che al vederlo Chiara sentì caldo dentro.

Non era gelosa, non era arrabbiata e non era ferita. Pensò che li avrebbe guardati per ore, e quando si separarono Cassandra si voltò verso di lei e le stampò un bacio sulle labbra.

«Visto? Si può fare» commentò, soddisfatta.

Edoardo e Chiara si scambiarono un altro sguardo insicuro.

«Cioè» mormorò il ragazzo, «tu dici che possiamo uscire tutti insieme e basta?»

«Sì, certo» rispose, con una scrollata di spalle. Chiara non aveva mai sentito niente di simile. Forse era stata Veronica a insegnarle questa strana cosa. «Che dite? Può funzionare? Noi tre insieme?»

Edoardo fu il primo a rispondere, affrettandosi ad annuire con convinzione. «Sì. Certo che sì.»

A Chiara sembrava tanto una cosa sbagliata, ma riflettendoci su non riusciva a capire perché. Era strano, era vero, però lei voleva davvero uscire con Cassandra, e anche con Edoardo. E se a loro davvero stava bene, sarebbe stato assurdo rifiutare.

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