7.1 Streghe

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Buio, umido, freddo.

Fame.

Dolore.

«Ma che...»

«Chiara» chiamò una voce che non conosceva. «Chiara, riesci a sentirmi?»

«Cos'è successo?» chiese con voce roca, accorgendosi di essere sdraiata su un pavimento freddo e duro.

«Loro lo sanno» continuò la voce, e la ragazza mise a fuoco una donna davanti a lei, l'aspetto emaciato e le vesti logore, con gli occhi stanchi ma ardenti. «Loro lo sanno ma non importa a nessuno, capisci? Si proteggono a vicenda e non si curano di nient'altro.»

«Cosa? Chi? Di che stai parlando?»

«Alcuni di loro sono addirittura nel sistema. Sono loro a torturare e uccidere. Sino a ieri sedevano allo stesso scranno del consiglio e oggi ci mandano a morire.»

«Scusa, ma non capisco. Chi sei tu? Dove sono?»

«Questa storia deve finire. Deve finire prima che sia troppo tardi. Non è ancora scritto.»

Chiara spalancò gli occhi e si rizzò a sedere, col cuore in gola.

Tutto nella sua stanza era come sempre, non si trovava più in una buia cantina umida e polverosa, era sul suo letto, in camera sua, e ogni cosa era al suo posto.

Tranne la bottiglia.

La bottiglia di Edoardo, il suo regalo di Natale, una bottiglia di plastica che lei avrebbe potuto usare per poter distruggere qualcosa in sicurezza se si fosse accorta che la sua magia era andata fuori controllo.

Era sul suo comodino, proprio come lo era stata le due notti precedenti, ma era accartocciata come se l'avesse stritolata. La prese a tentoni, facendo una smorfia per la stanchezza.

Svitò il tappo, ci soffiò dentro come sempre, e la bottiglia tornò come nuova.

«Ma che ore sono?» chiese, posando la bottiglietta e afferrando il cellulare. Sbloccò lo schermo e rimase per un attimo abbagliata dalla luminosità massima.

Le sette e trenta.

«Che palle» borbottò, posandolo di nuovo sul comodino alla cieca.

Era il primo gennaio, le vacanze di Natale erano quasi alla fine e lei aveva intenzione di sfruttarle per dormire più che poteva.

Tanto più considerando il fatto che quella sera si sarebbero dovuti rivedere con Lorenzo e Gennaro, per aggiornarsi sull'esito delle loro ricerche nella grotta della Sibilla.

Scrisse un breve messaggio nella chat di gruppo per dire ai ragazzi che aveva avuto un'altra visione e sbuffò, rigirandosi nel letto e rimettendosi a dormire.

Alle quattro del pomeriggio, Chiara si ritrovò al parco con Edoardo. Avevano deciso di trovarsi dieci minuti prima per salutarsi per bene e decidere il da farsi.

I giorni precedenti, loro due avevano continuato a vedersi per “allenarsi”, ed era andato tutto benissimo, anche troppo.

Lei riusciva con successo a catalizzare le sue energie negative sulla bottiglia senza fare più danni sull'ambiente circostante, anche con poco controllo come durante il sonno. Edoardo sembrava essere intenzionato a darle tutte le attenzioni di cui aveva bisogno, del tutto preso da lei e da quello che stavano facendo.

Arrivò puntuale e non appena la vide la raggiunse, vestito coi suoi jeans grigi di cui aveva una varietà infinita di paia, un giubbottino Armani e un foulard come sciarpa, sembrava il manichino di una boutique del centro.

L'Ultima StregaWhere stories live. Discover now