QUATTRO

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Apro gli occhi e mi alzo di scatto, ricordo tutto quello che è successo, ma non capisco dove mi trovo.

<<Sara stai tranquilla, è tutto apposto, vuoi dell'acqua?>> annuisco mentre lui si gira per prenderla

<<Comandá, sono svenuta vero? sono in ospedale per questo?>> mi aiuta a bere perché ho il braccio con la flebo che fa malissimo

<<no, ti sei addormentata tra le braccia di Ciro non hai sentito niente perché sei crollata in un sonno profondo e il dottore dice che è normale visto il mal di testa, le ripetute percosse, la febbre che ti è salita e tutte le ore di sonno che non ha dormito, ti abbiamo portato qua solo per degli accertamenti>>

<<quindi ora possiamo andarcene? voglio parlare con papà, possiamo farlo venire in IPM di nuovo? o posso andare io da lui>>

<<ho chiamato il dottore appena ti sei svegliata, sarà qui tra poco e ci dirà tutto. Per tuo papà sai come funzionano le cose, tu sei dentro da pochissimo e vedi abbastanza lontano il tuo giorno di permesso, lui ha delle pene abbastanza gravi e tra un giorno di permesso e l'altro passano anche mesi>>

il mio sguardo si rattrista, ho sempre contato su mio papa, gli ho sempre detto tutto e dal suo conto ho ricevuto sempre un sorriso e dolci parole, sono l'unica che non ha mai comandato, non ne ha mai avuto bisogno. Sono sangue del suo sangue, per mio padre ucciderei se fosse necessario e lui beh non c'è ne anche da dubitare che faccia il contrario.

<<comandá ne ho bisogno>> sospiro sapendo che tutto questo non cambierà niente

<<non posso Sara, non per oggi, tornati in IPM con la direttrice posso provare a chiedere se ti firma un permesso per il prima possibile, ma non credo serva a molto>>

<<no, mi serve oggi, ma non fa niente. Parlo con Massimo ora, non con il comandante, scriverò in giornata una lettera dettagliata a mio padre e poi voglio che sia tu in persona a consegnarla e a riportarmi la risposta, anche se sarà breve voglio tutto>>

<<questo lo posso fare, te lo prometto>> lo abbraccio, in fondo gli ho sempre voluto bene come un secondo padre

Respiro a pieni polmoni il profumo del mare fuori, prima di rimettere piede in carcere. Tutti i ragazzi sono in cortile e so che è stata fatta una bella ramanzina dalla direttrice, per questo ho un colloquio con lei tipo ora, ma ho bisogno di fare una cosa.

Quando mi vedono tutti i ragazzi si girano verso di me, tranne lui, domande fermo a fissare il punto che fissava prima.

<<grazie davvero Totò, mi hai salvata>> stringo forte a me il rosso che ricambia poi abbraccio anche Edoardo.

<<nessuno ci ha detto che non c'è l'avresti fatta da sola, ma sei da proteggere pccìre>> mi dice Edordo prima di lasciarmi un bacio sulla fronte

<<Ciro? che ha?>> non mi dovrebbe importare così tanto e invece eccome se me ne importa.

<<è incazzato nero, Silvia e Naditza hanno fatto pagare le conseguenze delle azioni su di te a Viola e lei gli ha fatto credere di essere innocente>> mi metto una mano nei capelli e mi avvicino alla rete proprio dietro di lui.

<<Non ti facevo così credulone Ciro, lei ti sta prendendo in giro, ti sta illudendo, ma non ti vuole davvero>> lo dico un briciolo di speranza che possa capire chi davvero gli vuole bene.

<<ah davvero Sara? hai finto tutto, sei pessima. mi sono preoccupato per te quando non ne avevi bisogno. Ha ragione Viola, sei amica del piecuro dopo che ha ucciso tuo fratello, perché dovrei credere a una come te>> abbiamo i volti attaccati alla rete, vorrei che non fosse questa la sua risposta

<<tu non capisci veramente un cazzo>> chiudo li l'argomento e me ne vado, non gli lascerò credere che quella lo vuole davvero, perché non è così.

<<ma che avete combinato? la cosa migliore con quella pazza è l'indifferenza>>

<<non ci andava bene, Sara sei finita in ospedale e per fortuna che c'era Ciro con te se no saresti svenuta e sarebbe stato peggio>>

<<questo comunque non giustifica Silvia, vi voglio un mondo di bene, ma non dovete finire nei guai per difendermi>>

<<lo sappiamo, ma sentivamo il bisogno di farlo>> guardo confusa prima Nad e poi Silvia

<<mi state sottovalutando, davvero? sapete che so cavarmela da sola>>

mi volto per andarmene e non mi trattengono, mi hanno ferita e lo sanno. oggi non ne va bene una, prima papà che non posso vedere, poi Ciro che fa lincazzato come se la colpa non fosse sua e ora le ragazze, vorrei spaccare tutto.

Il mattino ha l'oro in bocca no? non era così il detto? non ho intenzione di stare ferma a guardare la vita scorrere dentro questo carcere senza far vedere chi sono e far vedere a Ciro che si sbaglia di grosso sulla sua ragazza. A proposito di Viola, è stata un paio di giorni in isolamento ed è stato un bene, mi sono ripresa al cento per cento e ora sono pronta per fargliela pagare, a parole però. Ho fatto pace con Naditza e Silvia, mi volevano solo difendere e ho inteso che non credessero in me. Si sta bene in cella in quattro, con noi c'è anche Serena, si è spostata dopo che la sua compagna psicopatica, Viola, le ha suggerito di tagliarsi e lei ci è caduta in quella trappola senza fine. Ci sono anche altre belle notizie, c'è una scommessa in corso Nad ha detto che farà si che u' Chiattill cadrà ai suoi piedi in poco tempo, spero per lei che accada anche se credo che inizi a provare dei sentimenti nei suoi confronti. So che non dovrei metterlo in mezzo a questo grande discorso, ma mi preoccupa Ciro, non voglio che per colpa di Viola gli possa succedere qualcosa, è succube di lei e della sua potenza. Anche Edoardo e Totò ne sono consapevoli, quando li vedo ci parlo sempre un pochetto, mi stanno a cuore, gli voglio bene e sia io che loro abbiamo qualcosa con Ciro che è più di un essere compagni in carcere.

<<Sara! dove sei??>> sbuco fuori dalla cella con la testa

<<sono in cella Carmine>> urlo in risposta per poi spostarmi e vederlo all'ingresso del reparto femminile, aperto con lui che sorride, ha un sorriso che va da orecchio a orecchio.

<<che succede Ca'? tutta questa felicità?>> mi sorride e prende fiato

<<diventerò papà... Nina è incinta>> non riesce a trattenersi dalla felicità

<<ma davvero Carmine?>>

<<te lo giuro>>

<<sono troppo felice>> lo abbraccio di getto e lui mi stringe felice di avermelo raccontato.

NENNÈ | Ciro RicciWhere stories live. Discover now