SEI

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<<sei tu eh, me ne vado>>

<<no Sara, aspetta>> si avvicina ma non mi tocca

<<Ciro, non ti voglio ascoltare>>

<<no ti prego Sara, ho bisogno di dirtelo anche se non mi ascolterai, devo dirtelo>>

<<Ciro non mi interessa, hai già dimostrato abbastanza>>

<<non ti chiedo di perdonarmi, ma solo di ascoltarmi, dammi questa possibilità di farti capire come vanno le cose>> annuisco anche se non ne sono convinta, deve fare anche in fretta perché prima o poi si accorgeranno che manchiamo

<<voglio chiederti scusa, ho sbagliato a credere a Viola, mi sto rendendo conto che sta facendo della nostra storia la sua storia, fa solo quello che fa comodo a lei e di me rimane solo il contorno>>

<<l'ho visto come la guardi, Ciú Ciú o sbaglio? è così come la chiami>> incrocio le braccia al petto anche un po' scocciata, però ho voglia di ascoltarlo

<<si è così, ma è nato tutto prima che tu arrivassi qua>> faccio un respiro profondo <<ti prego fammi finire>> annuisco lasciandogli la parola

<<veramente forse non ci crederai e non ti biasimo, ma da quando sei arrivata mi sono reso conto che non è come credevo, è un'amore tossico, forse non è ne anche mai stato vero amore. un giorno dissi ad Edoardo che volevo farmi una rossa e così è stato, ma adesso ho capito che non fa per me. Tu hai parlato di come la guardo, ma forse non ti rendi conto di come guardo te. Parlare con te, discutere, starti vicino, vederti piangere o anche solo guardarti mi fa stare meglio di qualunque altra cosa con Viola. Non ti sto dicendo di perdonarmi e di far si che tutto torni come prima però vorrei solo che succedesse. So che probabilmente non ti sei fatta questa idea di me, perché so come mi ha dipinto tuo padre, ma si Ciro Ricci sa chiedere scusa, lo fa poche volte, ma lo sa fare e in questo caso ci tengo tantissimo a farlo>> spero sia sincero

<<Ti dirò che mio padre non ha detto niente su di te, me la sono fatta da sola quell'idea e non ho mai pensato che tu non abbia sentimenti, non lo dimostri e ha volte è meglio così perché c'è sempre qualcuno pronto a fotterti. Non ti voglio perdonare subito anche se credo che per un Ricci queste parole valgano più di una vita intera, voglio vedere come ti comporti>>

<<ti dirò una cosa, ringrazia Silvia da parte mia per aver impedito a Viola di avere il vestito che le avevo regalato, da lì ho capito che pazza è. Non ti garantisco di poterla lasciare subito, ma vorrei avere un minimo di rapporto con te, anche solo in amicizia>>

<<quella ragazza è sempre in mezzo oh, sono contenta che abbia accesso una scintilla e ti abbia fatto capire come andavano le cose. Dai adesso andiamo che siamo qua da troppo ed è strano>>

<<aspetta un solo secondo ancora, volevo farti una cosa, un pensierino>> mi tiene il braccio e non glielo impedisco

<<tu sei matto, non dovevi fare anche questo>>

<<e invece si, è una cazzatina ma ci tengo>> mi porge una scatolina bianca con un piccolo fiocchetto rosa attaccato sopra. La apro e ci trovo un braccialettino molto sottile, argento, con la parola nennè in mezzo. Sono felice per questo regalo, è un braccialetto tanto significativo, sono contenta che sia da parte sua.

<<voglio solo che tu lo tenga anche se non lo vuoi mettere>>

<<me lo legheresti per favore>>

<<con piacere>> dopo averlo chiuso lascia un piccolo bacio sulla scritta e mi viene spontaneo abbracciarlo, stringerlo stra forte a me ed è quello che faccio. Si apre leggermente ma poi ricambia stringendomi ancora più forte.

<<ti voglio bene nennè>>

<<anche io te ne voglio bene scemo>>

CIRO

Sento di essermi levato un peso, parlare con Sara sicuramente mi ha fatto bene. La cosa che rimane, non che la più difficile è liberarsi di Viola, sarà dura farle capire che è una cosa tra di noi a finire perché lei mi tratta come un oggetto e non deve toccare Sara con un solo dito. So come si comporta con Serena, mi dava fastidio ma ha sempre continuato, non avendo legami con lei però non mi turbava più di tanto. Sara non è così facilmente condizionabile, ma potrebbe comunque farle del male.

<<oh come è andata Ciro?>> racconto tutto a Edoardo nei dettagli, credo che lo farà anche lei con le ragazze, ma sono dettagli. Io parlo spesso con lui a tratti facciamo anche discorsi profondi solo che preferiamo fare gli scemi o fare gli sbruffoni.

<<non ero sicuro che sarei riuscito, ma poi è rimasta e mi ha anche abbracciato, quindi direi che sono riuscito a fare tutto>>

<<fràtm io te l'ho detto, non avresti dovuto lasciarla ne anche per così poco>>

<<avevo perso la luce, non capivo niente Edoà>>

<<ti dico solo una cosa Ciro, non fartela scappare una seconda volta perché sicuramente non torna, conosci la sua famiglia e sai che di chance non ne danno ne anche troppe. Sara sicuramente non te ne darà una di più>>

<<non lo farò, non c'è bisogno di questo discorso perché l'ho capito benissimo>>

<<io te lo dico perché si te sei mio fratello ma a lei le ho voluto bene da subito, non voglio che tu le faccia del male>> abbraccio mio fratello, colui che non mi lascerà mai, un abbraccio vero e sincero.

SARA

<<che fai?>> chiudo subito il biglietto che avevo in mano mettendolo via

<<niente rileggevo la lettera di papà>> mento spudoratamente

<<con Ciro quindi tutto risolto?>>

<<si dai ragazze, non l'ho perdonato però guardate>> mostro il braccialetto e loro sembrano stupite <<perché quella faccia?>>

<<sapevamo che voleva farti qualcosa di materiale ma non pensavamo questo>>

<<non avevo dubbi che dietro tutto questo c'eravate voi due>>

<<forza a cenaaaa>> sento urlare da una delle guardie

<<andate voi, sistemo la lettera e arrivo>>

Le ho convinte con così poco, controllo che se ne siano andate e poi volo in camera della psicopatica mettendola al muro con una mano e tenendo premuto con tutta la forza che ho nel corpo.

<<sei stata tu vero? stronza di merda sei stata tu?>> urlo agitando la lettera in mano

<<che cazzo avrei fatto io?>>

<<sei una pazza psicopatica Viola, non sono queste le parole da dire, mandami un'altra lettera simile che t'ammazzo e non sto scherzando>> le tiro uno schiaffo prima di andarmene in mensa, senza rivolgere lo sguardo a nessuno.

NENNÈ | Ciro RicciWhere stories live. Discover now