OTTO

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<<ci vediamo tra due giorni, non scappo, tu non fare cavolate>>

<<mi metterò a conquistare Teresa>>

<<non fare lo stupido Eduà>>

Spesso ci troviamo parlare anche quando non dovremmo. È un amico, almeno credo, spero che mi stia vicino non solo per un torna conto suo, ma perché in fondo mi vuole bene. Così come Totò, mi fa divertire, ridere anche quando vorrei piangere, gli voglio bene. Mi fa piacere averlo nella mia vita, vorrei averli sempre, non solo in momenti comuni.

Sorrido alle ragazze salutandole con lo sguardo e ammicco un sorriso a Ciro che anche se lontano vedo ricambiare, poi esco a andando nella direzione di Poggioreale. Non ho intenzione di fare altro finché non parlerò con papà, ho paura di come possa reagire, ma è l'unica persona che mi può tranquillizzare e far si che non mi accada niente.

<<Papà>> accelero il passo per poterlo abbracciare, ci hanno dato il permesso di un'incontro speciale nel quale avremmo potuto stringerci, lui dovrebbe stare dietro un vetro con quello che ha fatto, ma le conoscenze giuste fanno miracoli.

<<patatí, come stai?>> mi stringe a sé e come fa da quando sono piccina mi solleva dandomi poi qualche bacio sulla testa, per poi farmi sedere vicina a lui.

<<ci sono tante cose che ti devo raccontare pa'>>

<<mi devo preoccupare Sara?>> mi mette una mano sulla mano per confortarmi

<<in realtà si papà, però ci sono anche cose belle>>

<<chi devo ammazzare?>>

<<il problema sta qua pa', non lo so>> tiro fuori le lettere, sono dieci, cazzo ne ho lasciata una in cella, spero che nessuno la veda. Papà le prende tutte, ne legge e studia una per una <<ne ho dimenticata una>>

<<non fa niente, è già abbastanza così. hai idea di chi possa essere? Viola la pazza? Di Salvo? Ricci? Conte>>

<<no pa', sicuramente non i ragazzi in carcere, la famiglia boh>> mi sta venendo da piangere

<<lo sa qualcuno?> rispondo scuotendo la testa

<<patatí, penso che tu abbia fatto bene a parlarmene, userò tutte le mie conoscenze per proteggerti bambina mia. Penso anche che tu ne debba parlare, con Silvia e Naditza va bene, possono sostenerti. Dovresti dirlo a Ciro e anche a Carmine, so che tu e Ricci state costruendo un bel rapporto>>

<<ci stiamo provando pa', ma ogni volta che mi sembra di fare un passo avanti, ne facciamo dieci indietro. c'è sempre qualcosa o qualcuno che si mette tra di noi e non so mai se riesco o no a fidarmi>> mi asciugo una leggera lacrima e torno seduta comoda come all'inizio

<<mi piace Ciro Ricci e lo sai che credo di più nelle cose complesse che in qualcosa di troppo facile. Fidati di me bambina mia, tu e Ciro potete essere amici, potete farcela e tu gli devi parlare di questa cosa, lui può aiutarti>> annuisco arrossendo e piangendo ancora

<<tutto questo mi spaventa sempre di più>>

<<lo so bambina, parlane con Ciro e anche con Carmine, potrebbero sentire qualcuno e attraverso le conoscenze sicuramente arriviamo al nome. Fidati che non ti succederà niente, non lo permetteremo mai al mondo. Ciro può difenderti e starti molto vicino>>

<<non so come farei senza di te papà>>

<<ci sono sempre per te Sara. Facciamo così da adesso in poi mi aspetto che mi aggiorni su tutto, lettere e meno, se c'è una lettera me la spedisci in una tua in cui scrivi anche una cazzata, va bene?>>

<<farò tutto pa'>>

<<si amore si>> il tempo a nostra disposizione purtroppo è finito, così lo stringo forte a me lasciandogli tutte le lettera e con la promessa di sorridere. Mi avvio nella direzione mare, spiaggia e chioschetto, dove passo tutte le mie estati.

Non so come vestirmi per vedere Ciro, fa caldo si però non so che tipo di occasione sia, è un appuntamento o no? non mi dimentico del discorso di papà e ne anche che per colpa del nostro rapporto sono arrivate quelle lettere. Decido di optare per un vestito a maniche lunghe ma leggero, mi arriva leggermente sopra il ginocchio ed è nero con le maniche velate. Prendo la borsa per tenere le due o tre cose necessarie ed esco in ritardo.

<<Ciro... Ciro...>> sono appena entrata e sono le 14:10 non vorrei che se ne sia già andato <<Ciro>> lo chiamo per l'ultima volta, pronta per andarmene, lo vedrò all'IPM, ma non sarà la stessa cosa. Mi volto ancora una volta e provo a cercarlo meglio <<Ciro>>, lo chiamo ancora anche se mi ero ripromessa che sarebbe stata l'ultima.

<<Sara, pensavo non saresti venuta, stavo per andarmene>> mi prende il polso per farmi voltare verso di lui, ora si che sono felice.

<<ti sei incantata>> sorrido stupidamente dandogli automaticamente ragione

<<possiamo parlare? ci sono tante cose di cui parlare>> annuisce facendomi sedere dove ha disteso una bellissima coperta. Si siede alla mia destra, appoggiando la sua felpa sulle mie spalle; Napoli sotterranea è sempre molto fredda anche d'estate.

<<vuoi iniziare tu?>>

<<si...>> sospiro <<non è niente di bello te lo dico ed è anche il motivo del perché ho smesso di parlarti>>

<<okay allora devi dirmelo subito>> annuisco

<<tu però devi promettermi di non fare niente e stare solo al mio fianco>>

<<se qualcuno ti ha fatto del mare giuro che vado e lo uccido>>

<<Ciro no, è proprio questo che non voglio... fammi spiegare>> non risponde lasciandomi proseguire. Prima di parlare cerco l'unica lettera che ho tenuto e inizio leggermente a tremare, lui mette una mano sulla mia e una sulla mia gamba.

<<è una delle undici leggere che ho ricevuto, una delle più crudeli e probabilmente tornata in IPM ne troverò altre. Non so da chi vengano, ma non sono di certo belle, sono minatorie. Non ho il coraggio di leggerla ancora una volta, minaccia me se sto vicino a te e a chiunque dentro il carcere, ma soprattutto mette in pericolo il mio fratellino e non posso permettere a nessuno di fargli del male>> gli lascio la lettera nelle mani, la apre con cautela sempre con una mano sulla mia, aspetta il mio consenso e poi la legge.

<<Sara, ti giuro che mi dispiace, se sapessi chi fosse a scriverti queste cose lo andrei a prendere di corsa e lo ammazzerei, ma non lo farò come mi hai chiesto tu.>>

<<non te lo avrei ne anche detto, ho talmente paura che mi viene difficile parlarne, ma ieri ho visto papà e mi ha detto che avrei dovuto dirtelo perché tu potevi proteggermi>>

<<non ti lascerò mai sola Sara, non devi dubitarne, nessuno farà del male a te e alla tua famiglia. Voglio solo il tuo bene>>

<<grazie Ciro, avevo proprio bisogno di un amico a cui parlarne>> lo vedo che non reagisce bene alla parola amico, ma l'ho fatto apposta... mi alzo per fare riprendere un po' di calore alle mie gambe, muovendomi avanti e dietro alle sue spalle

<<non voglio sminuire questa cosa, sia chiaro, ma dobbiamo parlare anche di altro>> annuisco mentre si alza e mi blocca contro il muro con la sua figura possente a pochi centimetri da me

<<tu pensi davvero che siamo solo amici?>>

NENNÈ | Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora