1. È fatta

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"Fidati delle coincidenze.
Sono il sussurro che tradisce il legame
tra il possibile e l'inevitabile."


«Che mi venga un colpo, sei l'assistente di Ares Jacobs?»

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«Che mi venga un colpo, sei l'assistente di Ares Jacobs?»

Non avevo detto a nessuno le mie intenzioni, così ho sorpreso tutti quanti con questa mia rivelazione inaspettata.
Camila è euforica e la sua incredulità dall'altra parte della cornetta mi raggiunge come uno schiaffo in pieno volto.
Anche se definirla una carezza sarebbe più veritiero, la sua voce vellutata mi abbraccia.
Anche io stento ancora a crederci.
È arrivata la comunicazione ufficiale tre giorni dopo quel famoso colloquio.

«Già, anche i miei sono rimasti senza parole.»

«Ma tu hai presente chi è?» mi incita e cerca di farmi ricordare dove posso averlo già visto.

Strizzo gli occhi. «Se ti dicessi di no?»

La sento sbuffare al di là della cornetta e non riesco a reprimere un sorriso al suo essere sempre tanto drammatica.

«Ti direi che sei una deficiente! Abbiamo guardato insieme la serie tv in cui lui era uno dei protagonisti, cento anni fa!»

Mi giro su me stessa, distesa nel letto e con la coperta a farmi da mantello. La testa contro il cuscino e un braccio pizzicato sotto alla nuca.

Ci penso su, ho dei vaghi ricordi.
«Come hai detto che si chiama questa serie?»

Ieri mattina mi è squillato il cellulare ed era proprio Wes Harmon.
Mi ha comunicato che avrei avuto io il lavoro.
Mi sono ammutolita, elaborando ciò.
Ci siamo dati appuntamento in un café poco lontano da casa mia, così da poter rivedere il contratto prima di procedere all'assunzione.

Domani.
Domani è il grande giorno e in un batti baleno ritorno con la mente alla mia vita in America, a quando ero ancora a Miami.
Quella città mi ha visto crescere e maturare, ma era arrivato il momento di spiccare il volo e lasciare il nido. Avendo venticinque anni era arrivato il momento di trovare la mia strada.
La scelta che ho preso non è stata semplicemente dettata da un capriccio, ma una necessità: dovevo lasciare quel paese, dovevo respirare aria nuova, conoscere persone diverse e avere nuovi stimoli.
Stimoli che, purtroppo, lì non avevo più.

«American Horror Story, Murder House.»

*

Ho riordinato l'appartamento lo stretto necessario, ho chiamato casa e stanno tutti bene. Anche la mia piccola Ayla, nonostante piccola non lo sia più da un pezzo.
Mi ha visto crescere. Anzi, siamo cresciute insieme ed è stata la mia compagna di giochi per anni interi. Mi manca molto, moltissimo.
È una meticcia dagli occhi color nocciola, il manto bianco e candido come la neve e la personalità scoppiettante, malgrado gli anni che si porta sulle spalle. Tra una manciata di mesi saranno sedici.
Sedici anni da quando è stata trovata.

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