3. Non puoi fare così

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"Ci si abbraccia per ritrovarsi interi."






Troppe domande a cui rispondere e responsi evasivi da parte mia e troppo approfonditi da parte sua, così è andata la serata dopo l'arrivo di Ares al Carpus

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Troppe domande a cui rispondere e responsi evasivi da parte mia e troppo approfonditi da parte sua, così è andata la serata dopo l'arrivo di Ares al Carpus. L'ho maledetto in dieci lingue diverse per essersi presentato senza avvisarmi, ma i suoi atteggiamenti nei miei riguardi sono stati impeccabili, su quello non posso dargli contro. Mai un'occhiata di troppo, oppure un commento inopportuno.
È stato a dir poco esemplare. Amichevole con tutti, ben disposto nel fare conversazione e io non ho fatto altro che pensare a cosa ci facesse lì insieme a noi, quando una serata anni '90 lo stava aspettando dall'altra parte della città.

«Come hai fatto a trovarmi?» domando dopo un po', rompendo il silenzio calato tra noi.
Silenzio, oltretutto, carico di una tensione che mi fa tendere i nervi e mettere sull'attenti.
Mi sta accompagnando verso casa, visto che non ho voluto prendere un taxi.
Camminare mi fa calare la tensione e io ne ho un disperato bisogno, in questo momento.

«Intuizione» mi guarda di sfuggita. «Oppure fortuna.» abbozza un sorriso, uno di quelli che gli fa comparire quelle adorabili fossette.
«Guarda che non è un segreto, è questione di giorni prima che lo sappiano tutti.» ha le mani incastrate nelle tasche del pantalone che fascia magistralmente le gambe toniche.

«Ares-»

«Prima di quanto immagini. Lo sapranno tutti prima di quanto immagini.»

Riprende il discorso che abbiamo lasciato in sospeso appena usciti dal pub, lontani da occhi e orecchie indiscrete.
Nella sua voce un'ombra velata di mistero, cosa vorrebbe dire? Non ho però la forza di fare altre domande e approfondire la questione.

Scrollo le spalle alla sua risposta.
«Non volevo che lo sapessero.» butto fuori l'aria immagazzinata. «Sto cercando di farmi degli amici, non voglio essere giudicata per questo.»
Mi tocco il bracciale da quando me l'ha ridato in modo teatrale. «Almeno, non volevo che lo sapessero in questo modo, soprattutto Linda.»

Mi ha spiegato che l'ha ritrovato incastrato nel sedile del suo van, il bracciale.
È importante per me questo gioiello, è stato il regalo più bello che nonna mi abbia mai fatto.

È l'una di notte, l'aria fredda ci accompagna per tutto il tragitto, ho brividi in tutto il corpo.
I suoi capelli vengono mossi dal vento e una ciocca ribelle non ne vuole proprio sapere, di rimanere al suo posto.
È così sbarazzino nella sua giacca in pelle che non riesco a staccare gli occhi da lui.

«Mi stai fissando.»

Distolgo subito lo sguardo dalla sua figura, mi ha colto sul fatto.
Arrossisco e mi maledico, è sempre stato un mio difetto non riuscire a nascondere le emozioni che mi attraversano il viso.

«No.»

«Invece si.»

«Invece no, ti ho detto.»

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