9. La tristezza ci rende umani

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"Una lacrima sulla terra convoca
il re del cielo."







Non saprei dire che ora sia

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Non saprei dire che ora sia.
Mi ha svegliato la suoneria del cellulare, non l'ho messo in silenzioso quando sono andata a dormire ed è un messaggio di Linda.
L'assistente vocale mi ha letto il mittente, come ogni altra volta, con la sola differenza che adesso penso sia piena notte.

Con gli occhi incollati di sonno mi siedo sul letto, afferrando poi il telefono dimenticato tra le lenzuola e leggo il corpo del messaggio.
Non metto subito a fuoco lo schermo, strizzo gli occhi stanchi e un po' alla volta incomincio ad intravedere le parole.

Mi rendo anche conto che si, sono stata svegliata nel bel mezzo della notte. L'ora lampeggia sul display, sono le tre del mattino.

Da: Linda
Testo: Vieni qui? Ho lasciato la porta aperta.

A: Linda
Testo: Tutto okay?

Da: Linda:
Testo: NO.

Passano tre secondi da quando le parole che ho letto assumono il loro significato. Quel no l'ha scritto a caratteri cubitali e una campanella d'allarme mi porta a mettere in allerta tutti i sensi.

Realizzo che ha bisogno di me e senza curarmi del fatto di essere in vestaglia esco di casa, con il mazzo di chiavi nella mano. Non indosso nemmeno le ciabatte, il pianerottolo è gelido.

Busso lievemente, accorgendomi che la porta è stata lasciata veramente socchiusa.

«Linda?»

La chiamo con un filo di voce, alzo gli occhi sul soppalco, c'è il letto disfatto e la intravedo lì.
Il piumone è un ammasso disordinato, la casa è un perfetto disastro.
Come se qualcuno, in un impeto di rabbia, avesse messo a soqquadro l'appartamento.

Lola mi corre incontro, ma torna a dormire sul divano dopo averle lasciato una veloce carezza sul muso.

Un vaso di fiori è a terra, i cocci rotti sono sparpagliati ovunque.
Presto attenzione e cerco di non pestare le schegge in terracotta.
Attraverso il soggiorno in punta di piedi, con un silenzio pesante ad accompagnarmi e sento il cuore un macigno contro il petto.

C'è qualcosa che non va e solamente quando sono a metà scala mi rendo conto che Linda sta piangendo a dirotto.
Così corro da lei, quasi non inciampo nei miei stessi piedi nel momento in cui salgo l'ultimo gradino.

«Linda!»
La raggiungo e lei non si muove, avvolta dalle lenzuola. «Cos'è successo?»

Mi siedo accanto a lei, allungando una mano sulla sua figura. Prepotenti singulti scuotono la sua esile corporatura e inevitabilmente mi preoccupo, dal momento che non ha ancora risposto alla mia domanda.

Mi chino su di lei. «Linda, tesoro, parlami...»
Addolcisco il tono, scuotendole la spalla con estrema tenerezza.

Ha gli occhi chiusi, il trucco sbavato sul viso e sul cuscino. I capelli scompigliati e le palpebre gonfie dal pianto disperato. Le accarezzo una guancia, lei un po' per volta spalanca quei fari annebbiati di tristezza.

Until tomorrow Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang