Capitolo 9 - Ane, urisma

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Aneurisma. Maeriyel non conosceva quella parola, ma l'aveva ripetuta così tante volte nella sua mente che adesso le sembrava piatta e vuota, priva di significato più di quando non le avevano ancora spiegato cosa volesse dire.

Non l'aveva capito. Non aveva davvero ascoltato, in realtà, perché le parole sfuggivano alla presa delle sue mani e non riusciva a trattenerle, tutte tranne quella, così difficile e aliena, che non ne voleva sapere di abbandonarla.

Aneurisma. Aneurisma. No, non era corretto. Ane e solo dopo urisma, perché tutto ciò che aveva capito era che quello nella mente di suo padre si era rotto.

Ane, urisma. Se l'era portato via senza preavviso, senza che Jérôme potesse fare nulla per salvarlo. L'aveva stroncato così rapidamente che era morto prima che la fisarmonica smettesse di suonare.

Solo pochi minuti prima era in piedi, con un bicchiere di birra in mano e il più dolce dei sorrisi sul viso segnato dall'età.

Sei stupenda, Mae-mae. L'abito nuovo ti sta benissimo.

La sua voce sembrava così distante, eppure nei ricordi di Maeriyel qualunque altro suono era assente. Non c'era musica, non c'era vociare di folla, non c'era sfrigolio di olio in ebollizione. Non c'era sua madre, non c'era Boyaque, non c'erano i suoi amici.

Solo lei ed Eumeric, l'unico che la guardava ancora con affetto, l'unico che le avesse offerto comprensione e gentilezza.

Grazie, papà.

Ane, urisma. Aveva un suono così bizzarro. Disarmonico. Ingiusto. Ogni morte lo era, ma quella era stata troppo improvvisa, insensata. Maeriyel sapeva dare una spiegazione alla morte di Hervé, aveva ripercorso quei passi così tante volte da saperli a memoria. Erano rami che si dipanavano in una moltitudine di se e ma, rimorsi e rimpianti, eppure cose che quantomeno riusciva ad afferrare e comprendere.

Sapeva dare una spiegazione anche alla morte di Trudault, ma cosa poteva dire di Eumeric? Cosa poteva dire lei, se persino Jérôme non aveva saputo dire con esattezza a cosa fosse dovuto?

A volte succede, Mae-mae. La vita è fragile, ecco perché è così preziosa. Bisogna proteggerla.

Erano le sole parole che ricordava. Così vecchie, eppure così assordanti nel suo cuore. Semi piantati che avevano dato frutti o terra bruciata su cui non cresceva più nulla?

Maeriyel era vuota, arida, assente. Non aveva versato una lacrima, come non ne aveva piante per Hervé; persino quelle sembravano mancare.

Il giorno in cui era morto il suo amico - d'estate, se ne andavano tutti d'estate, il periodo migliore per morire - il dolore era confuso e distante, una realtà che non sembrava appartenerle, Si era addormentato nei meandri del suo stomaco e riecheggiava solo nei suoi ricordi. Hervé era morto, però Maeriyel sentiva ancora la sua voce, la sua presenza; sarebbe rimasto sempre con lei e l'avrebbe osservata dal sole, dove sarebbe stato in pace e non avrebbe più sofferto. Era stato suo padre a dirglielo, e lei si fidava di suo padre.

Ma chi avrebbe assicurato lo stesso per lui, ora che Eumeric non c'era? Voci confuse le ripetevano le stesse cose, ma erano frasi che aveva sentito a ogni funerale, come messaggi scritti su un biglietto che tutti leggevano senza capire, preghiere scritte da chissà chi e pronunciate senza cuore.

False, erano tutte false. Come poteva capire a cosa credere senza la mano di Eumeric sulla spalla, senza la sua presenza a guidarla? Come poteva sopportare quel vuoto, il silenzio della sua assenza?

Persino il fuoco sembrava non emettere alcun suono. Non c'erano cadaveri, attorno a Eumeric: la riserva di legna che Maeriyel aveva creato tempo addietro era stata sufficiente per la pira, e ne fu sollevata. Non sarebbe stata in grado di creare alcunché, ma non sarebbe stata in grado neanche di sopportare altre morti.

CarnivorousWhere stories live. Discover now