Capitolo 6

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Vedere Xhon tornare nel Bunker1 dopo le cose che mi aveva rivelato nell' ultima settimana non era ciò che avrei voluto, ma aveva bisogno di parlare col padre per mettere in atto un piano per proteggerci tutti.
Io avrei fatto bene a restare in città e sarei dovuta essere prudente.

Prima che andasse via ci sembrò una buona idea mettere al corrente anche la Signora Moira sui Verdi. Ci aveva dato l'impressione di potersi fidare di lei e di sapere molto più di quello che dava a vedere.

Così aveva deciso di ospitarmi in casa sua finché Xhon non fosse tornato e di aiutarmi col testamento.
Nonno mi aveva lasciato un grosso patrimonio, metà del quale prima di poter essere usato però doveva slegarsi da un vincolo: avrei dovuto continuare gli studi.
La casa ovviamente era esclusivamente e irrinunciabilmente mia e ciò mi faceva esultare di gioia.

Iniziai a occuparmi di essa facendo costruire un cancello tutto attorno l' area verde dove sorgeva, poi sempre con l'aiuto della signoria feci iniziare i lavori per riparare porte, finestre, vetri e qualsiasi tegola o parte rotta.
Una sera Moira mi diede un opuscolo da guardare per scegliere una scuola privata in zona così da riuscire a prendere un diploma e mi regalò un libro di scuola guida per iniziare a imparare qualche nozione.

Avevo già in mente di prendere la patente ma non volevo ritrovarmi a fare troppe cose contemporaneamente e rischiare magari di farle male tutte. Quindi decisi di dedicarmi intanto alla scelta dell' istituto dove diplomarmi.

La mattina del giorno del mio compleanno trovai Ron e Thao seduti al tavolo della signora che bevevano allegramente un caldo caffè e gustavano dei cornetti tipici del Mondo11.
-Luce!- fu Thao a salutarmi per prima, correndomi incontro e stringendomi nel suo caldo abbraccio. -Stai bene?-
-Certo e voi? Che ci fate qui?- Chiesi piacevolmente sorpresa.

Ron venne a darmi un bacio. -Sono venuto a salutare una vecchia amica,- indicò bonariamente Moira- e a ringraziarla per quanto sta facendo per noi.-
-Suvvia,- disse la Signora -questi cornetti riescono benissimo a sdebitarvi da quanto sono squisiti.- Ne addentò uno giusto per rafforzare il concetto.

Thao mi prese per mano.
-Posso parlarti in privato?-
Ron gli gettò una strana occhiata prima che ci allontanassimo in giardino.
-Ti ho portato questa.- Disse mostrandomi una piccola scatoletta bordeaux. -Non sai quanto tenessi a farti i miei auguri dal vivo.-

Osservai il pacchettino. -Grazie, non dovevi davvero.-
Lo aprii, al suo interno c'era una collana di filo di bamboo e una pietra turchese. Non avevo mai visto brillare un ciondolo così tanto.
-Viene dal Mondo1,bsai? L'ho comprata due anni fa al Monastero degli eletti. E' una pietra porta fortuna, ti proteggerà, si chiama Menthes.-

Lo guardai felice, era un dono bellissimo. -Grazie davvero.-
-Te la metto.- Aprì i due gancetti e me la poggiò sul collo chiudendola da dietro.
Accarezzai la pietra e poi il ciondolo di Sasha.
-E' perfetta.- Esclamai felice.
Thao inaspettatamente mi accarezzò la fronte e vi poggiò le labbra baciandola.
-Stai bene con la treccia.- Aggiunse notando la mia nuova acconciatura.
-Sei davvero dolce Thao, io,- esitai- forse non me lo merito.- Guardai i suoi occhi soffermandomi di più sulla loro forma, erano uguali a quelli di Xhon, solo di un azzurro più intenso.
-Tu mi hai stregato Luce,-disse sorridendo- davvero.-

Ron arrivò silenzioso come un gatto.
-Tutto apposto qui?- Chiese sospettoso.
Io e Thao ci scostammo più veloci della luce.
-Si.- Mi affrettai a dire, tuttavia la mia voce mi tradì rivelando un leggero imbarazzo.
-Dobbiamo tornare alla Residenza Gimbo Thao.-
Guardò il figlio poi me. -E' stato davvero bello rivederti Luce, sono sicuro che starai bene qui anche se non ti nascondo il desiderio che tu venga a stare di nuovo con noi un giorno.- Mi sorrise caloroso.
A quel punto tirò fuori una pietra nera dalla giacca e Thao gli prese il braccio. -Xhon a breve sarà qui. - disse, prima che si dematerializzassero completamente.

Ripensai tutto il giorno a Thao accarezzando la pietra Menthes che mi aveva regalato. Poi pensai anche a Xhon, che a breve sarebbe tornato da me.
Mi resi conto di quanto la famiglia di Ron stesse rischiando per proteggermi e quanto fossero straordinari.
Mi chiesi anche come una ragazza qualunque come me avesse potuto stregare Thao.
Ero soltanto una bambina, cosa poteva averlo colpito?

Era pur vero che il mio corpo era cambiato. Cominciavo a somigliare sempre più alla mamma e notavo con stupore di aver preso il dono da lei di poter stare bene con tutto.
Moira mi aveva portata a fare shopping prima che iniziasse a frequentare la scuola e al contrario di come avrei fatto mesi prima ero stata entusiasta della cosa.
Avevo preso jeans nuovi, magliette eleganti, scarpe e sandali col tacco. Avevo persino comprato dei vestiti e delle gonne.
Ero diversa, una nuova Luce che voleva mostrarsi al mondo, stanca di sentirsi invisibile.

Fu Xhon a notare per primo il mio cambiamento. Lo trovai all'uscita dell' istituto un giovedì all'una.
Quel giorno avevo sciolto i capelli e indossato una gonna pantalone lunga appena sopra il ginocchio con una t-shirt leggermente scollata e dei sandali.
Anche io, forse più di lui, restai stupita vedendolo.
Si era tagliato i capelli e portava il gel  come suo padre, un look che gli conferiva molta freschezza.
Anche i suoi vestiti erano diversi, erano quelli da ragazzo del mondo 12.
Abbandonato lo stile serioso imposto dal clan dei Difensori qui davanti a me adesso c'era solo un ragazzo. Un bel ragazzo.

-Ho pensato che per nascondermi bene dagli stupidi guerrieri fumosi verdi è meglio che mi mescoli ai tipi del tuo mondo.- Disse venendomi incontro.
Non mi venne naturale abbracciarlo come con Thao, ci limitammo a sorridere e a complimentarci l' un l'altro.
-Stai molto bene.- osservai e lui sorrise compiaciuto.
-Mi sono perso il tuo compleanno.- continuò.
Scossi la testa. -Non importa è più importante che mi racconti quello che hai scoperto, ci sono novità?
-Oh molte, ma ho altri piani oggi. Ti porto a vedere un concerto.-
La mia espressione seria si trasformò in stupore. - Di chi e quando?-
-Andiamo in America a vedere gli U2. Adesso, sempre che ti vada?- chiese speranzoso.
Feci un salto. -Oh mio Dio. Non stai scherzando vero?-
Xhon scoppiò a ridere. -Consideralo il mio regalo di compleanno.-
-Immagino useremo un'altra delle tue pietre e che non sia la prima volta per te.- osservai.
-Ovviamente.- asserì sicuro.

Le emozioni che provai quella sera furono indescrivibili.
Gli U2 non erano il mio gruppo preferito, ma lo diventarono a pieno titolo dopo quella performance.
Xhon mi portò anche a vedere la Statua delle Libertà e a mangiare un vero hamburger americano. Ero stupita di come parlasse bene l'inglese.
- Credo di adorarlo Xhon- dissi, mostrando tutta la mia felicità.
-Ti riferisci all'hamburger?-
Gli diedi un calcio da sotto il tavolo. -Sai cosa intendevo. Lo hai fatto tante volte?-
Mandò giù una patatina. -Intendi usare le pietre per scopi puramente personali?- mi guardò come farebbe un folletto dispettoso. -Ovviamente.-
-Fai anche il figo adesso?- Lo rimproverai.
Fece spallucce. -Perché non lo sono?-

Tornammo in Italia che era pomeriggio inoltrato. La signora Moira non era in casa, ovviamente Xhon l' aveva messa al corrente della nostra assenza .
-Era entusiasta quando gliene ho parlato, ha detto che avrebbe voluto essere giovane per poter venire con noi.-
Mi racconto' mentre gustavamo un gelato sulla veranda.
Era pieno luglio e il caldo si faceva sentire bene.
-Ci sei mai stato al mare?- chiesi.
-Certo che si.- asserì.
-Avrei dovuto immaginarlo.- ridemmo insieme.
Provai a stuzzicarlo. -Quindi non sei solo un feroce assassino.-
Il volto di Xhon si annuvolò.
-Non ho avuto molta scelta sai, di sicuro se me lo avessero chiesto oggi non sarei un Difensore...- fece una pausa riflessiva e si voltò' nuovamente verso me -forse un Metasio.
Comunque,- aggiunse tornando in sé- l'unica cosa bella di questo" lavoro" è viaggiare. E' per questo che ho deciso di usare le pietre anche per semplice svago.-
-Non rischi di finirle in questo modo?- osservai ingenuamente. - Magari, quando ne avrai veramente bisogno ti troverai con le tasche vuote.-
Xhon scoppiò a ridere.- Mi credi davvero così stupido Luce?-
Riconobbi il tono sprezzante e freddo dei primi giorni che lo avevo conosciuto.
-Non volevo dire questo.- mi affrettai a precisare cercando di ammorbidire la conversazione.

Xhon sia avvicinò piano piano fino a trovarsi ad un palmo dal mio viso poi i suoi occhi si soffermarono sulla pietra che avevo al collo.
La sua espressione si corrugò.
-Bella, chi te l'ha data?-
Sapevo dentro me che aveva già la risposta a quella domanda quindi rimasi zitta osservando ogni linea del suo volto e scrutando i suoi occhi quasi neri tentando di capire i suoi pensieri.
-E' solo un regalo.- spiegai cercando di convincere più me.
Si toccò il mento. -Ci sono tante cose che sono Luce, ma stupido proprio no.-
Sentii le gambe tremare.
- Ok, me l'ha data tuo fratello ma come un...-

La gola iniziò a bruciare. Mi resi conto che era una sensazione che avevo già provato ma no, non potevano essere arrivati fino a qui.

LuceWhere stories live. Discover now