Capitolo 13

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In piedi, dritto brandiva il suo pugnale in direzione del fratello, gli occhi neri come la notte, portava ancora gli abiti del Mondo12.
Thao di rimando l’osservava, entrambi immobili nel corridoio della Residenza Gimbo.
La luce pomeridiana crepuscolare che filtrava dalle finestre con gli scuri semi abbassati rendeva la scena ancora più cupa.

-Non costringermi a farti del male,- disse Xhon. -sai che ne sarei capace .-
Spostò il peso del corpo sul piede destro pronto a fare la prima mossa nel caso in cui ce ne fosse stato bisogno.
-Faresti male a tuo fratello solo per lei?- Thao teneva i pugni stretti invece, le braccia distese ai lati delle gambe sulla tunica nera, se aveva paura sapeva nasconderla bene.
-Non per lei, ma per la tua meschinità si, potrei farlo.-  Xhon si sposto' cauto di una piastrella. La tensione della sua voce era a livelli altissimi.
-Devo ammettere,- continuo’ mostrando stupore e disprezzo - che sei stato piuttosto bravo, hai fatto in modo che si fidasse di te e poi l' hai tradita regalandole la pietra dei morti.

-Thao sorrise. - Quand’ è che capirai che l’ ho fatto per proteggere tutti noi?–
Ma gli occhi del fratello non erano più su di lui ora che una scia di fumo si espandeva nella stanza e che l'odore acre  gli pizzicava le narici. Il secondo dopo un essere semi-umano si palesò inserendosi proprio tra loro.
-E’ tempo.- Disse la creatura, fluttuando in direzione di Xhon.

Udire le parole così metalliche parve strano a Xhon tanto fu netto il contrasto con l’ impercettibile figura che le aveva pronunciate.
Non si perse comunque a rimuginare sulla cosa anzi prontamente taglio’ il fumo proprio all’altezza del ventre dell’ essere. Sapeva, avendo già ucciso un Verde in passato che quella mossa gli avrebbe fatto guadagnare secondi preziosi per sferrare il vero colpo mortale. Tuttavia dovette rendersi conto di non avere dinanzi a sé un guerriero qualsiasi. Era assai più imponente e  intriso di un fumo talmente denso da costringerlo a coprirsi naso e bocca con la mano libera.

-Non opporti Xhon, morirai. -sibilo’ il fratello come pietrificato.
E anche Xhon sapeva di dover giocare d’astuzia per sopravvivere.
-E’ questa quella che vuoi? -
Gli mostrò una capsula argentata, piccola e lucida che gli altri osservarono sgomenti.
-Dagliela Xhon.- si affretto' a consigliare Thao.
-Porgimela e sarai risparmiato.- intimò la creatura.

In tutta risposta lui la lanciò oltre la testa e la coltre di fumo dell’ essere costringendolo così a voltarsi per afferrarla.
A quel punto piantò il pugnale nelle sue spalle definite ed evidenti, l’ unica parte solida e vulnerabile che possedeva il mostro. Poi addentrò la lama fino a sentire la consistenza quasi cerosa di cui erano fatte e sorrise, come non faceva da tempo.
Osservò il Verde contorcersi in una smorfia di dolore quindi la estrasse.

Questi si girò a guardarlo con suo stupore.
-Come hai osato? Il mio nome è Irkrem fratello di Orkros e questa sarà la tua fine.-
Si levò in alto come una nube e si schiantò su di lui, colpendolo come un vento di scirocco colpisce un albero.
Xhon cadde a terra, poi si portò le mani alla gola che si gonfiava e arrossava come se si stesse ustionando. Con gli occhi ridotti a due fessure per il bruciore riuscì ugualmente a notare che Thao gioiva trionfante mentre brandiva la capsula che egli aveva lanciato.
-Ce l’ ho.- Esultò attirando l’ attenzione di Irkrem.
Quando quest’ ultimo si giro’ per vedere, Xhon sparì dietro di loro.

LuceWhere stories live. Discover now