Capitolo 16

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-Svegliati Luce.-

Una mano mi strattono' con decisione.
Mi accorsi di essermi appisolata sul divano. La Gumbia aveva questo effetto, era stato cosi' anche  la prima volta quando ne avevo bevuto l'essenza disciolta, ne ricordo il sapore più gradevole, ma ugualmente freddo.

L'attimo successivo era come entrare dentro un sogno, ogni volta.
I due ragazzi che avevo immaginato nell' orto del nonno erano mamma e Cab, dentro me già lo sapevo, ma adesso ne avevo la certezza.

Cab, era solo così che potevo chiamare mio padre. Un uomo che non aveva mai fatto parte della mia vita. Una persona che conoscevo a malapena e che dalle brevi cose apprese su lui adesso, avrei preferito non conoscere.

Forse.

In pochi giorni avevo scoperto di essere la nipote di un' Eletta e di avere quindi sangue misto nelle vene.
Era per quello che avevo ereditato un Diario Ancestrale? Perchè mia nonna Tilde era l' Eletta ai viaggi nel Mondo1? E cosa voleva dire questo?

-Vuol dire che sei più speciale di quanto tu abbia creduto fin'ora Luce. È stata tua nonna ha creare il Diario Ancestrale.-
-Leggi nella mente?- rimasi impietrita da tale scoperta. La Sorella se la rise di gusto invece vedendo la mia espressione.
-Ogni Sorella ha una dote, ma questa è un'altra storia. Quello che mi preme dirti adesso è che devi studiare molto per apprendere il nuovo Universo che stai scoprendo e comunque ne capiresti soltanto una millesima parte.-

-Ma perchè gli abitanti degli altri Mondi conoscono tutto e io no?-
-E' colpa nostra, abbiamo voluto tenere all' oscuro il Mondo12 per lasciar che vivesse una vita serena, e abbiamo fatto bene. Ci sono cose troppo complesse da capire per esseri semplici come loro. Lo abbiamo visto con tuo nonno, lui ha subito le verità dell' Universo, nonostante avesse un' Eletta al suo fianco a spiegargliele.-
Si toccò l'auricolare.
-Oh, cielo. Il tempo ci è tiranno, devi andare adesso.-
Mi tirò su in tutta fretta acchiappando la maglia color ocra che portavo.

Era quello l' abbigliamento che usavo  da giorni. Maglie leggere dai colori tenui, su gonne lisce del medesimo colore, lunghe fino alle caviglie.
Un bracciale dorato attorcigliava il mio braccio sinistro, il simbolo che mi identificava come abitante di un Mondo al quale avevo saputo da poco di appartenerte.
I capelli li lasciavo mossi, legati dietro le orecchie con la spilla di mamma, come nel sogno in cui l' avevo vista da giovane.

Erano giorni che mi era venuta inconsapevolmente l'idea di fare quell' acconciatura, gesti simili anche a distanza di una vita.

-Dove mi sta portando Sorella?- chiesi spaventata ed al contempo curiosa.
Un sorriso le si aprì in volto, mostrando denti perfettamente allineati e una fossetta che addolciva il volto aquilino.
-Oh, ne sarai davvero felice.-

Mi chiesi cosa potesse rendere la sua espressione tanto radiosa.
-L' abbiamo trovato.-

Bastarono quell' poche parole per far riaffiorare in me una strana scintilla.


LuceWhere stories live. Discover now