Capitolo 14

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Se avessi potuto fermare il tempo lo avrei fatto.
Xhon era ferito ed io non sapevo dove fosse.
La Gumbia aveva risposto solo in parte alla mia domanda sul suo destino.

Quando mi lamentai di cio' col Sacerdote Lhao mi disse che se avevo visto solo il combattimento, soltanto quello mi era dato vedere.

Stare rintanata con loro nel Mondo1 non era la risposta ai miei problemi, ma sia lui che la Sorella continuavano a dire che i tempi non fossero ancora maturi e che c' era tanto da conoscere prima di tornare da dove ero partita.

Thao e Fathion erano stati rispediti da Ron con tanto di lettera di accompagnamento in cui lo si metteva al corrente delle loro riguardevoli azioni e lo si intimava di tenerli a bada.

Mentre riordinavo quei pensieri in giardino, con Sasha al mio fianco, mi soffermai a guardare una rosa gialla un pò appassita.
La primavera stava lentamente lasciando il posto all' estate e un caldo afoso si faceva strada.

Mi alzai dirigendomi verso il rubinetto a lato della fontana che maestosa si stagliava al centro di fiori e piante.
Lì vicino trovai un annaffiatoio, lo riempii di acqua cristallina e quasi corsi verso la rosa.

-Nessuno dovrebbe appassire per mancanza di cure.- esclamai.

Sasha mi guardo' con fare interrogativo, piegando la testa da un lato e mi scappo' una risata.
L' abbracciai con calore, perdendomi nella piacevole sensazione di morbidezza che il contatto col suo pelo luminoso e morbido mi donava. Poi tornai ad osservare la pallida rosa.

-Ognuno di noi ha il suo destino, per quanto ci ostiniamo a volerlo cambiare.- disse una voce calma a me ormai familiare.

-Sorella.- la salutai con un sorriso e anche Sasha le corse incontro per leccarle la mano come di consueto faceva.

-Sei pronta a conoscere una nuova parte della storia?- chiese seriosa.
Capii all' istante cosa intendeva. -Si.- risposi sicura, e mi accompagno' verso la zona sud della Residenza Sacerdotale.

Esternamente uguale al lato nord, internamente tuttavia era molto meno austero del complesso dove fino a quel momento avevo abitato.

Le pareti dipinte con colori pastello caldi e decorate con pagliuzze dorate e le varie stanze piccole, con arredi moderni sebbene semplici, mi diedero un senso di freschezza.

Il cuore della struttura era un salone ampio al centro del quale si posizionava un enorme divano angolare bordeaux da circa otto posti.
Una tv di ultima generazione lo fronteggiava e un' immancabile camino ai lati arricchiva l'ambiente già di per se caloroso.

-Questa è la casa dei nostri studenti, Luce.-
Aprii sbalordita la bocca. Era tutto ciò che un ragazzo potesse desiderare.

-Al momento sembra disabitata, ma ti assicuro che non lo è. I nostri ragazzi sono dalle rispettive famiglie per la festa dell' Afoso calore.-

Guardai la Sorella con un' espressione confusa. -Non ho idea di cosa sia.- constatai.

-La festa dell' Afoso calore è ciò che dà inizio all'estate. Dura circa due settimane e durante essa ci si riunisce ai propri cari e si danza, si mangia, si canta, si vive.

-Sembra una bella festa,- osservai invidiosa- somiglia a quelle del mio Mondo,- strinsi i pugni- mi mancano davvero tanto.-

-Mi dispiace Luce, non deve essere facile per te, ancora di più perchè anche tu avresti avuto diritto di partecipare a questa festa, essendo la figlia di una nostra studentessa.-

Mi accarezzò la spalla teneramente. -Vieni, sediamoci su quel divano.-
Era davvero enorme, mi ci buttai come una bimba si tuffa su un materasso.

La Sorella sorrise al mio guizzo un pò troppo fanciullesco.
-Sai, anni fa la festa dell' Afoso calore la tenevamo anche qui.- Si raddrizzo la schiena, prima di continuare. -Era magnifica, ci univamo tutti prima per i preparativi e dopo nel viverla.-

La guardai bramosa di sapere di piu'.
-Tua madre l' adorava. Essendo cresciuta qui non lasciava la residenza come gli altri ragazzi che invece studiavano da noi soltanto e la viveva quindi con noi. Così lo stesso faceva Cab, prima ancora di finire in prigione, protetto dal cuore tenero di Sorella Luna.-

Cercai di figurarmi una ragazzina con lunghi capelli biondi intenta a mettere festoni o a sistemare cibo su lunghe tavolate. Chissà se era quello che succedeva realmente. Poi immaginai un ragazzo alto e bello, un pò sbruffone che si offriva di aiutare per attaccare bottone.

-È li che si sono incontrati la prima volta lui e mia madre vero?- chiesi quindi e la Sorella annuì.

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LuceWhere stories live. Discover now