12. Clown (Lista Ink)

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Manuel è arrabbiato.

Anzi, su tutte le furie.

Non è possibile che a metà ottobre gli venga cambiata una delle classi in cui insegna.

È seduto in aula professori da dieci minuti, continua a picchiettare la penna sul banco per diminuire la tensione, ma nulla. Nemmeno quello lo aiuta.

«Si vede la nuvola di fumo da qui» dice una voce alle sue spalle.

«Simò, non è aria.»

Il ragazzo, ormai seduto davanti a lui, alza le mani in segno di scusa.

«Te pare normale 'sta cosa?» chiede Manuel. Non può farcela ad ingoiare tutta la faccenda senza dire nulla. «Che so' un clown?» continua a chiedere poi.

«Non vedo il naso rosso.»

«So' serio, Simò» ribatte Manuel per poi riprendere «Me parlano de continuità e poi ad ottobre me cambiano de classe e devo abbandona' i ragazzi co' cui lavoro da due anni. Me sembra tutto tranne che normale» Non lo è. Poi ad ottobre, quando tutti i ragazzi ormai erano convinti ci fosse di nuovo lui.

Non era giusto per loro.

«Manu, non lo è. Hai ragione. Ma sai che dobbiamo rispettare le decisioni del preside» sottolinea Simone.

«Figurati se er perfettone andava contro de lui»

«Non si tratta di questo, lo sai anche tu»

«Io l'unica cosa che so è che domani devo entrà in classe mia e dire ai ragazzi che da lunedì non sarò più con loro. Come glielo dovrei spiega'?» chiede, perché non lo sa. Se dicesse quello che gli passa per la testa in quel momento, sarebbero solo insulti e non sarebbe educativo.

«Gli spieghi quello che è successo. Sono grandi abbastanza per capire»

«Eh, allora non so' grande abbastanza io. Visto che non capisco queste decisioni prese dal nulla» Sembra che le cose se le inventino nella scuola per trovare complicazioni, quando invece era lineare lasciare le cose com'erano.

Manuel riprende nuovamente a parlare, non dà nemmeno modo di rispondere all'altro.

«Che poi, 'a fai facile te. Dall'alto del tuo posto de ruolo chi te schioda»

Simone alza lo sguardo, quasi esasperato. «Ti calmi o devo baciarti per farti tacere?»

Il corto circuito nella testa di Manuel non tarda ad arrivare.
Rimane a bocca aperta e «Cosa?» chiede.

«Cosa?» ripete Simone che, nel mentre, ha finito di cambiare i libri. Chiude l'armadietto e si dirige di nuovo verso la porta.

«Non che me dispiacerebbe, comunque» sussurra Manuel ignaro del fatto che Simone possa averlo sentito.

Chissà come è possibile che una semplice frase l'abbia fatto sorridere come un ebete nonostante l'arrabbiatura.

Simuel 31 | WritoberWhere stories live. Discover now