10. Libreria (Lista Ink)

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Ha quindici anni Simone quando i suoi ricordi iniziano ad affiorare. Vengono fuori sempre sotto forma di sogni, che diventano incubi, e non capisce mai se sia la verità o meno.

Ha sedici anni quando, per caso, in una giornata di pioggia, trova una scatola sulla libreria dello studio di suo padre. Le sue lacrime diventano un tutt'uno con la pioggia, nel momento in cui vede cosa c'è al suo interno.

Sono tutti ricordi. Quelli che solo un anno prima erano incubi.

Ora sono vividi.

Reali.

Sono tutti ricordi del suo gemello Jacopo quelli rinchiusi nella scatola: un ciuccio, un braccialetto di nascita, un album di foto, un bavaglino, un cd.

Sono ricordi che lo investono e gli fanno mancare l'aria.

Ha diciassette anni quando l'aria gli manca a tal punto di sentire stretta anche una felpa più accollata; quando gli attacchi di panico prendono il sopravvento.

Si rende conto di essere inerme, Simone. Di non riuscire a fare da solo nemmeno le più piccole cose e che forse è perché ha capito di non avere più una metà di sé stesso.

Ha diciotto anni quando si rende conto che quelle sedute con lo psicologo scolastico non portano a niente, che lui sta sempre male. Le forze iniziano a farsi meno e i continui pensieri si incastrano con la voglia di dormire in eterno solo per farli smettere.

Ha venti anni quando capisce che le cose non possono andare avanti così. Deve fare qualcosa perché fingere che vada tutto bene quando dentro qualcosa lo sta logorando, sta diventando più difficile del previsto.

Sorride. Porta avanti gli studi. Finisce il secondo anno di università eppure...

Eppure è fermo lì. Le parole gli si mozzano in gola ogni volta che si siede davanti alla nuova psicoterapeuta.

Ha ventitré anni quando deve tirare il freno. La sua salute si mette in mezzo di prepotenza e ormai non è solo nella sua testa, ormai è il suo fisico che cede.

Arriva la prima diagnosi inattesa. Qualcosa che a quanto pare condivideva con Jacopo, perché i geni, si sa, sono quelli che fregano.

E chissà se fosse sopravvissuto, se avrebbero condiviso anche il dolore. Quello che ti mangia le ossa, ti scava nell'anima e non ti dà modo di reagire.

Simone crede di no.

Crede semplicemente che se Jacopo non fosse morto, il suo dolore non sarebbe mai esistito.

Anzi, lui non avrebbe saputo cosa significa convivere davvero con l'ansia, gli attacchi di panico e la depressione.

Ha ventiquattro anni quando la scomparsa di sua nonna gli gela il sangue e gli comprime nuovamente i polmoni.
Sapeva sarebbe successo prima o poi, ma semplicemente non così. Non all'improvviso.

Ha la stessa età quando la psicoterapeuta gli consigli di fare una visita in più per trovare un aiuto concreto e cercare di elaborare davvero tutto ciò che gli è successo.

Passano mesi di indecisione prima che accetti di andare anche da uno psichiatra. Ci vogliono pianti, crisi e serate intere a parlare con sua madre per prendere la decisione.

Ha venticinque anni quando comprende che non può sbagliare gli orari degli psicofarmaci, perché altrimenti gli sembra che la testa sia immersa nel vuoto.

Tocca per la prima volta con mano quello che lo fa stare bene: riesce a parlare.

Dice il nome di Jacopo senza avere una crisi di panico.

Ha la stessa età quando incontra Manuel sul suo cammino.

Manuel che ascolta le sue parole, a bordo piscina, anche alle quattro di notte.

Ha ventisei anni quando ricomincia a vivere e non continua a sopravvivere.

Sopravvive da così tanto tempo che nemmeno si ricordava cosa significasse vivere.

Manuel non è più solo il ragazzo che lo ascolta.

Manuel è il suo ragazzo.
Manuel è la persona che lo aiuta a mantenere saldo il colpo, a non vacillare. Manuel è la persona che gli tende la mano nei giorni neri.

Ha ventisette anni Simone quando crolla nuovamente. Basta poco: uno schiocco di dita. Manuel, però, è lì e lui sa di non essere solo.

Può farcela.

Deve farcela.

Per lui.

Per Manuel.

Per Jacopo.
















Note: il 10 ottobre è la giornata mondiale della salute mentale. Ricordatevi sempre che non siete soli ad affrontare le battaglie. Avete il diritto di stare bene, di lottare e di tornare a vivere. Potete farcela, credo in voi e vi sono vicina 🤍

Simuel 31 | WritoberTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang